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«Biomasse, impianti messi sotto accusa anche da Onu e Fao»
La Lega per la lotta contro i tumori replica duramente alle accuse provenienti da Italgest

Centrali a biomasse, è ormai scontro. E a scendere in campo sono il presidente della sezione leccese della Lega italiana per la lotta ai tumori, Giuseppe Serravezza, e il Forum ambiente e salute di Lecce.
Ma andiamo per ordine. Il presidente della Lilt, nel replicare alle dichiarazioni di Mario Marena, responsabile del polo integrato delle energie rinnovabili di Italgest, spiega che «non c'è nessuna confusione nella campagna comunicativa della Lega italiana per la lotta contro i tumori».
Sul Salento dipinto come la terra dei veleni, Serravezza precisa che «il concerto organizzato dalla Lilt nell'area ex Foro Boario di Lecce ha come titolo "Dal Salento un inno alla vita, contro tutti i veleni di Puglia e d'Italia". L'iniziativa coinvolge le tre province salentine, ognuna con le proprie emergenze di carattere ambientale e sanitario. A Lecce, la questione biomasse, con gli oltre dieci impianti progettati in provincia in un contesto territoriale già fortemente compromesso, è divenuta ormai un problema di forte allarme sociale». Sull'argomento la Lilt ha prodotto una serie di documenti ed ospitato sulla propria rivista articoli scientifici di illustri esperti nazionali: «Invito l'ingegner Marena ad andare a rileggerseli per rilevarne l'estremo rigore scientifico, prima di tentare la maldestra operazione di delegittimarci, insinuando scarsa conoscenza tecnica e confusione. Ricordo che gli impianti a biomasse che Italgest intende realizzare sono stati messi sotto accusa da organizzazioni quali l'Onu, la Fao, l'Ocse e l'Agenzia europea per l'ambiente; proprio quest'ultima ha definito il Salento "area di catastrofe ambientale" e ora minaccia pesanti multe allo Stato. Pertanto gli impianti a biomasse finirebbero per aggravare una situazione sanitaria e ambientale già tanto compromessa».
Marena ha bollato il dibattito degli ultimi mesi come una «guerra alle patatine fritte», affermando che si bruceranno a migliaia di gradi olii vegetali. Serravezza risponde: «I tecnici dicono che l'olio frigge, o meglio brucia, emettendo fumi che non sono proprio aria fresca. Perché se è vero che mancando nell'olio il cloro e lo zolfo non dovremmo avere emissione di diossina e ossidi di zolfo, è pur vero che dai camini delle centrali usciranno fumi ricchi di anidride carbonica, ossidi di azoto, Ipa, Pm10, nonché acroleina e formaldeide: tutte di pericolosità ben note».

Rispedita al mittente anche l'accusa di una campagna comunicativa «sistematica e preordinata». «Ci vuole una bella faccia tosta - dice - di fronte allo strapotere economico-mediatico di cui l'Italgest ogni giorno fa sfoggio con i salentini, attraverso mille forme».
E a intervenire - come detto - è anche il Forum ambiente e salute di Lecce, che critica le prese di posizione di Marena e del professor De Bellis, dell'Universitàdel Salento (articolo).
«Le biomasse, quale fonte combustibile - viene sottolineato - vengono difese senza distinzione da Marena, tra quelle di prima generazione (olii combustibili e piante prodotte per la combustione) e quelle di seconda generazione (ritagli di piante alimentari perenni, cascami di agricoltura). Ma entrambi gli esperti tacciono sul fatto che le biomasse di prima generazione sono ormai messe sotto accusa da vari organismi internazionali, ad iniziare dall'Ue».

«Le centrali Heliantos e 2 di Italgest - conclude il Forum - previste per Lecce e Casarano, nei loro progetti prevedono ben 20mila ettari ciascuna di produzione di girasoli nel Salento. Una monocoltura che prosciugherebbe più di quel che resta della esausta falda acquifera, E si dimentica che il Salento ambientalista non dice no alla centrale Italgest, ma all'abnorme progettazione di centrali a biomasse di prima generazione previste in provincia (nove) e in Puglia (circa quaranta)».
Gazzetta del Mezzogiorno 03/09/08


«Biomasse, impianti messi sotto accusa anche da Onu e Fao»
La Lega per la lotta contro i tumori replica duramente alle accuse provenienti da Italgest
GdM del 3 sett. 08
3/09/2008