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TERNITTI  di Mario Desiati, Mondadori, 2011

 

Un canto poetico,  quello di Mario Desiati, per quell’estremo  lembo di terra Salentina, dove il mare grande,  l’Adriatico e il mare piccolo, lo Jonio, s’incontrano creando immagini suggestive;  per quei paesi –l’autore  li elenca tutti– ,  dove gli Antenati hanno posto dimora e dove ancora oggi,  in onore della Vergine  e dei Santi Protettori si ripetono  riti antichissimi.

Terra di  ulivi centenari e di  querce vallonee i cui prodotti sono serviti al sostentamento della popolazione.  Terra di  pietre con le quali, senza l’ausilio di alcun collante, da sempre sono state effettuate costruzioni, tanto che la zona  è ricca  di  ancestrali monumenti - dolmen e menhir - ,  di  trulli e pajare e  di   antichi  muretti a secco.

 

Dalle pagine s’eleva una nota di rimpianto per il periodo in cui quelle pietre antiche sono state  “lasciate incustodite” per seguire il richiamo dell’industria attivatasi a creare l’Eternit, materiale loro surrogato, composto da  cemento e di fibre d’asbesto (amianto)

Sono partiti in tanti dalle terre del Capo, abbagliati da uno stipendo che al paese  avrebbe consentito di vivere da ricchi ma che nei luoghi d’emigrazione sarebbe bastato a malapena per pagare l’affitto di un angolo di fabbrica dismessa, nonostante le rinunce e la parca alimentazione fatta di pane intinto nella birra o nell’acqua salata.

 

E poi il dolore, tanto, per i numerosi casi di “ASBESTOSI” malattia da esposizione all’asbesto: gli esperti dicevano agli operatori  che per eliminare dal corpo l’amianto  inalato sarebbe bastato ingurgitare enormi quantità di latte, invece questo ribollente magma, pronto a divorare i malcapitati che scivolavano nelle vasche di fermentazione, rilasciava fibre volatili  che, una volta penetrate nei corpi delle persone che gli stavano accanto  –gli  operai  in fabbrica, le donne in casa a lavare  le tute da lavoro –, non li abbandonava  più, segnando per questi un  tragico destino che non si sarebbe  potuto ridisegnare,  neppure tornando a casa, tra mare,  sole e  del vento.

 

Infine la rabbia e la rassegnazione, perchè l’asbesto s’é accanito provocando Asbestosi e conseguenti vari tipi di tumore,  anche 30/ 40 anni dopo l’esposizione,  sui poveri operai e non sui proprietari delle fabbriche che “ci hanno campato”. 

 

Tutti i paesi del Capo di Leuca  hanno  dato all’amianto  il loro contributo di vite umane, formando  una lunga lista destinata  ad allungarsi almeno  fino al 2015, ma che risulterà sempre incompleta: per tanti decessi a causa dell’amianto, per sfinimento o  sfiducia, neppure è stata intentata causa,  tanto nessuna azione legale  avrebbe riportato in vita i cari estinti.

 

E’ costruito su  tasselli di storie reali il romanzo  “TERNITTI”  il cui autore, Mario Desiati, ha assegnato a  tre generazioni della  famiglia Orlando: Antonio e Rosanna, i figli  Domenica (Mimì) e  Biagio (Celestino), la nipote  Arianna  (figlia di Mimì),  il compito di  rappresentarle attraverso le loro vicissitudini.

 

E’ Mimì, l’eterna ragazza libera e coraggiosa, sempre pronta a prendere di petto la vita e a sollecitare gli altri a fare altrettanto, la principale protagonista: nella sua vita   assumerà un ruolo importantissimo Ippazio (Pati), il primo amore.

 

Molteplici gli  argomenti toccati nello svolgersi del quotidiano:  rispetto delle tradizioni, fede, bene e male,  amore e abbandono, alcolismo,  amicizia e solidarietà, rassegnazione, violenza, maternità, riservatezza ed ascolto; paura,  risentimento e perdono; lotta per la difesa del posto di lavoro... 

 

Ternitti conta  258 pagine.  Tantissime sono  di grande emozione, ma  l’autore pare voler scorrere via, per puntare più sulla conoscenza e sulla consapevolezza dell’insieme,  piuttosto che sull’effimera lacrima facile.

 

TERNITTI  partecipa, a pieno titolo,  al Premio Strega 2011. In bocca al lupo!

 

 

 

dania

Milano, 26 maggio 2011

 

 

 


TERNITTI di Mario Desiati
dania
27/05/2011