SEI COLPI DI PISTOLA CONTRO UNA PALESTRA

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dal QUOTIDIANO, 11 gennaio 2004 *  Si ringrazia la Caffetteria PAMAS -

 

Misterioso attentato contro il centro sportivo "Body Planet", alla periferia dell'abitato. Nessuna traccia ritrovata

Sei colpi di pistola contro una palestra
 

VEGLIE - Un avvertimento segnato col fuoco, quello di una pistola a tamburo con la quale sono stati esplosi almeno sei colpi. Uno dietro l'altro, mirati, precisi. Un messaggio dunque, la cui matrice però rimane ancora da decifrare.

A finire nel mirino un'avviata palestra, il centro fitness "Body Planet", in via Aldo Moro alla periferia del centro abitato di Veglie, nei pressi della strada che conduce a Novoli, di proprietà di Giuseppe Rizzo, novolese celibe di 26 anni. Chi ha agito non ha avuto timore di farlo in pieno giorno, venerdì; tra le 11 e le 17, orario in cui l'esercizio è rimasto chiuso e incustodito e la vicinanza di un edificio scolastico, il plesso elementare comunale, non è certo servito da deterrente.

Sei fori, rispettivamente due sul cancello in metallo che da accesso alla palestra, altri due su una colonna a destra dell'entrata, uno sulla facciata frontale ed un altro infine sulla vetrata dell'ufficio direttivo, passata da parte a parte. Ad accorgersene è stato proprio Giuseppe Rizzo, alle 17 dell'altra sera, orario di apertura del centro.

L'uomo ha immediatamente lanciato l'allarme chiedendo l'intervento dei carabinieri della locale stazione e di quelli della Compagnia di Campi Salentina i quali, diretti dal maggiore Vito Di Girolamo, stanno ora lavorando per far luce sull'accaduto.

Due le certezze al momento: innanzitutto che l'arma usata sia una pistola dotata di caricatore con alloggiamenti per le cartucce a percussione, ragione per cui non sono stati rinvenuti i bossoli per terra né sulle pareti colpite. A ciò si aggiunga poi che il gestore di "Body Planet" è una persona al di sopra di ogni sospetto che, se da un lato restringe la ridda di ipotesi circa il movente, dall'altro rende più difficili le indagini. Per ora gli inquirenti non si sbilanciano. Sarebbe comunque da escludere quasi del tutto l'azione isolata di balordi.

Le ipotesi più accreditate dunque porterebbero o a futili motivi, quali gelosie maturate nell'ambito lavorativo o personale, oppure - e questa per ora resta la pista più battuta - sul fatto che a firmare l'attentato possa essere stata la mano della mala che gestisce il racket delle estorsioni. Giuseppe Rizzo però, a lungo ascoltato in merito, ha dichiarato di non essere mai stato fatto oggetto di minacce intimidatorie di alcun genere e di non riuscire a dare una spiegazione a quanto è accaduto.

Fabiana Pacella