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I fumi? Solo vapore acqueo»

 

«Estrarremo nocciolino dalla sansa in un impianto a controllo continuo. Nessun inquinamento Le aziende agricole stiano tranquille. Le vere minacce vengono da Taranto e Brindisi»

 

KATIA MANCA

 

Intervista con il rappresentante della Oil Salento, l'azienda di Veglie che fa capo alla famiglia Panarese


   • VEGLIE . «Il nostro impianto non è dannoso per l’ambiente e la comunità, né tantomeno per le aziende agricole». A sostenerlo è Mauro Spagnulo, dirigente della OilSalento e dunque del sansificio in agro di Veglie, su cui si addensano le preoccupazioni di molti. Un sansificio nel cuore del Parco del Negroamaro, ma lui non ci sta a far passare l'opificio per «una macchina infernale». E spiega: «Con la modifica del progetto alla sola produzione di nocciolino, il nostro impianto è un “mega essiccatore”, di certo non più un “mega sansificio”. Bisogna analizzare bene la realtà dei fatti senza lasciarsi catturare da facili allarmismi».
   Sono trascorsi quattro mesi dall’approvazione comunale dell’impianto di proprietà della famiglia Panarese, mesi di proteste attorno all’opificio e al Comune, che ne ha autorizzato l’attivazione. Sin da subito, infatti, semplici cittadini, sindaci, partiti politici, associazioni, medici, imprenditori agricoli hanno manifestato la loro contrarietà all’impianto. Pertanto, l’impresa, che avrebbe dovuto inaugurare lo stabilimento a settembre scorso, con l’estrazione dell’olio dalla sansa vergine e la produzione di nocciolino, è stata costretta a rimandare l’inizio dell’attività. La Provincia di Lecce, infatti, a causa delle preoccupazioni espresse sull'impianto, ha istituito insieme al Comune di Veglie - successivamente allargato ad altro soggetti - e all’azienda stessa al fine di poter valutare possibili soluzioni migliorative. Da qui, d’intesa con la Oil Salento, la decisione di tavolo tecnico a modificare il progetto
iniziale, limitando le attività alle sole fasi di essiccazione e di confezionamento del nocciolino, «riducendo notevolmente l’impatto sull'ambiente», come ha dichiarato Gianni Scognamillo, assessore Provinciale              all’Ambiente.
   Oggi, l’opificio è sottoposto alla pre-verifica di assogettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale (Via) da parte dell’Università degli Studi del Salento, richiesta della Provincia di Lecce. Inoltre, presso il Tribunale Amministrativo Regionale sono pendenti quattro ricorsi, avanzati dai sindaci dei comuni limitrofi, dal Consorzio di Tutela Vino Doc Salice Salentino, dall’associazione degli agriturismi «Salento Terra d’Arneo» e da semplici cittadini, che lamentano le lesioni gravi del provvedimento sia sul profilo
   urbanistico - edilizio quanto su quello amb i e n t a l e.
   L’udienza, tenutasi il 5 novembre scorso, è stata rinviata al 14 gennaio prossimo in attesa della verifica preventiva disposta dalla Provincia. Facciamo un passo indietro: da un ex pomodorificio, la Oil Salento, dà vita ad uno stabilimento industriale per destinarlo a produzione e commercializzazione di oli vegetali e nocciolino di sansa. Com'è nata l’idea progettuale?
Tutto il mondo si muove nell’ordine di diminuire l’approvvigionamento di sostanze fossili come il carbone e il petrolio. La nostra impresa crede nel combustibile alternativo perchè crede nello sviluppo delle biomasse combustibili vegetali come fonti rinnovabili e, la sansa, ha un valore di risparmio energetico a basso impatto ambientale. Se tutti noi riuscissimo a contribuire ad utilizzare nel minor tempo possibile quelle che sono le fonti rinnovabili, allora potremmo avere, per le generazioni future, un ambiente salubre e non legato a questioni di inquinamento.
   Quali investimenti sono stati realizzati nella struttura?
   Abbiamo puntato sull'alta tecnologia, con macchine innovative e di ultima generazione: la sansa, lavorata all’interno della struttura, sarà trasformata in nocciolino e vapore acqueo. La nostra è un’azienda modello e a tutela dell’ambiente abbiamo implementato un sistema per il controllo in continuo con tutti gli enti di controllo interessati. Finora il gruppo Panarese ha investito milioni di euro senza aver richiesto alcun finanziamento pubblico.
   L'impianto nel Parco del Negroamaro, ha scatenato forti preoccupazioni tra i sindaci del comprensorio e i cittadini non solo di Veglie. La questione è finita pure dinnanzi al Tar. Cosa si sente di dire a tal proposito?
   I cittadini non sono stati ben informati. Si sono alzati dei polveroni che vanno ben oltre la realtà dei fatti. Il nostro impianto non inquina, i soli fumi che si avranno saranno legati a immissioni di vapore acqueo. Insieme alla Provincia e al Comune di Veglie si è deciso di eliminare la lavorazione dell’olio di sansa perché comporterebbe l’uso dell’esano. Oggi, il nostro impianto, deve considerarsi solo un grande essiccatore che trasforma in nocciolino
la sansa prodotta nei frantoi oleari, i cui vapori prodotti verranno trattati più volte dalle macchine prima di essere emessi nell’aria dalla canna fumaria. Il nostro scopo è quello di produrre biomassa, combustibile altamente ecologico, e non, come più volte molti hanno insinuato, bruciare combustibile da rifiuto. Con i sindaci, invece, c'è un ricorso al Tribunale Ammninistrativo Regionale che vede eccepire diverse motivazioni, rispetto alle quali molto serenamente ognuno andrà a rappresentare le proprie ragioni. Un collegio di giudici amministrativi si preoccuperà di discutere nel merito le motivazioni addotte nei ricorsi. Noi crediamo nell’operato della giustizia amministrativa e nelle autorità competenti.
   Gli imprenditori agricoli hanno lanciato l’allarme: l’impianto minaccia i prodotti doc salentini.
   Il vino che viene prodotto qui nasce sotto l’influenza di due grossi macigni industriali che sono a Taranto e a Brindisi. Le zone del doc si trovano in mezzo ai venti che sospingono i fumi di entrambe le industrie. Mi chiedo perchè oggi si svegliano per parlare di impatto ambientale negativo. Noi siamo un impianto di essiccazione con emissioni nocive intorno allo zero, mentre gli altri impianti vanno ben oltre i limiti consentiti dalla legge. Dire poi che un vino cambia di sapore perchè su un terreno esiste una canna fumaria mi sembra una considerazione di basso profilo.
   Sono in molti a sostenere che la sola produzione di nocciolino di sansa per ovviare all’utilizzo dell’esano, non può ritenersi sufficiente ai fini di una prevenzione dei danni alla salute, all’agricoltura e al turismo che scaturirebbero dall’attivazione dell’im  
   pianto.
   Si parla di danno ambientale ma mai quantificandolo. Noi non vogliamo distruggere le imprese agricole del territorio, semmai vogliamo favorirle. Siccome è stato detto che il nostro impianto distruggerà il turismo, vogliamo assicurare tutti che in estate non produrremo fumi; la lavorazione delle olive avviene nelle fasi invernali, pertanto noi lavoreremo durante l’inverno. Lavoreremo da novembre a febbraio, mentre nel periodo estivo saremo aperti solo come punto vendita».



 


SANSIFICIO: "I FUMI? SOLO VAPORE ACQUEO"
K. Manca - GdM
10/01/2009