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Il giovane ricercatore vegliese Carmelo Quarta primo firmatario di uno studio internazionale sulla pillola anti-obesità

 

I risultati lasciano ben sperare: riduzione del peso senza conseguenze sul cervello

 

 Gazzetta del mezzogiorno 8/4/10 

VEGLIE - È salentino il primo firmatario della nuova ricerca internazionale, a guida italiana, che riaccende le speranze sulla pillola anti-obesità. Carmelo Quarta, 27 anni, originario di Veglie, è dottorando in Scienze mediche e sperimentali dell’Università di Verona (con sede consorziata a Bologna) e fa parte del team europeo di ricercatori coordinati dal professor Umberto Pagotto, endocrinologo dell’Alma Mater, autori di un’importante studio pubblicato sull’ultimo numero della rivista scientifica Cell Metabolism.

Dopo la delusione del Rimonabant, promessa mancata di elisir di magrezza che riduceva sì il peso in eccesso (del 10 per cento in media) ma col rischio di incorrere in ansia e depressione, e per questo ritirato dal mercato nel 2008, Quarta e colleghi - una ventina gli italiani, alcuni dei quali stabilmente all’estero - hanno scoperto che nuovi farmaci anti-grasso (simili al Rimonabant) potrebbero risultare pienamente efficaci anche senza agire sul cervello, ma solo sul resto del corpo. O almeno così accade nei topi.

«Non abbiamo in mano la nuova pillola anti-obesità - chiarisce il giovane ricercatore salentino - ma di certo con questo studio abbiamo aperto nuovi scenari che potrebbero portare a cure farmacologiche realmente efficaci sull'uomo».

In ballo, non ci sono solo i chili di troppo ma anche una lunga serie di problemi di salute connessi all’obesità: in primis, il diabete, ma anche pressione e colesterolo alti, e a lungo andare infarto e ictus. Senza azione sul cervello, si elimina infatti il problema degli effetti collaterali sulla psiche. Si tratta quindi di usare farmaci che non vi penetrino, come quelli recentemente sviluppati e già testati con successo sugli animali. Se si dimostreranno validi anche sull’uomo il gioco è fatto.

«Abbiamo effettuato esperimenti su una popolazione di circa 180 topi - spiega Quarta - e li abbiamo divisi in quattro gruppi: uno ha continuato a seguire una dieta magra, come gruppo di controllo, gli altri tre una dieta super-calorica. Di questi, il gruppo che non ha virtualmente assunto alcun farmaco ha aumentato del 30 per cento il grasso corporeo, mentre gli altri due, sia quello che simulava l’assunzione di farmaci ad azione anche cerebrale, che quello che simulava l’assunzione esclusivamente periferica, hanno mantenuto il peso iniziale, senza scostarsi da quelli a dieta magra, nonchè livelli più contenuti di colesterolo, glicemia e trigliceridi. Da qui la dimostrazione che l’efficacia delle molecole anti-grasso non è solo legata all’azione encefalica, ma può manifestarsi anche a livello periferico, interagendo con le terminazioni nervose del tessuto adiposo, del fegato e dei muscoli».

Si parla di simulazione perchè gli scienziati, in realtà, non hanno fatto ricorso a farmaci, ma a topini geneticamente modificati, appositamente generati nei laboratori di Bordeaux da Giovanni Marsicano e di Magonza da Beat Lutz, e studiati presso il Centro di ricerca biomedica applicata del policlinico Sant’Orsola di Bologna.

«Abbiamo iniziato questo tipo di studi nel 2005 - ricorda il ricercatore - alcuni di noi nel corso degli anni si sono spostati all’estero ma ancora adesso collaboriamo a distanza grazie a finanziamenti dell’Unione europea».

Le molecole per perdere peso come il Rimonabant, agiscono su dei recettori del sistema nervoso, disattivandoli. L’intuizione alla base dello studio è stata quella di utilizzare topini concepiti in partenza per non possedere tali recettori, chiamati Cb1. Così, una volta dimostrato che la partita non si gioca nel cervello ma a livello delle innervazioni periferiche che regolano muscoli, fegato, grasso e pancreas, le speranze sono ora riposte, secondo gli endocrinologi di Bologna, nei farmaci anti-grasso che, a differenza del Rimonabant, non entrano nel cervello.

f.s.

 


Il giovane ricercatore vegliese Carmelo Quarta primo firmatario di uno studio internazionale sulla pillola anti-obesità
GdM
10/04/2010