Cantico dei drogati

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segnalato da: Daniela Della Bona, 22 maggio 2002 * "Articoli Vari"

 

CANTICO DEI DROGATI  di F. De Andrè

Ho licenziato Dio, gettato via un amore
per costruirmi il vuoto nell'anima e nel cuore.

Le parole che dico non han più forma nè accento
si trasformano i suoni in un sordo lamento,
mentre fra gli altri nudi io striscio verso un fuoco
che illumina i fantasmi di questo osceno giuoco.

Come potrò dire a mia madre che ho paura?
Chi mi riparlerà di domani luminosi
dove i muti canteranno e taceranno i noiosi,
quando riascolterò il vento tra le foglie
sussurrare i silenzi che la sera raccoglie. 

Io che non vedo più che folletti di vetro
che mi spiano davanti che mi ridono dietro. 

Come potrò dire a mia madre che ho paura?
Perchè non han fatto delle grandi pattumiere
per i giorni già usati, per queste ed altre sere
e chi, chi sarà mai il buttafuori del sole
chi lo spinge ogni giorno sulla scena alle prime ore
e soprattutto chi e perchè mi ha messo al mondo
dove vivo la mia morte con un anticipo tremendo?

Come potrò dire a mia madre che ho paura?
Quando scadrà l'affitto di questo corpo idiota
allora avrò il mio premio come una buona nota
mi citeran di monito a chi crede sia bello
giocherellare a palla con il proprio cervello,
cercando di lanciarlo oltre il confine stabilito
che qualcuno ha tracciato ai bordi dell'infinito.

Come potrò dire a mia madre che ho paura?
Tu che mi ascolti insegnami un alfabeto che sia
differente da quello della mia vigliaccheria.

Daniela Della Bona