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Ho ancora negli occhi la grande partecipazione popolare alla Via Crucis che si è snodata Venerdì sera per le vie del paese. E' stata la mia prima uscita pubblica di Sindaco di questa comunità e, nel parteciparvi, mi chiedevo quale messaggio tale celebrazione stesse lasciando a me, uomo credente e, nello stesso tempo, uomo politico delegato oggi a interpretare le ansie e le speranze di oltre 14.000 abitanti. Tra le tante, una sola riflessione porgo alla vostra attenzione: la Via Crucis, l'esperienza di sofferenza di Cristo, è per tutti, credenti e non, l'esperienza di sofferenza di ogni uomo, al di là del credo religioso, al di là del tempo e dello spazio assegnatici alla breve vita di ognuno di noi. Quante vie crucis si sono dipanate all'interno di questa storia umana millenaria! Quante vie crucis si sono consumate in ogni guerra, passate e attuali; e quante ancora se ne consumeranno per ogni giorno che verrà? Ma quante vie crucis si consumano anche in tempo di pace? Anche qui, a Veglie, tra le nostre vie, nel silenzio delle nostre case, nell'anonimato di una famiglia che abita forse a pochi passi da noi o nel chiuso di una casa per anziani soli? Disoccupazione, monoreddito insufficiente, malattie debilitanti, situazioni di abbandono familiare; l'elenco sarebbe lunghissimo. Che fare? Cosa possono fare i cittadini e il loro Sindaco, insieme? Trascurando per il momento le iniziative in campo sociale che saranno oggetto del lavoro amministrativo dei prossimi mesi, credo di dover rivolgere a tutti (me compreso) un invito ad essere sempre più cittadini solidali: nei momenti più difficili, invece di essere più chiusi, dobbiamo essere più altruisti, più sensibili e partecipi alla sorte degli altri. Ci sono spazi di solidarietà che né la politica più attenta né il servizio pubblico più efficiente potrà cancellare. Ed è bene che sia così; la solidarietà è compito e terra di tutti, nessuno escluso. Diventare sempre più cittadini solidali significa anche essere antenne sociali, sempre pronte a captare i sintomi di quel disagio che spesso cresce fino a esplodere anche con forme di violenza inaudita. Infine, sono convinto che la solidarietà ha sempre due facce: infatti, mentre è avere cura degli altri diventa anche, di ritorno, cura di se stessi. La nostra comunità o cresce tutta insieme o si sminuisce e perde la sua umanità. Con questo invito e queste convinzioni, auguro ai miei concittadini una serena e Santa Pasqua. Il neo Sindaco Sandro Aprile Auguri del Sindaco per la Santa Pasqua Sandro Aprile 3/04/2010 |