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Documento elaborato a conclusione dell’incontro “Energie rinnovabili: soluzioni in-sostenibili” tenutosi a Veglie il 29/11/2009

 

Il presente lavoro parte dalla constatazione che la rete elettrica nazionale può essere paragonata ad un secchio bucato: spreca e disperde buona parte dell'energia prodotta. Quindi prima di pensare alle fonti rinnovabili con cui soddisfare una domanda che sembra destinata ad ampliarsi con la crescita del PIL, occorre tappare i buchi del secchio, eliminando sprechi, inefficienze ed usi impropri.

Allo stato attuale della tecnologia, si possono ridurre almeno della metà i consumi di fonti fossili senza compromettere i servizi finali negli usi termici, nella produzione elettrica e nell’autotrasporto. In questo modo si ridurrebbero sia le emissioni di CO2, che sono la causa principale dell’effetto serra, sia i costi della bolletta energetica che gravano sulle famiglie, sulle imprese e di conseguenza sull'intera economia nazionale. I risparmi che ne conseguirebbero, consentirebbero di coprire i costi d’investimento nelle tecnologie che accrescono l’efficienza, attuando così un ampio trasferimento di denaro dalle importazioni di petrolio alle retribuzioni degli occupati in questi settori. Ridurre gli sprechi è indispensabile per consentire lo sviluppo delle fonti rinnovabili, il cui contributo non sarebbe in grado di coprire i consumi inutili e le inefficienze, ma potrebbe soddisfare in maniera significativa una richiesta di servizi energetici forniti con maggiore rendimento, come dimostra l’esperienza di altri paesi, quali ad esempio la Germania.

Alla luce di quanto sopra emerge con chiarezza il motivo della nostra preoccupazione; e sebbene da un lato diciamo SI all’energia da fonti rinnovabili, dall'altro opponiamo un netto e chiaro NO a tutto ciò che è “mega” nel settore della produzione di energia elettrica, anche da fotovoltaico ed eolico, se questo significa trasformare irrimediabilmente un territorio con tutte le conseguenze che ne derivano.

Si sta determinando una situazione insostenibile per il nostro territorio dovuta a diversi fattori che, in sintesi così elenchiamo:

·         l’uso improprio e strumentale degli incentivi previsti per le fonti rinnovabili dai programmi nazionali;

·         l’uso improprio delle procedure autorizzative con l’abuso della D.I.A.; l'istruttoria delle domande presentate con Dia non consente quasi mai di poter valutare in maniera adeguata gli effetti cumulativi di impianti contigui e/o vicini.;

·         la mancata pianificazione energetica da parte delle amministrazioni comunali e provinciali;

·         le richieste e la presentazione di un numero spropositato di progetti, al punto  che, se attuati tutti, sarebbero stravolti ampi tratti del paesaggio agrario  e compromessa la naturale vocazione  di sviluppo del territorio;

·         il chiaro tentativo di una moderna colonizzazione del territorio.

Se si considera che ad oggi la Regione Puglia dispone di una produzione energetica doppia rispetto alla reale domanda interna, è facile capire come le ulteriori produzioni sarebbero destinate all'esportazione fuori regione; dunque il problema energetico si fa decisivo e determinante anche per il futuro del nostro territorio, già martoriato dall’inquinamento della centrale a carbone della vicina Cerano. A che serve produrre più energia alternativa se a ciò non corrisponde una adeguata riduzione della quota di energia prodotta da fonti non rinnovabili o comunque ad alto tasso inquinante, e dunque delle emissioni di gas serra?

A seguito di queste premesse e di quanto emerso da questo incontro dibattito, nascono alcuni impegni che ci auguriamo si possano concretizzare in un futuro non troppo remoto:

1)     occorre in primo luogo sensibilizzare la coscienza dei cittadini e degli enti locali ad un uso più consapevole e responsabile dell'energia, e in seconda battuta promuovere l'adozione di sistemi di autoproduzione che evitino al nostro territorio nuovi stress derivanti dall'installazione di gigantesche pale eoliche e di mega impianti fotovoltaici in campi e zone naturali anche di pregio o comunque importanti per l'economia locale, come ad esempio il parco del negro amaro, etc;

2)     condividere e sostenere la moratoria alla realizzazione di impianti eolici e fotovoltaici chiesta dalle tantissime associazioni del Salento al Consiglio Regionale, in attesa di una ridefinizione della normativa che regolamenta il settore, in direzione di una reale eco compatibilità e sostenibilità ambientale;

3)     chiedere alla Regione Puglia, alla luce delle numerose istanze di realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica da eolico, biomasse e fotovoltaico e degli irreparabili danni che dalla attività antropica possono derivare al territorio, l’esecuzione di una Valutazione Ambientale Strategica per la Provincia di Lecce, allo scopo di capire se tutto ciò sia compatibile con uno sviluppo sostenibile e quindi nel rispetto della capacità rigenerativa degli ecosistemi e delle risorse, della salvaguardia della biodiversità, della tutela del paesaggio, di una equa distribuzione dei vantaggi connessi all’attività economica.

4)     chiedere alla Regione Puglia, alla luce degli indirizzi contenuti nel PEAR, di pianificare la graduale riduzione dell’utilizzo delle fonte fossili, a partire dagli impianti più obsoleti, via via che aumenta la produzione da fonti rinnovabili;

5)     impegnare le nostre associazioni e i singoli cittadini a chiedere agli enti locali di informare e di rendere pubblici i progetti presentati nel settore energetico, coscienti che la democrazia partecipativa è l’unica forza per la tutela e lo sviluppo del territorio;

6)     impegnare la Regione Puglia, al fine di diffondere l’installazione di pannelli fotovoltaici  fino a 20 Kw, ad intervenire, affianco agli incentivi statali già previsti, con piccoli contributi in conto capitale o con accordi con gli istituti di credito per abbattere il costo degli interessi per i cittadini;

7)     chiedere alla Regione Puglia di attivare il provvedimento di delega alle Province della Pianificazione energetica territoriale per porre, con il coinvolgimento dei Comuni, ordine in questo settore, tenendo comunque conto delle linee di indirizzo e, compatibilmente, degli obiettivi previsti nel PEAR regionale; 

8)     chiedere ai Comuni di attuare una propria pianificazione, soprattutto nel settore del fotovoltaico, al fine di individuare le aree più idonee per l’installazione di impianti a terra.

 

Associazione LEGGENTI - Veglie

COMITATO AMBIENTE SANO - Veglie

PRO LOCO VEGLIE

AIALP Associazione Ingegneri e Architetti liberi professionisti


Documento elaborato a conclusione dell’incontro “Energie rinnovabili: soluzioni in-sostenibili” tenutosi a Veglie il 29/11/2009
S. Russo
22/12/2009