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LA GUERRA DEL FARMACISTA

L’Amministrazione Fai a partire dal 2007 s’impegna a conferire all’ASL, in forma gratuita e per venticinque anni, una sede appropriata per la nascita di un Centro Polifunzionale Territoriale (CPT) dove dovrebbero confluire i medici “della mutua”, una serie di specialisti (geriatra, cardiologo, ginecologo, ortopedico, diabetologo), un centro prelievo, le vaccinazioni, la guardia medica notturna e festiva, il 118 e un presidio medico per l’intero arco delle 24 ore : “la casa della salute”.

L’obiettivo è quello di ridurre l’ospedalizzazione e il ricorso al Pronto Soccorso.

Affinché l’iniziativa abbia successo, vi debbono partecipare i medici “della mutua”. Infatti aderiscono al progetto otto medici, riceveranno dall’ASL, per la loro disponibilità, un congruo premio d’incentivazione.

In tre anni si sarebbero potute cercare molte buone soluzioni per realizzare un progetto che rappresenta un’opportunità di miglioramento delle cure mediche offerte al cittadino di Veglie e dei paesi limitrofi. Ma Fai e Cascione ignorano il problema e, a conclusione del loro mandato, propongono la struttura fieristica di via Salice o, in alternativa il Municipio.
Alla fine, in seguito alle pressioni delle lobby locali, con una delibera approvata da soli sette consiglieri, viene scelto il Municipio.

Ora l’attuale maggioranza deve dipanare un intricato bandolo di matassa. lasciato in eredità dalla confusa e pasticciona Amministrazione Fai.

La casa della salute nella sede municipale è irrealizzabile, poiché incompatibile da un punto di vista urbanistico. La mancanza di parcheggi e la forte concentrazione del traffico presente e futuro renderebbero invivibile la zona. Sull’area sono presenti tre banche, un ufficio postale e diverse attività commerciali. Inoltre, la sede municipale rappresenta il simbolo in cui si riconosce un’intera comunità, spostarla sarebbe una lacerazione identitaria difficile da ricomporre.

Durante la campagna elettorale è stata presentata una richiesta di referendum da parte di alcuni cittadini, che vogliono sentire il parere della popolazione prima di trasferire il Municipio in via Salice.
Aver raccolto, da parte delle tre farmacie, seicento o mille firme per sostenere il contrario, e cioè lo spostamento del Municipio, rende più complicata una mediazione concordata e dà il segno della pressione scatenata a tutela d’interessi particolari. Mai espressi così impudentemente contro il pubblico interesse.

Il senso civico, l’interesse generale, il bene comune, il futuro della medicina di base, la salute dei cittadini vanno a farsi benedire, poiché s’intravede un calo di fatturato della farmacia nel momento in cui verrebbe realizzata la casa della salute in via Salice.
Pertanto, la percezione di una probabile flessione d’introiti provoca reazioni scomposte da parte d’imprenditori-professionisti, che gestiscono da sempre le loro attività in regime di monopolio e non si sono mai preoccupati di presentarsi sul mercato in maniera concorrenziale.
A questo punto, poiché alcuni medici, legati o no ai locali distributori del farmaco, sono contrari ad una sistemazione della casa della salute in via Salice, e quindi sono pronti a ritirare l’adesione al progetto, l’iniziativa rischia, per colpa loro, di naufragare.
E’ bene, quindi, che la politica faccia il suo mestiere, che i medici si assumano le responsabilità dei loro comportamenti e che i cittadini sappiano a chi dare le colpe, qualora a Veglie non venga realizzato il centro sanitario, perché in questo paese nessuno è mai responsabile di nulla.

Giovanni Caputo

 

La guerra del farmacista
g. caputo
3/05/2010