Finanziaria 2002 e scuola

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da: Veglie Online, ottobre 2001 * "Informazione"

Il consiglio dei ministri, nella seduta del 27 settembre, vara la legge finanziaria per il 2002.

Per il settore scuola è prevista - prevalentemente - una razionalizzazione delle spese: 

Tali risparmi dovrebbero consentire la riduzione di un 15% (dall'attuale 95%, all'80%) dell'incidenza degli stipendi sulla spesa totale per l'istruzione, permettendo un risparmio di 600 miliardi nel 2003 e di 1250 miliardi nel 2004 ed una crescita del fondo integrativo pari, rispettivamente, a 490 e 210 miliardi negli stessi anni.

Questi risparmi, uniti a:

dovrebbero portare ad un totale di 4 mila 487 miliardi (circa 2 miliardi e 300 mila euro) destinato, nel triennio, al comparto scuola.

Per maggiori dettagli rimandiamo al testo della Legge Finanziaria ed alla relazione previsionale per il 2002.

Riportiamo di seguito la sintesi della Legge Finanziaria 2002 curata da Palazzo Chigi:

Premessa. 
L’attacco terroristico dell’11 settembre è destinato a produrre effetti rilevanti sull’economia mondiale, europea, italiana.
Gli effetti sul ciclo, sui tassi, sui settori, sono difficili da valutare.
Più in generale, prevedere e stimare gli effetti sulla struttura e sulla dinamica dei processi di globalizzazione è esercizio egualmente incerto.
Per queste ragioni, le stime quantitative formulate dai governi hanno natura di obiettivo, più che di previsione.
Nel breve e medio periodo, su un arco di 12-24 mesi, l’andamento delle economie dipenderà dalla risposta dei governi al terrorismo; dalle loro decisioni in campo economico e finanziario; dalla fiducia dei consumatori e degli investitori; dal nuovo ordine mondiale che gradualmente prenderà forma.
E’ possibile che le prospettive della crescita migliorino, se i paesi industrializzati, a partire dagli Stati Uniti, introdurranno sostanziali manovre di sostegno all’economia. Questa ipotesi non è improbabile.
In ogni caso, avendo riguardo alle variabili economiche fondamentali, si può affermare che l’andamento presente dell’economia è incerto, ma che la ripresa futura è certa; che questa dovrà essere agganciata predisponendo condizioni ottimali.
In questo contesto, sicuramente anomalo, si presenta una legge finanziaria che combina i valori della stabilità, con quelli della crescita e dell’equità. 
Azioni equilibrate in tempi straordinari: un fatto di per sé notevole.

Stabilità, crescita, equità. 
Stabilità, crescita, equità sono i tre pilastri della prima legge finanziaria presentata da questo Governo.
Nella convinzione che la stabilità sia un valore fondamentale per il Paese e per l’Unione Europea, la legge finanziaria assume come obiettivi di finanza pubblica i “target” concordati con l’Unione Europea: un indebitamento netto pari allo 0,5% del Pil nel 2002; il pareggio del bilancio nel 2003.
Questi andamenti completano il processo di convergenza verso l’equilibrio di bilancio.
Nella convinzione che la crescita sia condizione necessaria per la stabilità, il Governo ha già introdotto, con i provvedimenti “100 giorni”, e rafforza in questa sede, misure mirate allo sviluppo economico ed all’efficienza.
Sul piano dell’equità, la legge finanziaria avvia, infine, importanti interventi per il sostegno dei pensionati più disagiati e delle famiglie con figli a carico e redditi bassi e medi.
Queste misure agiscono su più di nove milioni dei cittadini; sostengono i consumi; spostano più di due milioni di cittadini al di sopra della soglia di povertà.

La qualità dei provvedimenti. 
All’interno delle compatibilità macroeconomiche, particolare attenzione è stata riservata alla qualità dei provvedimenti.
Ciò può essere compreso selezionando e raggruppando le diverse misure in quattro aree:
a) una prima area contiene misure formulate nella logica della buona amministrazione.
Rientrano in questa area azioni di contenimento della spesa delle amministrazioni; il patto di stabilità interno per il sistema degli enti pubblici; le misure per l’efficienza delle pubbliche amministrazioni; le misure per il personale; simbolicamente, i minori compensi per i ministri;
b) una seconda area contiene riforme mirate a sbloccare il sistema economico ed a dare efficienza alla pubblica amministrazione.
Rientrano in questa area la trasformazione e la soppressione di molti enti pubblici, da trasformare in società o in enti senza fine di lucro di utilità sociale, in modo da segnare, di fatto, un arretramento del perimetro dello Stato, ferma la funzione pubblica o sociale dei soggetti interessati. Rientra nella stessa logica il provvedimento per la valorizzazione e la privatizzazione del patrimonio immobiliare, i cui effetti reali e finanziari non costituiscono solo una base del bilancio pubblico dei prossimi anni, ma riportano ad efficienza un patrimonio di dimensioni eccezionali. Di notevole importanza, sul piano finanziario e dell’efficienza, è infine la norma sulla ristrutturazione dei servizi pubblici locali di rilevanza imprenditoriale, che consente ai Comuni di separare infrastruttura e gestione del servizio, valorizzando la rete in capo alle amministrazioni e aprendo la gestione del servizio al settore privato. Nella stessa direzione, ma con riferimento al settore privato, opera infine la rideterminazione dei valori delle partecipazioni e dei terreni, che rimuovono un disincentivo o freno fiscale alla riorganizzazione delle attività economiche;
c) nella terza area si concentrano le misure di equità.Pur nelle citate incertezze dello scenario economico e finanziario globale, i risparmi di spesa pubblica primaria dovuti alla buona gestione consentono l’avvio immediato di due interventi, che qualificano questa legge finanziaria: 
i) nel settore pensionistico, è previsto dal primo gennaio 2002 l’innalzamento delle pensioni ad un milione al mese, per i cittadini più bisognosi;
ii) sul fronte degli sgravi fiscali, e’ previsto l’innalzamento a un milione della detrazione per ogni figlio a carico, per tutti i redditi sino a 70 milioni.
Le due misure, per cui la legge finanziaria stanzia rispettivamente 4200 e 3100 miliardi a regime, aumentano, si ripete il reddito disponibile ed i consumi di circa 9 milioni di cittadini, contribuendo al sostegno dell’attività economica; in particolare, spostano più di 2 milioni di cittadini al di sopra della soglia di povertà; pongono al centro dell’attenzione la famiglia, istituzione su cui fonda la nostra società; 
d) nella quarta area si concentrano infine le riforme strutturali, che saranno varate entro la fine dell’anno:
i) la riforma fiscale, con l’abbassamento delle aliquote;
ii) la riforma previdenziale e del welfare, improntata a garanzia e libertà.
La loro introduzione verrà graduata in base all’evoluzione dello scenario di finanza pubblica, a sua volta dipendente dalle variabili economiche internazionali ed interne.

Conclusioni. 
L’ insieme di misure proposte integra un quadro organico, che si sviluppa su più orizzonti temporali. 
Come si è notato in premessa, natura ed intensità dell’insieme dei provvedimenti sono notevoli, in un anno che si annuncia complesso sul piano politico e finanziario internazionale, tanto che, nelle scorse settimane, molti osservatori hanno dubitato sulla possibilità di “mantenere le promesse”. 
Con questa legge finanziaria, l’opera di riforma inizia invece a prendere forma concreta.
Il Governo ritiene che la combinazione di azioni per la stabilità, la crescita, l’equità, con attenzione ai saldi macroeconomici ed alla qualità degli interventi, sia insieme possibile e necessaria.


articolo apparso su: http://www.edscuola.com