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“Tra gli ulivi e i vigneti prende corpo un impianto per la produzione e la commercializzazione di olii vegetali e nocciolino di sansa; per l'estrazione di olii vegetali con solventi, con annesso deposito per liquami infiammabili e combustibili: il tutto tenendo all'oscuro la popolazione, senza alcuna pubblicità del progetto e senza alcuna valutazione di impatto ambientale.”

A lanciare l'allarme sono i consiglieri di minoranza di centrosinistra e di centrodestra che, con una interpellanza, chiedono all'Amministrazione guidata dal sindaco Fernando Fai, che “siano approfonditi e chiariti alcuni aspetti del progetto della OIL Salento S.r.L di Luigi Panarese” prima della conclusione del suo iter autorizzativo”.

La società – spiega la minoranza - “ha presentato un progetto di ristrutturazione dei fabbricati di un ex pomodorificio in contrada La Casa, per dar vita a un sansificio con deposito di liquami infiammabili: il tutto mediante un procedimento amministrativo semplificato dello Sportello Unico dell Imprese ( SUAP) che il comune gestisce in modo autonomo. In realtà, la nuova attività produttiva”, specificano i consiglieri, “ è da considerare come realizzazione, di un nuovo impianto e non come una semplice ristrutturazione di un pomodorificio, ormai chiuso da venti anni. Il progetto prevede, infatti, il cambio di destinazione d'uso dei quindici locali preesistenti oltre alla realizzazione di quindici impianti”. Ma non è tutto: “l'impianto prevede una gran quantità di prodotti finiti con 3.200 quintali al giorno di nocciolino di sansa e 500 quintali al giorno di olio grezzo”, denunciano i consiglieri di minoranza, “ è inserito tra le industrie insalubri con grande quantità di emissioni di agenti nocivi quali polveri, fumi nebbie, gas, vapori. A scaricare nell'atmosfera ci penseranno i due camini alti 40 metri previsti nel progetto, uno dei quali è già stato installato. E a pagarne le spese”, continua la minoranza “ non saranno solo i terreni agricoli di Veglie, ma anche quelli di Salice Salentino, S. Pancrazio Salentino e Nardò, visto che, con una estensione pari a 70 ettari l'azienda ricadere anche nelle campagne in cui nascono olio e vino DOC, operano masserie e agriturismo”.

Inoltre, stando ancora agli esponenti dello centrosinistra e del centrodestra, “per determinare la disciplina da applicare alla gestione delle sanse umide residuate dalla lavorazione delle olive, si rende necessario verificare: se la SANSA UMIDA E' CONSIDERATA COME UN RIFIUTO dalla normativa; se la sansa trattata con solventi è da considerare un sottoprodotto agricolo; quale sia la destinazione ultima delle sanse del progetto in oggetto ( estrazione dell'olio di sansa, nocciolino di sansa con essiccazione di sansa, impiego come combustibile, impiego sui terreni agrari come ammendante. Nel progetto presentato dalla OIL SALENTO, conclude la minoranza, “non è dato ricavare riferimenti normativi a riguardo”. Pertanto, proprio su questi quesiti la minoranza chiede l'amministrazione si rivolga ad organi ufficiali e competenti in materia ( Ministero dell'ambiente, Arpa, ecc.).

All'interpellanza. Inserita in coda all'ultimo consiglio comunale, il sindaco Fernando Fai Ha fornito una prima risposta dando lettura della relazione tecnica curata dal responsabile dello sportello unico dell imprese arch. Antonello Anglano, secondo il quale si sta procedendo nel pieno rispetto delle regole.

Quanto ad una valutazione più complessiva, l'appuntamento è alla prossima seduta. E lì, a quanto pare, che l'amministrazione vorrà far sapere la sua opinione.


UN GRANDE IMPIANTO DI OLI VEGETALI TRA VIGNETI E OLIVI SECOLARI
Katia Manca
20/07/2008