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NON CANCELLIAMO IL NATALE!

 

Siamo in piena atmosfera natalizia, sempre che questo voglia ancora dire qualcosa. C’è stato un tempo in cui l’attesa del Bambinello ci faceva sentire tutti un poco più buoni. Si ricordavano i poveri di casa nostra e anche i fratelli del Terzo Mondo. Per i primi venivano organizzate raccolte di articoli di prima necessità, per gli altri si distribuivano salvadanai con l’invito a introdurvi qualche moneta  da destinare alle Missioni Estere.

 

Oggi, purtroppo, i poveri senza dimora, con tutti i loro possedimenti chiusi in un fagotto, deturpano la bellezza delle città. E i fratelli africani, arrivati per guadagnarsi di persona un minimo di sostentamento, sono scuri di pelle e il colore nero stona, non fa pendant con le luminarie.

 

Abbiamo sentito – e ce lo ricorda anche Claudio Sabelli Fioretti nella rubrica “Senza vergogna” di  IO Donna n. 50 – che  Franco Claretti, il sindaco leghista di Coccaglio, ha avuto la pensata di dar vita al festoso evento denominato “White Christmas” che consiste, non nel distribuire un pasto caldo, ma nel cacciare, non importa come o per dove,  tutti gli extraqualcosa.

 

Bianco Natale? Coccaglio, se porta a compimento questa iniziativa, può appendere tutte le luminarie che vuole: mai il suo Natale sarà stato più buio.

 

(I cittadini di Coccaglio troveranno di che consolarsi, leggendo l’articolo di  Giangiacomo Schiavi  sulla  “Festa delle Luci a Cremona”).

 

Proprio in questi giorni ho ripreso in mano il volumetto “Il cielo degli ultimi”, una raccolta di reportage firmati da Maria Grazia Cutuli, la giovane giornalista assassinata il 19 novembre 2001in Afghanistan. A Pagina 50 leggo:

 

 “Ci tolgono la luce e ci ingiuriano perché siamo cattolici”.

 

Nell’intervista concessa alla Cutuli, Michael Latif, 56 anni, moglie e 5 figlie, confida: Sono l’unico cattolico in un quartiere musulmano… i nostri vicini fanno di tutto per scacciarci… un giorno ci tolgono la luce, un altro il gas… e non manca notte che qualcuno non bussi alla porta gridando per poi scappare via…in Pakistan noi cattolici siamo sempre stati visti come degli infedeli, ma adesso è peggio: Ci considerano occidentali… l’ultimo avvertimento è arrivato domenica, dopo la strage di cristiani alla chiesa di Bahawalpur… siamo cattolici da almeno due generazioni. Lo era mio nonno e lo era mio padre… (M.G.Cutuli: Segrete le nuove conversioni. Tradire Allah per Gesù, secondo la legge, comporta la pena di morte).

Snowbar, la figlia maggiore di Michael, 25 anni, laurea in giurisprudenza, aggiunge: “Gli anni scolastici sono stati un incubo. In classe ero l’unica donna in mezzo a studenti musulmani. Tutti, a cominciare dagli insegnanti, erano convinti di potersi prendere ogni tipo di libertà. “la vostra religione vi autorizza a commettere adulterio, mi dicevano”...

 

Ha paura, Michael Latif, ma dichiara, anche a nome della famiglia: non abbandoneremo per questo la strada tracciata da Cristo…

 

Se la “Festa delle luci” cancella il Natale, così titola Giangiacomo Schiavi sul Corriere Della Sera del 12-12-09 per raccontare di Eriberto Mazzotti, il maestro elementare di Cremona che, per non disturbare la sensibilità dei bambini di religioni e nazionalità diverse, ha deciso che la festa della nascita di Gesù Cristo sarà sostituita dalla “Festa delle luci”.

Il maestro si giustifica così: “In una scuola ad alta concentrazione di bambini extracomunitari, il Natale non deve escludere nessuno”. Ma se proprio IL NATALE è festa di accoglienza e solidarietà, perché cancellarlo?

 

Maria Grazia Cutuli ha raccontato nel suo reportage, con quanto coraggio professino la loro fede cristiana Michael Latif, i suoi familiari e gli altri correligionari, nonostante l’emarginazione, le angherie e le intimidazioni   cui sono costretti.

 

Giangiacomio Schiavi, invece, mette in evidenza come gli insegnanti (quello di Cremona non è che l’ennesimo esempio) guidati da uno strano eccesso di sensibilità, costringano i bambini cristiani, con la rinuncia delle tradizioni, alla negazione della loro fede. Dimenticano che Gesù è simbolo di unità e non di divisione: è proprio in Suo nome che ci dobbiamo sentire tutti fratelli, e schierarci dalla parte degli ultimi, contro ogni sorta di  intolleranza o di  emarginazione.

 

Ribadiamolo: E’ doveroso, soprattutto da parte dei cristiani, il rispetto verso tutte le etnie e le diverse religioni. Ma non esiste proprio – ho già avuto modo di dirlo su Veglieonline in occasione del Natale del 2005 – che i padroni di casa, anziché essere presenti per onorare gli ospiti ed essere solleciti a soddisfare ogni loro necessità, lascino l’abitazione deserta e si nascondano in cantina  come  se avessero qualcosa di cui vergognarsi!

 

Giusta l’accoglienza, vanno bene l’ospitalità e la condivisione, ma non a scapito nostro. Siamo italiani e abbiamo il diritto di essere orgogliosi della nostra cultura; abbiamo le nostre tradizioni e la nostra fede: per noi e per i nostri figli, non abbiamo intenzione di rinunciare a tutto questo.

 

Ragioniamo: li mandiamo in Afghanistan o in altro paese musulmano i nostri bambini cattolici a festeggiare il Santo Natale? No, vero? E allora è giusto che lo festeggino qua, a casa nostra, certamente insieme a tutti i compagni di diverse razze e diverse religioni che con loro frequentano la scuola.

 

Per gli insegnanti sarà l’occasione giusta per spiegare a tutta la classe, dando prova di sensibilità e di preparazione magistrale, il significato del Natale e l’importanza che questa festività riveste nella religione Cristiana.

 

Parleranno poi del calendario delle festività ebraiche, ricordando, fra l’altro, che gli Ebrei in dicembre festeggiano Hanukka, o Chanukkà, cioè la Festa delle luci, che dura otto giorni, e ne spiegheranno il significato.

 

Con la stessa diligenza, alla data opportuna, spiegheranno usi e costumi dei musulmani e l’importanza che ha per loro, per esempio  il Ramadan.

 

E sarà così, via via, per festività e tradizioni  di ogni etnia rappresentata nella scuola.

 

Gli insegnanti saranno così portatori di giustizia e di pari opportunità. Da parte loro i bambini saranno felici di avere  tante date da condividere. E anche tanti dolci da degustare…

 

Nessuna sensibilità verrà disturbata, là dove saranno messi in pratica la conoscenza, la tolleranza e il rispetto reciproco. 

 

 

dania

 


NON CANCELLIAMO IL NATALE!
dania
20/12/2009