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17 marzo 1861 Unità d'Italia - 17 marzo 2011 centocinquanta anni dopo l'Unità d'Italia.
L'Italia è una e tale deve restare. Su questo - ovviamente - non si discute.

Ma tutto questo non può esimerci dal riflettere sulla storia reale che c'è stata; dalla riflessione su ciò che è successo dalla metà alla fine del 1800. Le celebrazioni che stanno avvenendo, la macchina che si è voluto attivare, in questo giorno in particolare, per ricordare l'Unità d'Italia sembrano avere lo scopo di far passare sotto silenzio ciò che realmente è accaduto nel 1861. I grandi "festeggiamenti" sembra che vogliano spegnere e far tornare nel dimenticatoio ciò che l'attuale storiografia sta cercando di riportare alla luce.
Nel nostro Paese manca la coscienza di una storia unita; manca una storia condivisa sugli avvenimenti che hanno portato all'Unità d'Italia. Non si può costruire un Paese se si rinnega la sua storia, se si inventa e si riscrive una storia piena di lacune e di dimenticanze, di realtà taciute, di realtà negate.

La storiografia attuale sta mettendo in luce fatti ormai passati, sta mettendo in luce cosa si è voluto "tralasciare" nei libri di storia; è vero, la storia la scrivono i vincitori; nel nostro caso la storia italiana è piena di miti, di leggende, di "eroi" ai quali sono state intitolate molte vie, soprattutto qui al Sud, eroi che hanno combattuto e vinto contro i briganti, contro i Borboni, contro la gente del Sud.

Cavour, Vittorio Emanuele II, Mazzini i grandi "eroi" del Risorgimento italiano che ha portato, formalmente, all'Unità d'Italia.
E' vero che il nostro Risorgimento è avvenuto in un periodo in cui in gran parte dell'Europa c'erano fermenti di unità, di patria, di nazione. Non è casuale che lo stesso movimento sionistico nasca proprio in questi anni, un movimento che, dopo centinaia di anni, cerca di contattare gli ebrei sparsi per il mondo per riportali in Palestina dove poter ricostituire uno stato. Questo significa che il sentimento di nazione e di patria, in quel periodo era davvero forte.
Il nostro Risorgimento da quali reali motivazioni è nato? Motivi politici, motivi economici, motivi unitari, patriottici, nazionalistici, espansionistici? Tutti questi insieme? Nessuno di tutti questi?

Occorre forse riflettere seriamente sul nostro passato, perché è l'unico modo per costruire un futuro serio. I venti di oggi sembra vogliano spazzare l'idea di un'Italia unita; sembra che adesso il Sud sia diventato un peso per il fiorente Nord; per un Nord che prima ha devastato e saccheggiato il Sud e adesso, reso una zavorra, comincia a dare fastidio ed essere un peso del quale liberarsi. Vedi le idee di alcuni nostri politicanti, come Bossi, Gelmini, Tremonti...

Da quali mali occorreva togliere e liberare le regioni del Sud? A chi occorreva unirli?
Occorreva liberare i nostri contadini dai latifondisti padroni e proprietari? Dopo l'Unità in questo campo cosa sarebbe cambiato? Oggi i latifondisti, anche nostrani, non continuano a sfruttare i contadini e non continuano a sfruttare lo Stato dichiarando dei compensi - sulla busta paga - ai lavoratori agricoli e poi, nella realtà, pagando un quarto?

Era necessario, si diceva, liberarli dai Borboni e unirli ai Piemontesi con i quali, insieme alle altre regioni conquistate sempre dai Piemontesi, si sarebbe costruito uno stato unitario: l'Italia.

Quanto è costata questa annessione, lo racconta la storiografia attuale che - pur se di parte come qualcuno afferma  (ma tutti i libri che si sono avuti nelle scuole fino ad oggi, non sono forse vistosamente di parte?) - hanno grandi spunti di verità e possono essere anche verificabili.
Sarebbero ancor più verificabili se i documenti dello Stato relativi agli anni dell'Unità d'Italia non fossero custoditi "segreto di stato".

Il Regno delle Due Sicilie, che comprendeva tutto l'attuale Sud, sotto i Borboni (dinastia reale francese, così come gli stessi Savoia), era il terso stato industrializzato del mondo, dopo Inghilterra e Francia. Un regno che non conosceva le tasse, che aveva il sistema sociale previdenziale, che aveva la prima ferrovia d'Italia, che aveva le principali industrie metallurgiche d'Europa, che aveva dei porti incredibili, che aveva industrie che erano in grado di costruire da sola e in modo autonomo (senza importare nessun pezzo da fuori) navi come il gioiello Amerigo Vespucci e che faceva lavorare più operai dell'attuale Ansaldo di Genova... perché c'era la necessità di "liberarci" e annetterci al Piemonte?

Come mai ci sono voluti 12 anni di guerra civile, ben 22 paesi del Sud incendiati con tutti i cittadini dentro, dai soldati piemontesi di Vittorio Emanuele? Al Sud tutti furono definiti briganti, anche se si combatteva contro qualcuno che senza dichiarare guerra aveva invaso il territorio del Regno delle Due Sicilie, anche se si combatteva per difendersi si era bollati come "briganti".
I soldati "fratelli d'Italia" al Sud utilizzarono le fucilazioni in massa; al Nord aprirono campi di concentramento e di sterminio per rinchiudervi e farvi morire gli italiani del Sud, a volte venivano squagliati direttamente nella calce; al Sud i piemontesi saccheggiarono e svuotarono tutto ciò che trovarono sulla loro strada: le ricche banche meridionali, i musei, le regge, le chiese, la case private: tutto fu portato via e con tutto ciò fu saldato l'enorme debito del regno dei Savoia e si costruirono ingenti patrimoni privati che permisero a diversi settentrionali di diventare grossi imprenditori.
Il Sud subì una guerra civile di 12 anni, il Nord invase il Sud e alla fine, quando fu costituito il Regno dell'Italia unita, al sud furono introdotte tremende tasse per pagare i debiti della guerra (che era fatta contro di loro).

Prima del 1861 il Sud non conosceva l'emigrazione, non aveva bisogno di emigrare. Subito dopo l'Unità d'Italia, milioni di meridionali dovettero emigrare, perché il Sud fu spogliato di tutto: ma il Governo dell'Italia Unita tassò ferocemente i milioni di disperati meridionali che emigravano in America o che tentavano di emigrare al Nord (ma quest'ultima emigrazione successivamente fu proibita: i meridionali al Sud).
L'Unità d'Italia servì a risollevare le condizioni economiche di un regno piemontese allo sbando e ormai sul collasso economico-finanziario. Da quel momento il Sud è stato utilizzato come una spugna da spremere per ricavarne il più possibile. Sono passati i decenni, ma ancora oggi il Sud è considerato una spugna dalla quale ricavare il massimo. Si fanno leggi speciali per il Sud (già dal 1861 furono sfornate diverse leggi speciali per il Sud); si fanno "casse del mezzogiorno", tutto ciò che si fa per il Sud è fatto con fondi e con decisioni speciali.
Massimo D'Azeglio (al quale purtroppo è intitolata la via di casa mia) parla dei meridionali come di "carne che puzzava", e al Nord di dimostrò "scientificamente" che la gente del Sud era inferiore come razza rispetto alla gente del Nord. Furono scritti dei saggi, questo doveva in qualche modo giustificare l'assurdità che il piemonte stava commettendo nel sud dell'Italia.
Ancora oggi, nell'Italia Unita, si continua a chiedersi perché il Sud è stato unito all'Italia (leggi Piemonte) rendendolo misero e continuando a gestirlo senza dignità come se effettivamente si fosse gente inferiore; come se si fosse immeritevoli di opere pubbliche degne di questo nome; come se non si fosse meritevoli di avere ferrovie (non ferrovie decenti, ma ferrovie).

Queste poche righe non servono a fomentare odio tra Italiani, siamo tutti italiani, come lo eravamo anche quando dal Piemonte sono scesi quaggiù massacrando e uccidendo (a volte solo perché non si conosceva neanche il nome di Vittorio Emanuele II perché non lo si era mai sentito nominare!). Servono a renderci conto che, anche e soprattutto da chi governa nel grande e nel piccolo, deve rispettare la nostra dignità di persone prima di tutto, non deve far dimenticare che siamo stati calpestati e che - purtroppo - lo siamo ancora oggi. Allora basta con i discorsi di circostanza, ma cerchiamo di far diventare l'Italia davvero una e unita.

 

Claudio Penna


Unità di Italia -Inizio di un confronto critico e veritiero
Claudio Penna
17/03/2011