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Gentilissimo prof. Mazzotta, Ho letto con attenzione le sue osservazioni sull’articolo dell’Espresso, lo stesso che ho avuto modo di leggere a mia volta con estremo interesse vista la pertinenza con le attività da me svolte. Ho sempre pensato che una sana cultura ambientale, da non confondersi col “terrorismo ambientalista” sia alla base per il raggiungimento del tanto sospirato “Sviluppo Sostenibile” e concordo con lei sul fatto che per troppo tempo si sia taciuto, colposamente o colpevolmente, sui problemi legati alle diverse realtà industriali italiane e internazionali. E’ altresì doveroso e giusto richiamare ad una presa di coscienza ogni singolo cittadino e ad un uso attento e parsimonioso delle risorse di cui giornalmente usufruisce. Mi consenta però di fare alcune personalissime riflessioni sull’argomento da lei proposto, perché sono convinto che molti dei lettori non abbiano, per diversi ed ovvi motivi, notizie sufficienti ed adeguate per poter esprimere un proprio parere che risulti libero da condizionamenti o strumentalizzazioni esterne. Cos’è la diossina? La diossina è la sostanza chimica con il più alto contenuto tossico creata dall’uomo come sottoprodotto dannoso di alcune reazioni chimiche e come sottoprodotto generico di “qualsiasi” forma di incenerimento, quasi sempre in piccolissime quantità. E’ assolutamente chiaro che sarebbe opportuno minimizzarne l’emissione in atmosfera ma è anche vero che la sua totale eliminazione è impensabile. Se si volesse davvero raggiungere l’obiettivo “zero emissioni” si dovrebbe eliminare qualsiasi forma di riscaldamento con combustibile fossile, interrompere all’istante l’utilizzo di ogni mezzo dotato di un motore (automobili, moto, macchine agricole, imbarcazioni ecc. ) chiudere tutte le fabbriche, poiché tutte generano, sia pur in misura differente ed infinitesimali, delle quantità di diossina. Ma paradossalmente si dovrebbe fermare anche la Natura, perché essa stessa produce la sostanza incriminata attraverso la combustione naturale del legno, anche quella che avviene giornalmente nei nostri focolari domestici. Non è mia intenzione minimizzare la problematica, il mio desiderio è semplicemente fornire una corretta e bilaterale informazione, per questo motivo tengo a precisare che c’è qualcosa di molto peggio della diossina ossia i famigerati nitro-PAH (idrocarburi aromatici policiclici nitrati), sostanze cancerogene e mutagene ben più letali della diossina stessa, anch’essi derivanti perlopiù dalla reazione di una combustione in genere, come l’incenerimento dei rifiuti urbani, di rifiuti chimici, di legname, combustione di carbone, processi ad alta temperatura (industria del vetro), combustione di olii, mescolatura dell’asfalto, il traffico e tanto altro ancora … tutte fonti che producono un mix sconcertante di diossina e nitro-PAH. Inoltre per semplice correttezza d’informazione, la quantità stimata di diossina emessa in Puglia dalle centrali EdiPower, ENEL e ILVA è pari a circa 70 g (grammi) contro i circa 800 g dell’intera Comunità Europea, cifre di massima allerta sia chiaro, ma ben lontane dalle 36 milioni di tonnellate da lei citate. Basti pensare che nel tristemente famoso stabilimento della Icmesa di Seveso, il 10 luglio del 1976 bastarono poche centinaia di grammi di diossina per far sprofondare nel terrore un’intera nazione. Ritengo necessario anche precisare che non esiste una sola “qualità” di diossina ma molteplici, e quella sprigionata dall’incidente di Seveso apparteneva alla classe con più spiccata tossicità ossia nella forma tetraclorodibenzo-p-diossina –tcdd. Aggiungo anche che nell’articolo dell’Espresso, vi sono numerose inesattezze (confusione fra Edipower ed Enipower società completamente indipendenti l’una dall’altra, e in alcuni dati riportati), e che a pag. 55 viene pubblicata una foto di un impianto indicato come centrale Edipower, ma che in realtà le assicuro che nulla a che vedere con detta società né tantomeno produce energia elettrica.
Capisco la sua preoccupazione riguardo ciò che lei definisce eco mostri, ma ci siamo mai chiesti del perché continuano a restare in marcia e anzi sono in continuo ampliamento? Non sono un esperto di economia ma ritengo semplice giungere alla conclusione che qualsiasi società operante in qualsivoglia settore ha lo scopo di produrre reddito e ricchezza. Se le centrali elettriche sono regolarmente in funzione è perché la richiesta di tale prodotto è altissima.
Concludo dicendo che trovo giusto ed opportuno indignarsi quando ci si accorge che la realtà rischia di sfuggirci di mano, è assolutamente corretto pensare a fonti di energia alternativa senza però cadere nel semplicismo e nel pressappochismo, ma è doveroso fare tutti una sana autocritica riguardo le nostre cattive abitudini, a quante risorse sprechiamo inutilmente a partire dall’acqua per finire ai carburanti, per salvare il salvabile gentilissimo professore dobbiamo necessariamente fare tutti insieme un passo indietro e rinunciare a tante piccole comodità quotidiane, a partire dagli pseudo ecologisti dell’ultima ora che vanno a manifestare contro un’industria petrolchimica e quando vanno via abbandonano sul posto le bottiglie di aranciata e i bicchieri di plastica utilizzati per dissetarsi, proprio come tanti gitanti disattenti… Gentilissimo prof. Mazzotta,...ho sempre pensato che una sana cultura ambientale, da non confondersi col “terrorismo ambientalista”… Mino Mattia 14/04/2007 |