Veglieonline.it >>> chiudimi  ***   Stampa questa pagina

E' questo il n. 73 di Messaggi Vegliesi. E' anche l'ultimo, dopo cinque anni di vita amministrativa. Attraverso questo mezzo ho informato i cittadini e ho dato conto del mandato amministrativo affidatomi.

 

Chiedo altri cinque minuti per un momento di riflessione prima di andare a votare il 28-29 marzo per il rinnovo del Consiglio comunale.

 

Rispondo con questa lettera anche a chi, sui siti locali, ha voluto approvare, criticare o, semplicemente, prendere atto del progetto politico di VEGLIE FUTURA.

 

Grazie per l'attenzione.

 

                                                                                                                         

SULL’ORLO DEL BURRONE

 

CON LA SPERANZA DI SALTARLO

 

 

 

“Non chiedere al tuo paese cosa può fare per te,

 ma chiediti cosa puoi fare tu per il tuo paese”.

 

(John Fitzgerald Kennedy)

 

 

 Il piccolo Titanic del Comune di Veglie affonda! E per questo siamo in una situazione eccezionale e, speriamo, del tutto transitoria. Da affrontare con mezzi e alleanze politiche altrettanto eccezionali e transitorie.

 

Chi ha coscienza dei problemi complessivi che la prossima amministrazione dovrà affrontare sa che oggi il primo impegno di una seria azione politica è quello di strappare il timone dalle mani di chi ha amministrato negli ultimi cinque anni e che, pur di rimanere a galla, cerca di distrarre abilmente i passeggeri ignari del perché la nave sta affondando.

 

Chi ha dormito, invece, per cinque anni e non conosce la situazione in cui è piombato il Comune di Veglie si scandalizza per la frammentazione e lo scompaginamento delle forze politiche locali.

 

Ora l’obiettivo principale è quello di salvare tutti. Perché su questa nave non ci siamo solo noi ma anche i nostri figli e i figli dei nostri figli. Il resto e cioè la ricomposizione delle aree politiche e gli schematismi teorici possono attendere e  cedere il passo ad esigenze più evidenti e pressanti.

 

 

Abbiamo costruito con fatica una squadra di persone consapevoli della grave situazione, competenti, libere da interessi di parte, distanti dalle pressioni dei poteri forti, con tante idee per una “Veglie Futura”.

 

 

Non esistono pensieri unici e ricette univoche per il risanamento e lo sviluppo locale. Ma esistono indirizzi e orizzonti.

 

L’attuale crisi economica è anche per Veglie come una guerra con morti e feriti. Il lavoro scarseggia, le imprese chiudono, gli artigiani stentano, la fatica dei contadini è svalutata, i giovani fuggono, i servizi comunali sono scarsi, le tasse sono state aumentate.

 

Il modello di sviluppo, basato sulla quantità e sul consumo avido delle risorse, che per 50 anni ha dato anche a Veglie ricchezza e prosperità, è finito.

 

Sta per venire il tempo in cui si riscoprirà che la Terra Madre, come durante e dopo una guerra, ci salverà.

 

Sta per venire il rifiuto dello spreco e dei veleni. Come abbiamo iniziato a fare con la resistenza al megasansificio e ai mostri che, costruiti da tutti, ogni giorno, distruggono la nostra salute.

 

Sta per arrivare una nuova fame, la fame del nutrimento giusto. Ci sveglieremo veramente, però, solo quando capiremo che dietro questa fame c’è una tremenda nostalgia di qualità, di rispetto della natura e di valorizzazione dei nostri prodotti.

 

Il ritorno alla Terra: da qui inizia il nuovo umanesimo vegliese.

 

Quest’orizzonte può far uscire il paese dalla crisi e salvarlo dal burrone in cui precipita.

 

 

Per una sfida così difficile un’amministrazione comunale, anche la migliore, non basta da sola. Sindaco, assessori e consiglieri sono solo i piloti, scelti con il voto il 28 e 29 marzo, di una nave che trasporta quasi 15 mila cittadini per i prossimi cinque anni e a cui spetta partecipazione e controllo. Il futuro di Veglie è nelle mani di tutti.

 

 

Tra i 19 candidati di VEGLIE FUTURA c’è anche il mio cognome e nome. E’ stata una “scelta obbligata” perché ho contribuito alla formazione della lista.

                                                                                                                    Prof. Antonio Greco


“Non chiedere al tuo paese cosa può fare per te, ma chiediti cosa puoi fare tu per il tuo paese”.
antonio greco
12/03/2010