LETTERA A NAPOLITANO «LA LEGALITÀ A M M I N I S T R AT I VA NON ABITA PIÙ NEI NOSTRI COMUNI»di ANTONIO GRECO*
«Onorevole presidente Giorgio Napolitano,
mi rivolgo a Lei, per porre il problema riguardante il controllo negli enti locali.
Assistiamo a fenomeni di patologie sociali davvero complessi che ci sconcertano. Uno di questi è la corruzione. Dopo quello della sanità, un settore in cui la corruzione diventa sempre insopportabile è quello degli Enti Locali.
Negli enti locali i controlli non esistono più. I controlli interni sono falliti e la legalità amministrativa sembra non abitare più nei nostri comuni. Abolita la “vergogna sociale” che accompagna chi ruba o chi viola la legge, quasi garantita l’impunità di chi comanda, il resto viene da sé.
Le racconto la paradossale vicenda del mio paese. Nelle elezioni amministrative dell’apri - le del 2005 sono eletti il sindaco e un consiglio comunale di 20 consiglieri. E’ difficile individuare il colore politico della lista vincente. Agli inizi di maggio del 2009 la Procura di Lecce fa perquisire la casa e l’ufficio del sindaco, indagato per corruzione, come titolano i giornali locali. A fine maggio il presidente del Consiglio (dello stesso partito del sindaco), si dimette da consigliere e, subito dopo, si dimettono contemporaneamente altri dieci consiglieri. Il 28 maggio 2009 il consiglio comunale eletto democraticamente nel 2005 non esiste più.
Ma, per un cavillo giuridico utilizzato strumentalmente, dopo quasi quattro mesi, il sindaco è ancora in carica e amministra con 10 consiglieri, sforna provvedimenti, elargisce nomine…senza la esistenza e la funzionalità degli organi elettivi di controllo.
Gli 11 consiglieri dimissionari si sono rivolti al Tar di Lecce ed hanno avuto ragione (cfr. ordinanza n. 550/09) ma il Consiglio non è stato sciolto. Il Consiglio di Stato, arbitro definitivo, è difficile che si pronunci nel merito in tempo prima del naturale svolgimento delle elezioni amministrative della prossima primavera.
Il Prefetto di Lecce ha segnalato il caso alla Procura del Tribunale ma, ad oggi, di questa segnalazione non conosciamo l’esito.
I segretari dei partiti politici locali si sono rivolti ai rispettivi segretari provinciali e ai politici salentini per chiedere le dimissioni del sindaco perché il problema è prima politico e poi amministrativo e/o penale. Ma, in risposta, non un solo intervento pubblico. Nemmeno da parte del segretario politico provinciale del partito a cui il sindaco dice di appartenere.
La cancellazione di fatto di qualsiasi controllo, anche politico, sull’attività degli enti locali sta arrecando gravi danni alla Nazione. Non mancano, però, pezzi di “società civile” attivi nella lotta per la legalità. In nome di quelli esistenti anche a Veglie mi rivolgo a Lei per chiederLe: “Quando tutte le strade legali del controllo sono state percorse ma sono risultate senza uscita, che fare e a chi rivolgersi?»
(*già sindaco di Veglie)
LETTERA A NAPOLITANO «LA LEGALITĄ A M M I N I S T R AT I VA NON ABITA PIŁ NEI NOSTRI COMUNI»
GdM-A. Greco
16/10/2009
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