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23 novembre 2008 - da un lettore di Controvoci

 

Un lettore di Controvoci, sostenendo che il funzionamento del megasansifico de "la casa" non rappresenterà un rischio per l'ambiente e per la salute umana,  ci ha inviato, con richiesta di pubblicazione, alcuni articoli apparsi sul "Nuovo Quotidiano di Puglia" nei mesi scorsi, uno dei quali (Le centrali a biomasse sono sicure - di De Bellis), già pubblicato a suo tempo sul nostro sito nello spazio "Appuntamenti e Notizie" .

Inoltre ci ha chiesto di pubblicare il "Piano di Sviluppo Rurale della Regione Puglia 2007-2013 - ASSE IV   LEADER "  definito dal GAL (Gruppo di Azione Locale Terra d'Arneo) di cui è presidente il Prof. Antonio Greco, attualmente consigliere di minoranza del Comune di Veglie, il quale si è opposto alla realizzazione del sansificio, mentre, secondo quanto vuol far osservare il lettore, approvava con il GAL un piano di sviluppo rurale che al punto 3.1.1 ultimo capoverso contemplava la costruzione di centrali a biomasse.

 

DI SEGUITO GLI ARTICOLI E IL PIANO DI SVILUPPO RURALE INVIATICI PER LA PUBBLICAZIONE

 

Dal Nuovo Quotidiano di Puglia di venerdì 24 ottobre 2008 - di Beppe Longo

 

Il sansificio va in campagna

 

 

Squinzano si libera del problema-sansificio, che dall'interno del cen­tro abitato si sposta in campagna.

La nuova sede del "Sansifìcio Guerrieri", costruita al chilometro 2 della strada provinciale Squinzano-Casalabate, sa­rà inaugurata domani, sabato, alle ore 17, con l'intervento del sindaco di Squinzano Gianni Marra e con la benedizione del parroco don Vincenzo Ruggio. Il nuovo impianto, che comincerà a funzionare già da lunedì prossimo, è stato costruito su un'area di 10.000 mq., è diviso in diversi padiglioni realizzati a prova del pur mini­mo inquinamento ed ha delle macchine di ultima generazione che sono al top della sicurezza sul lavoro e di nessun impatto ambientale. Il sansificio di Michele Salvatore Guerrieri chiude la filiera della molitura delle olive, potendo trasformare la sansa prodotta nei frantoi oleari delle province di Lecce e Brindisi. Tutta la sansa, che entrerà nell'opificio di Squinzano, sarà trasformata in nocciolino e in innocuo vapore acqueo; l'unico "scarto" sarà la polverina che sarà raccolta ed utilizzata come combustibile del forno dello stesso impianto del sansificio.

Perché il cuore del sansificio è proprio il nuo­vo essiccatore, che ha una portata di lavoro eccezionale: può essiccare 2.000 quintali circa di sansa vergine d'oliva ogni 24 ore. Il nocciolino prodotto, un combustibile per uso dome­stico, verrà confezionato in sacchetti da venti chili e sarà venduto nei territori di Lecce e Brindisi. I vapori prodotti dall'essiccatore verranno trattati e finanche "lavati" in percorsi tecnologici di estrema funzionalità prima di essere dispersi nell'aria dalla canna fu­maria che ha un'altezza di 18 metri. Da tempo, anche negli ultimi anni di lavorazione nel vecchio sansificio di via Raffaeìlo Sanzio in Squinzano, Salvatore Guerrieri ha rinunciato ad estrarre l'olio residuo dalla sansa prima di essiccarla: è stata una scelta, forse antieconomica, ma certamente di grande rispetto per l'ambiente. Ed è qui tutto l'uomo della sansa di Squinzano: Michele Salvatore Guerrieri, già cavaliere al merito della Repubblica Italiana, ha dedicato tutta la sua vita al lavoro, partendo nel 1953 con un panificio realizzato a Caprarola nel Viterbese; poi nel 1957 costruì il primo frantoio moderno a Squinzano per passare poi nel 1963 al sansificio di via Sanzio, che ha lavorato fino all'anno scorso. Nella motivazione dell'ultimo premio ottenuto da Salvatore Guerrieri come "artefice cristiano del mondo del lavoro" a Milano dal Globo Cristiano è scritto che "Guerrieri conti­nua a dare, con piglio imprenditoriale unito a sagacia contadina, tipica di chi ama la terra in cui abita, che la percorre e la annusa, la lavora e la gusta, con amore che, visti i positivi risultati,è assolutamente ricambiato.

 

Dal Nuovo Quotidiano di Puglia di lunedì 29 settembre 2008 - di Fernando Durante

Scontro tra pubblico e amministratori al convegno sulle biomasse

 

Scambi di battute, a momenti, aspre, fra pubblico e qualche amministratore, al convegno sulle centrali a biomasse a Calmiera. Ma è stato scontro anche fra teorie diverse di oncologi di fama a lasciare perplessi.
Procediamo con ordine. Al seminario vi hanno preso parte tecnici in materia di energie alternative e medici oncologi. La tematica, peraltro, sconosciuta ai più, meriterebbe grande attenzione. Lo hanno sottolineato Antonio De Giorgi, esperto di energie alternative, e l'assessore provinciale all'Ambiente, Gianni Scognamiglio. E se da una parte, per Massimo Federico, ordinario di oncologia presso l'Università di Modena «allo stato attuale non vi è alcuna associazione fra impianti a biomasse ed insorgenza di tumori»; per Giuseppe Serravezza, - l’ emergenza ambientale è emergenza sanitaria». Nel 90% dei casi, sostiene quest'ultimo, «il cancro deriva da una causa ambientale». Peraltro, per far funzionare una centrale a biomasse, mancherebbe la materia prima, bisognerebbe farla arrivare da fuori regione, se non fuori Italia. Federico ha asserito che «la percentuale attribuita a fattori ambientali è del 2/3%». Mentre, sarebbe, invece, lo stile di vita la causa scatenante dell'insorgenza dei tumori. Per concludere che: «l'inquinamento derivante dai fumi degli impianti a biomasse è estremamente ridotto, rispetto ad impianti di altra natura». Per quanto resti materia controversa e, per gran parte sconosciuta, la centrale a biomasse, si farà.

 

Dal Nuovo Quotidiano di Puglia di martedì 2 settembre  2008 - di Luigi De Bellis

 

Le centrali a biomasse sono sicure

 

Recenti articoli apparsi sulla stampa locale suggeriscono che le centrali a biomassa saranno responsabili di un aumento di incidenza della mortalità da tumori; ben vengano infatti concerti a tutela dell'ambiente e della salute ma non cambiamo la realtà facendo credere che centrali a biomassa possano produrre diossina, ossidi di azoto e zolfo come impianti che bruciano fonti fossili (carbone, petrolio e derivati).
Nell'ambito dello scenario energetico internazionale, l'utilizzo delle biomasse è un tema di fondamentale importanza sia per la necessità di rispettare gli obiettivi di emissione di C02 previsti dal Protocollo di Kyoto, sia per il soddisfacimento del crescente fabbisogno energetico senza un ulteriore uso di combustibili fossili altamente inquinanti. Il punto "centrale" è che le Centrali a biomasse hanno lo scopo di ridurre l'utilizzo di fonti fossili (altamente inquinanti) o di impedire un aumento dell'utilizzo delle fonti fossili all'aumentare delle richieste energetiche; questo è automatico in quanto la rete elettrica è obbligata ad acquisire tutta l'energia elettrica prodotta da Centrali a biomasse (energia verde), ovvero a consumi elettrici costanti diventa necessaria una riduzione di potenza delle centrali che utilizzano fonti fossili. In aggiunta è opportuno ricordare che le centrali a biomasse utilizzano fonti rinnovabili (la materia organica o l'olio vegetale vengono prodotti ogni anno) e sono a basso (di gran lunga minore) impatto ambientale rispetto a centrali a combustione di fonti fossili (carbone e petrolio) non contenendo, es. l'olio vegetale, metalli pesanti, ne zolfo, ne azoto e neppure possono essere fonte di diossina. Inoltre le centrali a biomasse non sono minimamente messe in discussione da Organizzazioni Internazionali o dalla comunità scientifica internazionale in quanto all'inquinamento che potrebbero provocare o al possibile rischio di tumori (in molti altri paesi anche i verdi sono favorevoli alle centrali a biomasse) ma destano alcune perplessità a causa dell'aumento di prezzo delle materie prime (poi utilizzate nelle centrali a biomasse) che hanno anche un uso alimentare.
Ne consegue che lo sviluppo di Centrali a biomasse non aggraveranno il disastro ambientale ma forniranno invece un contributo, insieme allo sviluppo dell'energia eolica e dell'energia solare (anch'esse non prive di problemi) alla riduzione dell'inquinamento attraverso un minor utilizzo della combustione di carbone e petrolio.
Per correttezza occorre sottolineare l'enorme eterogeneità di ciò che definiamo con il termine "biomasse", dall'olio vegetale ai residui di potature, dai reflui zootecnici alla parte organica "biodegradabile" dei rifiuti industriali ed urbani, tutto il prodotto diretto o indiretto dell'attività di organismi fotosintetici (essenzialmente vegetali); l'utilizzo delle biomasse citate per la produzione di energia, cosa ben poco sfruttata in Italia, è in grado di generare: un contributo al rispetto della riduzione della produzione di C02; il non utilizzo di fonti fossili per la produzione di maggiori quantità di energia o per la sostituzione di fonti fossili; una minore produzione di inquinanti dalla combustione; lo sviluppo di nuove filiere economiche per il mondo agricolo; 1'utilizzo sottoprodotti e/o scarti di lavorazione; la diffusione di impiantì di piccola media taglia (filiera corta); la valorizzazione dei rifiuti.
Al contempo, è opportuno che i politici e gli Enti preposti svolgano correttamente i loro compiti di indirizzo e controllo realizzando: una programmazione della distribuzione e dimensionamento centrali a biomassa sul territorio; evitino la possibile concentrazione di fonti inquinanti; prevengano lo sfruttamento eccessivo di fonti locali; vigilino sulle attività delle centrali con un controllo imparziale delle emissioni.
In conclusione non sono certo le centrali a biomasse a costituire un rischio per la salute, lo sono invece alcuni impianti già in funzione, mentre lo sviluppo delle centrali a biomasse non costituiscono altro che una opportunità di salvaguardia ambientale ed una enorme risorsa economica.

 

Luigi De Bellis -Università del Salento -  Dipartimento di Scienze e tecnologie Biologiche ed Ambientali -

 

 

 

 

 

  dal sito del GAL - Terra d'Arneo - www.terradarneo.it

 

Piano di Sviluppo Rurale della Regione Puglia 2007-2013

 ASSE IV   LEADER  

 

FONDI DISPONIBILI

ASSE IV LEADER REGIONE PUGLIA

                                        €     289.000.000

PIANO DI SVILUPPO LOCALE

                                      €    13.000.000 ca.

 

Misura 3.1.1. DIVERSIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ AGRICOLE

 

·      investimenti funzionali alla fornitura di ospitalità agrituristica;

·      investimenti funzionali alla fornitura di servizi educativi e didattici alla popolazione, con particolare riferimento a quella scolare e studentesca;

·      investimenti funzionali alla fornitura di servizi socio-sanitari a vantaggio delle fasce deboli della popolazione;

·      produzione e commercializzazione di prodotti artigianali in ambito aziendale;

·      investimenti funzionali alla produzione e la vendita di energia da biomasse, residui colturali e dell’attività zootecnica, sottoprodotti dell’industria agroalimentare, fonti energetiche rinnovabili purché limitati ad una potenza di 1MW.

 

Beneficiari: aziende agricole                                      

contributo pubblico 50%

 

 

 

Misura 3.1.2. SVILUPPO E CREAZIONE DI IMPRESE

 

·      artigianato tipico locale basato su processi di lavorazione tradizionali del mondo rurale ed in particolare di quello agricolo e forestale (es. recupero di vecchi mestieri);

·      commercio, esclusivamente relativo ai prodotti tradizionali e tipici del territorio di riferimento, prodotti biologici e/o certificati, favorendo, in particolare la creazione di aggregazioni di microimprese per l’attivazione di microcircuiti di distribuzione locale;

·      servizi alla popolazione locale soprattutto per la prima infanzia e gli anziani (creazione di ludoteche, baby-sitting, centri ricreativi per anziani). Servizi attinenti il “tempo libero” (biblioteche, piccoli centri ricreativi, centri adibiti alla presentazione di produzioni cinematografiche e/o spettacoli, attività di intrattenimento, sport).

 

Beneficiari: aziende artigiane                       

contributo pubblico 50%

 

 

Misura 3.1.3. INCENTIVAZIONE DI ATTIVITÀ TURISTICHE

 

·      Servizi di progettazione, commercializzazione e promozione dell’offerta di turismo rurale;

·      Creazione di strutture di piccola ricettività. Riqualificazione e adeguamento di immobili, acquisto di arredi e di attrezzature per lo svolgimento di attività ricettive di piccole dimensioni non classificate come strutture alberghiere e organizzate in forme innovative di ospitalità (albergo diffuso).

 

Beneficiari : Piccole Imprese turistiche

contributo a fondo perduto fino al 50%

 

 

Misura 3.1.3. INCENTIVAZIONE DI ATTIVITÀ TURISTICHE

 

·      creazione di itinerari naturalistici, enogastronomici (strade del gusto e delle tradizioni, della transumanza, di turismo equestre–ippovie, ciclo-turismo, ecc.);

·      creazione di centri di informazione e di accoglienza turistica, attraverso l’adeguamento delle strutture esistenti, l’allestimento di sale di accoglienza, sale di degustazione, vetrine di prodotti, ecc., produzione degli strumenti di comunicazione (siti internet, brochure, depliant informativi, guide turistiche, ecc.);

·      realizzazione di sentieristica compatibile con l’ambiente per l’accesso alle aree naturali e alle piccole strutture ricettive, di cartellonistica, segnaletica stradale a basso impatto ambientale, funzionale al raggiungimento dei siti di interesse turistico.

 

Beneficiari : Enti pubblici

contributo a fondo perduto fino al 100% del costo totale

 

  

Misura 3.2.1. SERVIZI PER LA POPOLAZIONE

 

·      servizi di carattere didattico, culturale e ricreativo per le scuole: educazione ambientale e alimentare, conoscenza delle tradizioni, degli antichi mestieri, dell’architettura rurale e del paesaggio rurale;

·      servizi di utilità sociale mediante l’erogazione di terapia assistita (pet therapy, horticultural therapy, agroterapia, arteterapia, ippoterapia, etc.);

·         servizi di assistenza all’infanzia (ludoteche, agri-nidi);

·         servizi di trasporto per il raggiungimento delle strutture.

 

Beneficiari : Enti pubblici

 

 

Misura 3.2.3. TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE

 

·      Investimenti destinati a beni immobili privati e pubblici, di interesse artistico, storico e archeologico o sotto il profilo paesaggistico ed espressione della storia, dell’arte e della cultura del territorio;

·      restauro e risanamento conservativo di strutture, immobili e fabbricati (piccoli musei, archivi, mostre e esposizioni, teatri, centri ed istituzioni documentarie, spazi e centri espositivi per iniziative culturali, etc.);

·      interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo degli elementi tipici e caratteristici del paesaggio agrario e degli spazi comuni, anche a valenza storica e religiosa;

·      allestimento di musei della civiltà contadina;

·      opere di manutenzione straordinaria degli olivi monumentali.

 

Beneficiari : Enti pubblici

contributo a fondo perduto fino al 100% del costo totale


Il sansificio fa male? Non è vero ed è previsto dal piano di sviluppo rurale del GAL.
da www.controvoci.com
www.controvoci.com
4/12/2008