I fatti di Genova

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da: Dania, 10 agosto 2001

Prestare attenzione ad ogni termine nuovo ed andare alla ricerca del suo significato per arricchire ed aggiornare il proprio vocabolario e non restare “tagliati fuori”. Questo il metodo adottato da sempre, ma… non ci sì può distrarre un attimo che sbucano parole nuove, come per incanto subito assorbite dai giornalisti di radio e TV, che le propinano poi in tutti i notiziari, senza preoccuparsi di spiegarne il significato a quei distratti che s’erano lasciati sfuggire l’attimo della loro coniazione o nascita. Come se tutti fossero del mestiere…

 Ecco allora che con la riunione a Genova del G8, il vertice degli Stati più industrializzati (Canada, USA, Francia, Gran Bretagna, Italia, Giappone, Germania, Russia), abbiamo dovuto rinfrescare la conoscenza di:

 Seattle: città USA dello Stato di Washington. ( Seattle era il nome di un capo indiano massacrato per l’essersi rifiutato di consegnare la sua terra ai bianchi).

 Il Popolo di Seattle: non si riferisce agli abitanti di tale città, ma ai manifestanti che iniziarono proprio là, con i cortei anti-Wto (Organizzazione mondiale del commercio), a seguire, protestando, ogni riunione di Paesi od organismi internazionali.

 Globalizzazione: processo di stretta interdipendenza fra Stati, mercati, economie e popoli, favorito dalla caduta di muri e frontiere.

 Antiglobalizzazione: protesta nata sui timori che nelle loro riunioni gli Stati potenti siano più interessati a difendere i propri interessi e quelli delle multinazionali e dei grandi istituti finanziari piuttosto che a risolvere i problemi di tutti, compresi quelli degli Stati più poveri.

 30 Novembre 1999, data in cui a Seattle nasce il movimento antiglobalizzazione.

 N 30: titolo del manuale di strategia che ispira il Black Bloc.

 Black Bloc o blocco nero, dissidenti che durante le manifestazioni indossano tute nere, casco da moto nero, passamontagna nero, occhiali da sci.

 Gruppi di affinità: piccole squadre di Black Bloc, che si formano durante le manifestazioni e si spostano in continuazione, pronti alla guerriglia urbana. (Attaccare la proprietà privata e fare shopping anarchico nei negozi “distrutti” non è da loro ritenuta azione violenta).

 TAZ: zone temporaneamente autonome, costituite dal Black Bloc con blocchi stradali o barricate durante le manifestazioni, escludendo da queste la presenza delle forze dell’ordine.

 Tute bianche: manifestanti, non violenti, che si dissociano dai Black Bloc.

 Genoa Social Forum: movimento pacifico di opposizione sociale, guidato da Vittorio Agnoleto.

 Ci siamo impegnati nella ricerca e, una volta chiariti i vocaboli, abbiamo cercato di chiarirci le idee e, guardando le immagini delle manifestazioni di Genova trasmesse dalla televisione, di separare i buoni dai cattivi … Peggio che andare di notte…

 E’ troppa la mia ignoranza per pretendere di dissertare sui vantaggi o svantaggi della globalizzazione. Conosco, invece, la povertà e sono sensibile ai problemi dei paesi poveri.

 Ricordo come, anni indietro, un certo Don Luigi Olgiati, rivolgendosi ad un gruppo di giovani della “Milano bene” riunite in ritiro spirituale, facendo riferimento alla loro privilegiata condizione sociale ricordava: “Non dobbiamo essere dei possessori ma degli amministratori, saggi ed onesti, delle risorse economiche”.

 Credo che questo dovrebbe essere lo spirito dei Grandi, siano essi sei, sette, otto, o anche dieci.

 Così come credo al diritto di manifestare ad oltranza, vestiti di bianco o di nero, secondo le proprie convinzioni, per non lasciar dimenticare che esistono dei problemi, delle priorità, alle quali i Grandi non devono sottrarsi.

 Sì, credo al diritto di manifestare. Manifestare, non assalire, picchiare, rubare, incendiare e distruggere! (E neppure la voglio usare la parola uccidere!)

 Il bimbo che rompe il giocattolo per far dispetto alla madre, riuscirà, forse, in questo suo primario intento, ma sarà un’azione negativa, fine a se stessa, che non gioverà a nessuno.

 A cento miliardi sono stati valutati i danni causati dai manifestanti a Genova. 100.000.000.000, si scrive così, vero? Cento miliardi…

 Nella solita campagna per la raccolta di fondi, l’organizzazione “Medici Senza Frontiera ” comunica che:

 500 Lit. è il costo di due vaccini contro il morbillo, una malattia che uccide un milione di bambini ogni anno.

500 Lit. è il costo di due pasti iperproteici per un bambino denutrito.

 Inutile ogni commento…

 I manifestanti devono imparare la “non violenza”. Quella vera e non quella decisa a proprio piacimento, secondo le diverse occasioni e le convenienze! (In India Ghandi, la grande anima; in USA Martin Luther King, per citarne due: non sono stati Maestri attendibili?)

 I Grandi devono, invece, bloccare drasticamente l’invio delle scorie radioattive, o comunque inquinanti, prodotte dai paesi industrializzati e ricchi che, giocando sull’ignoranza e sulla miseria di quelli poveri,  pagano  quattro soldi per ottenere il permesso di far di quei martoriati  paesi una discarica.  (In questo ulteriore sopruso anche L’Italia è coinvolta).

 Semplicisticamente, concludo dicendo che i Grandi devono occuparsi dei Paesi poveri, non per sfruttarli ulteriormente, ma per individuare le cause dei molteplici problemi e studiarne le possibili soluzioni.

Devono programmare l’invio urgente di medicinali, cibo e generi di prima necessità, non per elemosina ma per solidarietà, perché non esiste problema che non sia problema di tutti. Perché una sola è La Terra.

 Mentre cerco le parole per una bella frase di conclusione, mi scorrono nella mente immagini di bimbi denutriti, lambiti dalle mosche, i grandi occhi sgranati e le mani strette intorno alla ciotola contenente quattro grani di riso, frutto della solidarietà.

 Poi altre immagini in sovrapposizione: gruppi di guerriglieri coi machete insanguinati, altri con tracolla di munizioni e grande sfoggio di armi moderne, quelle vendute loro dai Grandi e pagate con gli stanziamenti avvenuti a favore delle popolazioni povere.

 Mi sento triste, impotente.

 La Terra degli uomini tutti ha impellente bisogno di giustizia, tolleranza, solidarietà ed amore: verranno mai globalizzati?

 Dania