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Un paese tradito

IntervistaaNicola Gennachi,assessorenellapassataAmministrazione Aprile.


Che cosa pensa della sua esperienza politica?

Il pensiero che più mi assilla è quello di aver partecipato ad un tradimento.


Cioè?

Un breve preambolo. Esistono varie forme di tradimento e in qualunque modo avvenga, il tradimento resta sempre un atto, un'azione che muta 1'andamento e il senso dei rapporti tra le persone. Il tradimento delude la fiducia, le aspettative, infrange un legame e una continuità di reciproca fiducia. In seguito ad un tradimento si separa in modo netto ciò che era prima da ciò che è dopo.

Chi viene tradito si trova a dover affrontare una sensazione di smarrimen- to e di rabbia in un contesto in cui è mutato il senso della propria esistenza, del proprio ruolo nel rapporto costruttivo con un'altra realtà.

Ed è proprio il senso di smarrimento e di rabbia che si percepisce nel parlare con
la gente man mano che questa continua a sapere che Veglie non ha più un'amministrazione comunale.


Cosa le chiedono vegliesi quando, al di fuori del suo lavoro di medico, si soffermano a parlare con lei di politica?

Mi piacerebbe parlare di altro di fronte a domande tipo "Ma che cosa avete
combinato? Coma mai c'è il commissario prefettizio sul Comune?". Non è possibile! Queste sono le domande più frequenti che vengono fatte a me (come ex
amministratore) e, penso, anche ad altri vegliesi che hanno avuto un ruolo nella
passata amministrazione.

Non penso che spetti a me informare la cittadinanza sulle cause politiche che hanno portato a commissariare Veglie per un anno. La mia sarebbe una valutazione poco importante, rispetto a quelle fatte da chi ha ormai un ruolo, oserei dire istituzionale, nella nostra vita cittadina. Di certo ci sarà un valido motivo politico se è stato deciso di commissariare Veglie per un periodo così lungo.


Ci può dire almeno una ipotetica causa che possa spiegare il perché di una scelta così dura?

La crisi della politica?

Potrebbe essere una spiegazione di questa scelta e, se questa fosse la causa vera, penso che, tenerla ancora nascosta, non potrà giovare al nostro paese. La passata maggioranza, al di là se ha realizzato il suo programma politico oppure no, è andata via in silenzio, senza l'informazione dovuta al paese, senza un adeguato coinvlgimento del Consiglio Comunale. In silenzio la maggioranza ha ammmistrato per quattro anni il paese e altrettanto in silenzio è andata via dal palazzo comunale. Nessun collegamento con la gente, nessuna forma di concreta informazione, neanche sulle difficoltà che un'amministrazione incontra lungo il suo percorso. Qualcosa non ha funzionato se due ex sindaci hanno abbandonato il loro posto in giunta e se altri due assessori hanno lasciato il loro posto dopo solo un anno dalla loro nomina.


E' per questo che lei parla di "tradimento"?

Sì. Credo che la gente, in una sola parola, si sia sentita tradita. A quelli che avevano posto tanta fiducia nella passata maggioranza, va spiegato il fallimento di un progetto, perché questo può essere un modo per renderla partecipe. Non si costruisce così la democrazia, se siamo ancora convinti che la democrazia è partecipazione alla gestione del bene pubblico. Posso comprendere il momento difficile che sta attraversando la nostra società, politica compresa, ma essere capaci di deludere il paese, tradendo la
fiducia che la gente aveva posto nei politici, dimostra quanto poco siano considerati i sentimenti.

La crisi che nasce dopo un tradimento non si supera col silenzio o delegando le
proprie responsabilità ad altri (da amministrazione a commissario) ma affrontando le possibili cause che lo hanno generato.


Ma è risaputo: le persone dimenticano molto facilmente gli errori della politica. Per cui in futuro tutto come prima?

Di fronte ad un elettorato che ha visto consumarsi un tradimento nei suoi confronti, non può certamente essere un anno di silenzio della politica la giusta terapia. Non ci si può presentare dopo un anno di tregua politica ai cittadini ed elemosinare la preferenza senza pensare che è in atto una silenziosa ma meditata vendetta.

La crisi della politica deve essere affrontata con dignitosa umiltà anche nel nostro paese, questo forse chiede la gente: la terapia del tradimento richiede grande chiarezza e capacità di confronto. Non permettiamo che la delusione si trasformi in rabbia visto che, motivi per essere arrabbiata, la gente ne ha tanti.

La Redazione di Controvoci 2.0

da controvoci 2.0 di giugno 2014



UN PAESE TRADITO: intervista a Nicola Gennachi assessore della passata amministrazione Aprile
redazione controvoci 2.0
9/10/2014