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Dal canalone…. allo stagno.

In località “terre neure” verrà realizzato un "grande stagno" che, oltre ad arricchire l’aria di miasmi e insetti vari, metterà in essere una stato di potenziale, se non quasi certo, pericolo di allagamento delle aree, abitazioni comprese, dislocate nei dintorni di via Isonzo ( la strata ti lu Saracinu).

Questo in sintesi e, senza grosse esagerazioni, quanto si sta per realizzare a Veglie.

Come sappiamo, le acque piovane del centro abitato del nostro paese vengono smaltite in falda attraverso le "vore" o pozzi disperdenti in falda.

Il D.Lgs. 152/99, giustamente, ha vietato questa via di smaltimento; le acque piovane urbane devono essere smaltite, previ adeguati passaggi di depurazione, nei corsi d'acqua che sfociano al mare. Questo non è possibile nel salento a causa della totale assenza di corsi d'acqua, eccezion fatta per il canale "Asso".

Nella seduta del 28/11/2006, il Consiglio Comunale con delibera n. 76 ha approvato un progetto di “Adeguamento e completamento della rete pluviale cittadina, bacino sud”.

Con questo progetto, in altre parole, si prevede lo scarico di tutte le acque piovane che cadono su una superficie di circa 130 ettari, (è questa la superficie del bacino imbrifero della parte sud si Veglie) in un “recapito finale”. L’acqua verrà convogliata attraverso condutture interrate passanti sotto la strada di campagna “Le Caselle”, nel “recapito finale" che nel tempo rischia di diventare uno stagno.

Le acque ivi convogliate, dopo filtrazione attraverso i diversi metri di roccia, finiranno in falda rimpinguando, così, le riserve idriche del nostro sottosuolo. Questo è nelle intenzioni del progetto.

Il “recapito finale” consiste in un bacino della superficie di circa un ettaro e della profondità di sette metri che verrà scavato in località “terre neure”. A circa 5 metri dal piano terra sboccherà il canale che porta le acque dal paese, i rimanenti due metri di profondità serviranno per lo stoccaggio (temporaneo?) delle acque. La capacita utile di detto bacino si aggirerà, quindi, intorno ai 25.000 mc di acqua. E poi? E poi se continua a piovere, aumentando la pressione nella condotta dell’acqua situata nella strada di “Le Caselle”, cominceranno a saltare i tombini a mo’ di tappi di bottiglie di spumante: l’acqua di una parte del paese invaderà terreni e abitazioni circostanti.

Tutto qui?

Nooo! Il progetto prevede che il fondo e le pareti nude del recapito finale assorbano l’acqua che qui viene convogliata, dopo essere stata sgrossata dai sedimenti grossolani. E le polveri varie? E gli escrementi di animali? E tutto ciò che viene lasciato dal passaggio degli automezzi? (residui di pneumatici, prodotti di combustione, e perdite di olio). Il tutto contribuirà a formare una sostanza limacciosa impermeabile che, coprendo il fondo e lati del bacino lo priverà, prima o poi, della naturale funzione assorbente.

Conclusione le acque reflue di tutta la parte sud del paese resteranno lì per chissà quanto tempo, forse finché la nuova pioggia non aggiungerà altra acqua con conseguente innalzamento dei livelli idrici e forse anche esondazione dal bacino.

Concludiamo sostenendo che un progetto di smaltimento delle acque meteoriche urbane è necessario ma, se mi è permesso di esprimere eufemisticamente un parere, questo progetto non è certamente il migliore.

La redazione


DAL CANALONE.....ALLO STAGNO In località “Terre neure” verrà realizzato un "grande stagno"....
gennachi nicola
02/04/2007