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Interesse per la collettività o speculazione politica e invidia? Spesso questi tre motivi hanno la stessa radice, bisogna vedere se tutto ciò che è stato scritto e detto in questi mesi, è riconducibile a qualcuno di essi. Talvolta chi scrive si erge a paladino della giustizia, a difensore di una intera cittadina, e con arroganza, crede di vedere più lontano degli altri, di essere più colto, più preparato della collettività che “poveretta” da sola non è in grado di capire e di difendersi.
E’ in queste situazioni che spunta il giudice di turno, difensore della patria, che ha come vocazione quella di difendere i deboli dal male incarnato dall’ Impresa PANARESE: armato di penna, è pronto ad emettere la propria sentenza, tanto scrivere non costa nulla, l’importante è scrivere e soprattutto scrivere ciò che si vuole, mentre, chi dovrebbe rispondere non lo fa semplicemente perché immerso dal quotidiano.
Non sempre l’assenza di risposte è dovuta alla mancanza di giustificazioni adeguate, ma semplicemente ha come presupposto la consapevolezza che il lettore - e quindi il cittadino, concittadino - è abbastanza scaltro da capire e dedurre da solo quale sia la verità e quale sia lo spirito che spinge questi paladini a voler essere gli eroi del momento. Tanto eroi da sentirsi in grado di impartire lezioni di vita a chi ha lavorato duramente, partendo dal nulla, con lo scopo di migliorarsi e realizzarsi, e non certo come alcuni, depauperando e perdendo quello che i propri genitori nobilmente gli avevano lasciato, o come altri, mandando a lavorare la propria moglie ed andandosene comodamente in giro ad osservare, per poi screditare.
Ad un certo punto qualcuno deve rispondere, specialmente quando vengono dette delle falsità, giusto per apparire o meglio “Per far apparire”.
Leggendo sui blog, spazi della rete sicuramente più alla portata dei giovani, si vede come vecchi lupi della politica locale - si fa per dire, visto che da una vita non li vota più nessuno - come Giovanni CAPUTO, Lorenzo CATAMO, si cimentano a raccontare fatti e ad esprimere giudizi su vicende del recente passato e del presente, alterando la realtà, dimenticando di raccontare il ruolo da loro stessi esercitato, facendo leva sul fatto che il lettore - il giovane - non è a conoscenza di fatti passati.
Oggi ancora si parla di Ponte, associandolo al termine – legalità-, per identificare un pezzo di strada che cavalca un lembo di cava, e per far intendere non so, quale losco ed irregolare affare, se non quello portato avanti da una certa politica, per trarne dei vantaggi personali. Sì, credo che sia questa, “l’illegalità”, anche perché, non si coglie illegalità in una impresa che cerca di difendere la sua proprietà utilizzando le proprie risorse. Potrebbe cogliersi invece (illegalità), negli atteggiamenti assunti dall’ Assessore di turno, che abusando del potere che con il voto gli è stato attribuito, non ci pensa due volte a speculare.
E’ impressionante vedere come questi personaggi non riescano ad accettare lo status di altri, raggiunto con il duro lavoro quotidiano - di una vita - e cercano, in ogni modo, di ridimensionare il tutto.
E’ impressionante l’ipocrisia presente nelle parole degli stessi, quando sostengono che non è giusto, che a pagare sia la collettività: purtroppo, non essendo personaggi sprovveduti, sapevano già come sarebbe andata a finire, (l’importante era bloccare un’azienda – nemica-, non importa a che prezzo ed a spese di chi). A questo punto, viene da chiedersi se tutto ciò sia lecito, se sia lecito che politici facciano spreco di denaro pubblico pur di imporsi. Questa domanda ha già una risposta, l’illiceità sta nell’arroganza di questi personaggi, ai quali, per evitare tale spreco, fù proposta con insistenza una variante che nulla avrebbe aggiunto e nulla avrebbe tolto all’utilità, funzionalità e qualità della viabilità post-ponte (attuale), ma avrebbe avuto solo il pregio di ridurne notevolmente i costi. Questa soluzione fu bocciata perché a loro piaceva l’idea del ponte, d'altronde quando a pagare è Pantalone, tutto diventa fattibile. Per farla breve, tutti volevano il completamento della circonvallazione, ma lo volevano in modo differente. Le soluzioni erano due: adottare la variante con una notevole riduzione dei costi, oppure perseverare con l’obiettivo della costruzione del ponte senza trascurare il fatto che, lo stesso venne inizialmente adottato come soluzione proprio perché il tracciato andava a finire sulla cava, grazie ad una deviazione iniziale che ebbe in ogni caso il merito di valorizzare(è un dettaglio non da poco) alcuni terreni di proprietà di diversi signori, legati da vincoli di parentela stretta, con qualche assessore del tempo, dandogli prospetto sulla circonvallazione. Particolare questo facilmente verificabile percorrendo la stessa; dall’ incrocio di Via Salice andando verso il ponte, si nota un cambiamento del suo andamento, non più circolare, tipico di una circonvallazione, ma avente una netta deviazione, verso destra, andando a sfociare volontariamente sulla cava. Alla faccia di chi dice che a comandare sono sempre i soldi, direi che certi politici fanno un baffo anche ai soldi, d'altronde dove arriva la cattiveria….. non si spiegherebbe altrimenti tanto interesse per la questione. La storia si ripete con la questione sansificio, anche qui gli eroi sono intervenuti a difesa del più debole salvandolo dal male, che ironia un magistrato ti blocca e tutto va bene, un magistrato ti risarcisce ed è una ingiustizia che a pagare sia la collettività (opinione di questi signori). L’errore si sta ripetendo, chi guida questo movimento sa già come questa storia andrà a finire, ma pur di soddisfarsi, non esita a porre fine, d'altronde, quando a pagare è il cittadino, ogni cosa per il politico diventa realizzabile, non venga poi a piangere i risarcimenti da lui stesso causati. Si scrive che a sbagliare sono sempre gli stessi. Si, è vero che gli imprenditori nella questione circonvallazione e nella questione sansificio sono sempre gli stessi, ma d'altronde è normale, investire e creare sono prerogative da imprenditore. La cosa imbarazzante è invece che gli oppositori siano sempre gli stessi. Può succedere a tutti di essere investiti da una auto, due, tre o più volte nella vita. Fin qui nulla di strano; il problema è quando ci si rende conto che ad investirti è sempre la stessa persona. Questo fa pensare.
Fa pensare ad un teatrino, dove, chi muove le fila – burattinaio che non ha più fede e tutelato da chi tutela per professione -, muove tanti burattini incapaci di ragionare e di avere una propria idea, nonostante siano essi professionisti, seppur, mai riconosciuti menti eccelse nella loro specializzazione, sono abili a diffondere panico e false informazioni alla gente.
Detto ciò, occorre sottolineare che nessuno ha la pretesa di convincere qualcuno, ma è evidente che esiste un motivo per tanta ostilità. L’unica spiegazione sembra essere lo status di disadattato di cui è vittima il burattinaio,- come del resto testimonia la sua storia, con le sue doti, difficile è la permanenza in luoghi sacri – vista l’incapacità a costruire, realizzare e dare vita a qualcosa. Molto portato alla distruzione ed abile ad additare chi vive con scopi totalmente differenti, votati alla creazione, realizzazione e miglioramento –prerogative queste, di ogni umile imprenditore -, quindi per questo bersaglio preferito.
Bisogna capire, che spesso, quello che appare è differente da ciò che veramente è. Solo il tempo schiarirà tutto ciò che oggi sembra poco chiaro a causa di individui che pur di guadagnare qualche misero voto, o perché non accettano il progredire di altri, vendono falsità con il marchio della verità e legalità.

Angelo Panarese


Interesse per la collettività o speculazione politica e invidia?
A. Panarese
07/03/2009