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Buona sera  e ben trovati,

vi ringrazio a nome di tutti i componenti del coordinamento cittadino del Pd, per aver accettato il nostro invito.

 

Come partito, che per alcuni è  il participio passato del verbo partire, ma vorrei chiarire che nell’idea di partenza c’è insito il concetto dell’arrivo e in esso l’idea della carovana che si mette in moto e parte  per il raggiungimento di un obiettivo.

 

Come partito, dicevo, abbiamo voluto organizzare quest’iniziativa, perché ci sembrava necessario informare e informarci di quanto sta accadendo nella scuola, del suo importante ruolo nella società, come spazio educativo che costruisce il futuro. La scuola che attraverso l’impegno dei docenti si attiva nella formazione delle coscienze delle donne e  degli uomini del domani.

 

E invece la riforma Gelmini  prospetta solo tagli di cattedre, quando alla formazione dei docenti dovrebbe essere rivolta la massima cura e attenzione. Questi professionisti, che svolgono una  azione educativa insostituibile e hanno il compito di costruire la coscienza critica delle nuove generazioni, vengono spazzati via perché ci si preoccupa solo dei tagli di bilancio.  

 

Si è varata quindi una riforma che vede contrari gli studenti, una riforma bocciata dai genitori che con docenti e alunni hanno manifestato scendendo nelle piazze italiane.

 

Una riforma mal strutturata, disordinata , confusa ….

 

Ma vediamo cosa cambia da domani.

 

Poniamo il caso che tra qualche giorno, il termine ultimo per le iscrizioni è il 26 marzo, un ragazzo, che frequenta la terza media, si voglia iscrivere al liceo scientifico, ma più che studiare latino, preferisca fare più laboratorio, in teoria non dovrebbe avere problemi, perché da quest’anno esiste il liceo delle scienze applicate, variante dello scientifico senza il latino.

 

Bene.

Allora la famiglia sceglie questo indirizzo delle scienze applicate.

Ma  qui cominciano i problemi.

Poiché si dovrebbe sapere in quale scuola c’è questo indirizzo.

Si dà, però, il caso che ad oggi le caselle ministeriali che assegnano ad ogni sede scolastica i diversi indirizzi continuano a spostarsi e quello che vale oggi potrebbe non valere domani.

 

In mezzo a queste incertezze il sito del ministero della Pubblica istruzione cosa fa?

 

Suggerisce alle famiglie dei circa 600 mila ragazzi classe ’96, che in questi giorni devono iscriversi alle superiori, di indicare più indirizzi al momento dell’iscrizione, ufficialmente per conservare maggiori opportunità di scelta, in realtà  perché ancora non è chiaro quali indirizzi verranno attivati e in quali  scuole.

 

Ma come si fa a capire qual è l’indirizzo più adatto per il ragazzo che si deve iscrivere?

 

Sono stati soppressi l’istituto per geometri, l’agrario, e l’aeronautico confluiti tutti nel liceo tecnologico.

Ora  chi vorrebbe intraprendere ad esercitare la professione di geometra si dovrà fermare al nome della scuola? Oppure deve consultare i nuovi indirizzi e cercare di capire in quali nuovi indirizzi le materie che lo interessano hanno più peso rispetto al resto?

E come fa ad orientarsi?

L’orientamento dovrebbe essere svolto dalla scuola media.

 

I docenti di quest’ordine scolastico sono stati messi nelle condizioni di svolgere questa funzione?

Per cercare una possibile risposta a tutti questi interrogativi bisognerebbe consultare la guida alla nuova scuola secondaria superiore.

 

Ma anche qui si tratta di un malloppo di 130 pagine fitte consultabile sul sito istruzione.it.

 

Ci sarà da qui al 26 marzo il tempo necessario per le famiglie di leggersi 130 pagine di guida?

 

In realtà a dodici giorni dalla chiusura delle iscrizioni le famiglie non sanno dove iscrivere i propri figli.

 

Ed ecco comparire l’Italia delle proroghe, delle sanatorie, delle deroghe.

Magari in questo caso ci vorrebbe un decreto interpretativo sulle modalità d’iscrizione al primo superiore, comunque ad un intervento necessario che salvi le iscrizioni dal caos in cui il ministro è andata ad infilare la scuola superiore dopo  quello provocato lo scorso anno con le elementari.

 

Sembra quasi che ad ogni nuovo anno scolastico ci si voglia complicare la vita…

 

Certo un provvedimento per dare indicazioni più chiare alle scuole e alle famiglie sarebbe auspicale e questo si che avrebbe il carattere “dell’interesse generale”.

 

Ma ritorniamo al nostro ragionamento a  chi giova tutta questa fretta? Perché bisogna partire da quest’anno con la riforma?   Perché il Ministro si va ad infilare dritta nel caos?

 

E’ presto detto. L’arcano non è poi cosi arcano.

 

Secondo Tremonti  la scuola costa molto e le riforme hanno l’unico obiettivo di tagliare, tagliare, tagliare.

 

Si è iniziato a partire dall’elementari a ridurre il tempo scuola e adesso si passa alle superiori. 

La riduzione del tempo scuola comporta la riduzione  delle cattedre e queste la riduzione dei docenti e del personale ATA.

Ora non pensiamo che da questo dibattito si possa uscire con la soluzione a problemi così complessi ed articolati, ma vorremmo quanto meno offrire le informazioni necessarie affinché i cittadini le famiglie e i docenti abbiano l’opportunità di formarsi un’opinione su quanto sta accadendo in un comparto così strategico per la crescita e lo sviluppo del nostro paese.

 

Senza una buona scuola non si costruisce né una morale pubblica, né una coscienza civile e tanto meno uno sviluppo economico in grado di creare benessere per l’intero Paese.

 

Al di là di quanto si sostiene sulle nuove conoscenze che la scuola dovrebbe offrire per preparare le nuove generazioni da inserire nel mondo del lavoro; ritengo che alla base di ogni formazione la scuola, tutta la scuola senza differenza d’indirizzi, dovrebbe preparare i giovani ad essere: puntuali e precisi, costanti nell’impegno e attaccati al lavoro. Poiché l’identità di ognuno di noi passa attraverso l’attaccamento che si dimostra nei riguardi del proprio lavoro, qualunque esso sia.

 

Il resto lo si costruirà insieme. 


Intervento di Mariarosaria DE Bartolomeo
Mariarosaria de bartolome
19/03/2010