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Il tesoro da salvare

Monteruga, com 'è arrivata a Zamparini

di MICHELE PENNETTI


dal Corriere del Mezzogiorno del 13/11/2012

L a sede legale è a Gallarate, provincia di Varese, largo Guido Camussi numero 5. La sede fisica, invece, è a San Pancrazio Salentino, su via Veglie ( of course), numero di telefono fisso con risposta affidata alla voce femminile della Telecom che rimanda, a sua volta, a una segreteria nella quale imbucare il messaggio registrato dopo il bip.

Un amministratore unico, infine, è Paolo Diego Zamparini, 44 anni da compiere il prossimo 6 dicembre, figlio di Maurizio Zamparini, il re degli ipermercati, il presidente del Palermo noto agli appassionati di calcio per la sua fama di mangia-allenatori, Fimprenditore che ha individuato nell'energia altemativa - in particolare nel fotovoltaico, di cui la Puglia è frontiera - un nuovo motore di sviluppo delle sue attività. Ecco le coordinate di Masserie Salentine srl, l'azienda agricola con capitale sociale di 100.000 euro detentrice dei terreni e degli edifici di Monteruga, il magnifico villaggio rurale nelle campagne di Veglie che è una testimonianza disabitata, abbandonata, degradata, delle battaglie per la dignità contadina nell'Arneo. Un paese fantasma, in sostanza. Monteruga comincia a spopolarsi a metà degli anni '80, proprio nel periodo in cui la S.E.B.I. (Società Elettrica per Bonifiche e Irrigazione), impresa a partecipazione statale facente capo all'Iri (Istituto per la ricostruzione industriale) allora pilotato da Romano Prodi, decide di mettere in vendita, anzi all'asta, il patrimonio immobiliare del sobborgo salentino rilevato nel 1 926. La S.E.B.I. fa base a Napoli, città dove si costituisce la Monteruga srl che nel 1986 subentra nella proprietà: la società ha sede a Fasano, in via Montenegro, e la sua figuradi riferimento è Angelo Guarini, titolare del 97% delle quote, espressione di una ditta che riesce a raggiungere un picco di capitale sociale pari quasi a due milioni di euro. Di Guarini si sa che appartiene a una famiglia importante di Fasano, vivace anche in ambito politico per la sua militanza nell'ex Partito socialdemocratico italiano, e si dice che sia molto vicino all'ex ministro dei trasporti socialista Claudio Signorile, al punto da ipotizzare che nell'acquisizione di Monteruga gli faccia da prestanome. La congettura è sempre smentita con nettezza da Signorile, che a più riprese specifica di non conoscere nemmeno dove si trovi questo complesso di case coloniche, vecchie fabbriche del tabacco, uliveti e coltivazioni che il 26 novembre 2001 viene acquistato da Masserie Salentine srl. La società è di proprietà al 99,5% della holding Gasda & C. e allo 0,5% di Maurizio Zamparini, che tuttavia della stessa Gasda & C (sede in viale Oceano Atlantico; a Roma) è presidente del consiglio di amministrazione.

Alcuni ragguagli al 3o giugno 2012: uno solo il dipendente stabile a libro paga per «coltivazione di frutti oleosi e colture olivicole›› - ma è prassi che i braccianti vengano retribuiti con contratti a giornate. Altre due le diramazioni pugliesi. Una a Foggia, nella zona Incoronata, sulla statale 16, per la «coltivazione di colture agricole non permanenti». E l'altra - coincidenza - ancora a Fasano, in contrada Tenente, nella frazione di Montalbano, sempre per analoga attività a quella svolta in Capitanata.Proprio nei riguardi della comunità prossima ad aggregarsi alla città metropolitana di Bari, del resto, Maurizio Zamparini ha mostrato in passato una forte sensibilità.

Come quando, nel 2008, ha finanziato il Partito democratico con un versamento di 100.000 euro concesso direttamente al senatore Nicola Latorre, dalemiano di antica data e fasanese doc, effettuato - ulteriore coincidenza - tramite le Masserie Salentine srl. Tutto lecito. Una libera donazione, regolarmente depositata e vidimata agli atti del Parlamento. Meno chiari, forse, sono i motivi che spingono l'imprenditore friulano e suo figlio a lasciar marcire Monteruga, a tenere di giorno incustoditi oltre 170 ettari di superficie con l'azienda agricola, il materia le e i macchinari, a trascurare il disarmato (e in diversi casi inagibile) ma incalcolabile tesoro del villaggio con la sua chiesa, la sua piazza, la sua scuola, il suo ambulatorio, i suoi magazzini. O forse risultano nitidissimi, visto che in uno spot di Belpower, società del gruppo belga Reibel dedicata alla produzione di energia verde, nel 2oo9 è comparsa l'immagine aerea dei terreni di Monteruga tappezzati - la grafica al computer fa miracoli - da una distesa di pannelli solari. Non ci sono nemmeno quelli, oggi, là all'incrocio tra Veglie e San Pancrazio Salentino.

Ma solo ombre, desolazione, negligenza e il dovere, privato o pubblico che sia, di recuperare un pezzo cospicuo di memoria.

Michele Pennetti

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Il tesoro da salvare Monteruga, com 'è arrivata a Zamparini
CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
14/11/2012