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Non rendere inutile il mio voto utile.

Quando in televisione Vespa, Santoro, Lerner e Mentana intervistavano sondaggisti, politologi e tuttologi, attrici scosciate e opinionisti che interpretavano i sondaggi e i risultati, si celebrava il trionfo di Berlusconi e si cantava il de profundis per la scomparsa della Sinistra, ho sentito un vociare convulso e confuso che veniva dalla strada. In questo periodo non c'è o non ci dovrebbe essere gente in giro a quest'ora di notte, almeno dalle parti di casa mia. Non è nemmeno sabato. Il vociare è sempre più forte. Si sente litigare.
Ho deciso: apro la porta e mi affaccio , anche se è notte fonda. È strano, non è la mia strada, mi sembra la piazza, è una piazza che conosco c'è gente che si da un gran da fare, entra ed esce da alcune case illuminate, escono a passo lento e portano sotto il braccio pacchi colmi di libri, fogli, fotografie e bandiere. Tra questi ho riconosciuto Almirante che come al solito litigava con Nenni e Pajetta. Jader Jacobelli tentava di far da paciere. C'era Montanelli che provava di turarsi il naso. Ho visto Pertini in canottiera con il secchio di calce e i libri di giurisprudenza che parlava con Amendola e Lama con la pipa fumante. La Malfa che tirava le orecchie a suo figlio. Di Vittorio che ammansiva gli arrabbiati contadini pugliesi. Togliatti con Matteotti. Spadolini con i ritratti di Garibaldi, indossava un poncho sudamericano sopra una camicia rossa. Berlinguer discuteva con Moro. De Gasperi era fermo con don Sturzo. In mezzo alla folla c'era Craxi, da solo, trasportava un grosso masso sulle spalle. Seduti vicino ad una caffétteria ho riconosciuto Gronchi e Segni, appoggiato al bancone c'era Saragat. Nella confusione ho riconosciuto mio padre, mio zio, lu "Geniu" Carrozzu e don Filicettu, lu Leu , lu Rollu, lu Ninu Zimmari e lu dottore Catamu. Ognuno di loro portava una bandiera ripiegata, una fotografia ingiallita, una divisa, giornali, manifesti e tessere di partito. L'ultimo che usciva da quelle case illuminate, spegneva la luce e chiudeva ma non a chiave, accostava la porta come se dovesse tornare da li a poco.
Tutti si sono avviati verso il buio con il loro vociare. Camminavano dritti con la testa alta e il petto in fuori come avevano sempre fatto.
Un po' più in là ho riconosciuto altre persone, parlavano entusiasti dei consensi ricevuti, dei voti utili degli italiani, esaltati dal modo nuovo di fare politica lontano dalle piazze e dalla gente, senza il contatto con i poveracci frequentatori delle sezioni. Si rallegravano per il piacere di essere il nuovo partito che non esiste. Il partito patinato degli intellettuali che può fare a meno degli operai. Il partito che ha amici nella confidustria e non gli interessa il sindacato. Il partito dei contenti di non avere più tra i piedi i cattivi comunisti che potrebbero ricordare loro il passato, e i socialisti che hanno voluto mantenere la loro identità di pensiero, la loro differenza, il loro simbolo. Che gioia far parte di un partito che rinnega le amicizie e la sua storia pur di apparire lindo pulito e patinato. Gratifica stare con un leader che ha fatto di tutto per arrivare secondo, che ha fatto il possibile per consegnare il Paese al nano e alle sue ballerine per i prossimi dieci anni. Far parte di un partito il cui capo acclamato, riconosciuto e venerato che per due mesi ha guardato con sufficienza gli avversari Casini e Santanché che parlavano come rivoluzionari di Sinistra.
C'era una televisione accesa e c'era il nano che ringraziava. C'era Veltroni che telefonava al nano. Veltroni che ringraziava i votanti che hanno scelto il Progetto, il Nuovo della Politica. Mi sono avvicinato,ma lui era già andato via. Volevo dirgli che avevamo perso. C'è poco da ridere ed essere felici, c'è niente da festeggiare e ancor meno da ringraziare quando si è fatto di tutto per perdere una competizione. C'è poco da analizzare quando si è colpevoli della scomparsa dei partiti storici della Sinistra.
Non si cercano capri espiatori se ci si scorda dei lavoratori e della classe operaia, dei precari e dei contratti a termine, dei pensionati e della gente che ha votato lega e Berlusconi per sentirsi protetta dalla criminalità e dalle tasse. In questa gara non si arriva secondi. Chi non arriva primo ha perso. Non c.era più la folla vociante di prima. Era rimasta, purtroppo, l'angoscia per aver votato Partito Democratico. È rimasta la rabbia per aver creduto in un nuovo progetto. L'amarezza di aver guardato il simbolo del Partito Socialista e non aver avuto il coraggio di seguire ancora una volta la via del cuore. È un voto inutile! Ho pensato meglio votare il nuovo, meglio seguire il Progetto del leader acclamato e venerato. Avrei voluto parlare con il leader venerato per dirgli che non c'è da analizzare i flussi, né da telefonare al nano. Col suo progetto mi ha convinto a seguirlo, mi ha indotto a tradire la scelta del cuore, ho girato le spalle alla mia storia di ragazzino del liceo deriso perché Socialista: non comunista, nemmeno della fgci o fascista, ero un socialista e lo sono tutt'ora, ma non ho voluto far mancare il mio voto al Partito Democratico.
Ho rinnegato la storia della mia famiglia. Ho tradito la mia idea socialista, e Veltroni ora vuole analizzare il flusso !?! vuole collaborare sui grandi temi e le riforme!?! Deve rimboccarsi le maniche e cercare di recuperare il buono che è rimasto della Sinistra, dei progressisti e dei socialisti. Deve riconquistare gli operai e le classi trascurate. Deve parlare con i precari e frequentare le sezioni. Deve pensare ad un partito di soldati semplici e caporali e non di alti ufficiali. Deve ascoltare la gente delle piazze e le fabbriche, gli uffici e gli ospedali. Deve fare l'opposizione e vigilare non dialogare. Con chi parli e di cosa parli se hai perso? Deve riprendere il ruolo che compete alla sinistra e ricordarsi che rappresenta l'opposizione di sinistra. Deve operare per non vanificare le nostre scelte. Ce lo deve: lo deve a me e a tutti quelli che come me hanno scelto il Partito Democratico per cambiare il modo di fare politica e non per consegnare l'Italia al nano e alle sue ballerine. Deve lavorare per non rendere inutile il mio voto utile.
Marcello Spedicato


Non rendere inutile il mio voto utile.
marcello spedocato
3/05/2008