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Dialogo e rispetto tra religioni A Paderno Veneto, in quel di Treviso, Don Aldo Danieli, parroco della chiesa dedicata a Santa Maria Assunta, ogni venerdì mette a disposizione la cappella dell’oratorio, con annessa cucina e palazzetto, agli immigrati Musulmani residenti in zona, affinché possano radunarsi in preghiera. In tempi normali si radunano circa 200 persone, ma, alla chiusura del Ramadan, (nono mese del calendario Islamico) si raggiungono le 1200 presenze. A chi ha sollevato critiche, il parroco ha risposto che lui non è, e non diventerà razzista, e che il Papa invita a spalancare le porte a Cristo e che Cristo sono anche i Musulmani. (ndr forse intendeva dire fratelli) E anche che preferisce i Musulmani che pregano ai Cristiani che bestemmiano. Parole che sembrano non fare una piega. Il Corriere della Sera web, ha aperto un sondaggio sull’argomento per conoscere il parere della gente: per aderirvi basta cliccare sulla casella sì o sulla casella no: al momento della stesura di questo articolo, su 5383 votanti, il 53,6% aveva detto “sì” all’operato del prete, mentre il 46,4% aveva risposto “no”. Un clic sul sì, un clic sul no… ognuno dà la sua risposta individuale senza poterla motivare, così il risultato conterà poco, perché i sì potrebbero essere stati dettati da lassismo, e i no, non tanto da intolleranza, quanto da bisogno di chiarezza. La disputa, apparentemente facile, è invece complessa. Implica non tanto le buone regole interpersonali, quanto il rapporto della Chiesa stessa con le altre Confessioni. Mi spiego: Se la questione fosse personale e mi trovassi accanto ad una persona Musulmana che mi chiede da che parte sorge il sole e stendesse il suo tappettino per inginocchiarsi in modo da indirizzare le sue preghiere verso la Mecca (Makka, città santa dell’Islam), esaudirei la sua domanda e rispetterei il suo gesto. Se poi la invitassi a pranzo, sicuramente eviterei di offrirgli salumi o alcolici, rispettando le sue usanze. D’altro canto, se mi capitasse di entrare in un edificio di culto, fosse moschea o sinagoga, lo farei rispettando le regole e, in quel luogo sacro, rivolgerei a Dio Padre le medesime preghiere che mormoro quando sosto in una chiesa cattolica. Lo stesso, sicuramente, farebbe una persona Musulmana nei confronti di una Cristiana.
A Paderno Veneto, il comportamento del parroco ha fatto sorgere un problema che, sotto l’aspetto puramente spirituale, al primo acchito problema parrebbe non essere: Giudaismo, Cristianesimo e Islam sono tre religioni monoteistiche, cioè credenti in un unico Dio, creatore del cielo e della terra. Questo fa sì che, con linguaggio diverso, ogni fedele di queste religioni rivolga le sue preghiere all’unico Padre che sta nei Cieli.
In quanto alla preghiera comunitaria, il Vangelo ci riporta le parole di Gesù: Se Cristiani e Musulmani sono fratelli e credono nello stesso Dio, e i Musulmani non hanno una moschea, perché non si radunano in chiesa per pregare insieme? E’una soluzione impensabile, e non per intolleranza: i Cristiani pregano davanti alla Croce; i Musulmani non riconoscono questo simbolo in quanto sacro, ma ritengono il Crocifisso un cadavere inchiodato ad un legno e lo vogliono far scomparire dalla loro vista, così come le immagini della Madonna e dei Santi.
“Come possono, allora i Cristiani, in nome del dialogo, della tolleranza e della libertà religiosa altrui, umiliare la propria, offrendo l’uso di luoghi consacrati e permettendo che, per lo svolgimento della preghiera degli altri, i simboli della loro fede vengano rimossi o nascosti alla vista?” E poi, se vogliamo toccare per un attimo l’argomento reciprocità: “In quale luogo, in quale paese musulmano, vengono prestate le moschee per lo svolgimento del culto cristiano? Il caso del parroco di Paderno Veneto non è nuovo. Anni indietro è accaduto in Francia che molti parroci cristiani concedessero ogni venerdì l’uso di ambienti parrocchiali ai Musulmani per la preghiera: pian piano han dovuto retrocedere davanti ad un piccolo particolare, un’inezia: gli Islamici si ritengono proprietari, di diritto, del suolo su cui pregano. I Musulmani, così come i fedeli di altre religioni, hanno diritto alla libertà di culto, a professare la propria fede e a riunirsi in assemblea in luoghi di preghiera a loro esclusivamente riservati. I Cristiani, rifiutando ogni forma di razzismo, devono essere pronti all’accoglienza, alla tolleranza, all’aiuto fraterno e anche a creare occasioni per il dialogo e la collaborazione, ma mai rinunciare al proprio credo, alle proprie chiese, alle tradizioni e ai simboli della propria religione.
DIALOGO E RISPETTO TRA RELIGIONI |