Giornata dei fiori recisi
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da: Gazzetta del Mezzogiorno, 25 giugno 2001 - "Articoli Vari"
AVOLA
(SIRACUSA) Due milioni di bambini in tutto il mondo costretti alla
prostituzione mentre in Italia agiscono 21 mila pedofili, un caso ogni 400
minori, ogni 4 scuole e ogni 500 famiglie. Sono le agghiaccianti cifre con le
quale don Fortunato Di Noto apre la «Giornata dei fiori recisi»,
che ricorda i bambini morti per mano di pedofili e della mafia.
Un'iniziativa, spiega durante l'omelia della messa celebrata nella sua
parrocchia, la chiesa Madonna del Carmine di Avola, che si contrappone al «BoyLove
Day», la giornata mondiale dell'orgoglio pedofilo promossa sabato su Internet
dalle organizzazioni pedofile. Contro «questi malati che dovrebbero stare in
carcere» il fondatore di Telefono Arcobaleno fa sfilare in bambini in chiesa:
ognuno di loro posa un garofano bianco accanto all'altare mentre un ragazzino
rievoca al microfono le vittime ad una ad una.
«Una manifestazione - spiega don Di Noto - per non dimenticare tutti i bambini
vittime di questa cultura, a cominciare da Julie e Melissa,
le due bambine uccise sei anni fa a Marcinelle in Belgio, e tanti loro coetanei
italiani e stranieri indotti, abusati e uccisi dai pedofili». E nella chiesa di
Avola ci sono «virtualmente» i genitori di Melissa, Carine e Gino
Russo che hanno inviato un messaggio di adesione all'iniziativa. «Questa
Giornata dei fiori recisi - scrivono i coniugi Russo - sarà l'opportunità di
ricordare che in Italia e nel mondo ci sono bambini vittime delle perversioni
sessuali dei pedofili. Per questo siamo con don Di Noto e con tutti quelli che
combattono questa piaga».
Una piaga che viaggia veloce su Internet se il Telefono Arcobaleno ha denunciato
dalla sua fondazione, nel giugno del 1997, ad oggi oltre 30 mila siti pedofili,
11 mila dei quali nei primi sei mesi di quest'anno. Degli esposti si occupano, a
secondo delle competenze, la Procura della Repubblica di Catania, l'Fbi e l'Interpol
di Lione, che li ricevono con degli speciali protocolli telematici.
Secondo don Di Noto è difficile tracciare un identikit esatto del pedofilo ma,
sottolinea, «su Internet operano persone di età compresa tra i 25 e 40 anni,
di cultura medio alta e di buone possibilità economiche». «Sono persone
apparentemente normali - aggiunge - sposati con figli: il loro obiettivo è il
riconoscimento della loro supremazia su tutto, anche sui bambini. Sono dei lupi
che cercano però sempre il branco: da soli vivono male, per questo si
incontrano su Internet, che però non è il Diavolo ma un mezzo di libertà
usato, in questo caso, male». Il sacerdote contesta «la scarsa attenzione al
problema in Italia» e la «mancanza di denuncia contro l'aberrante "BoyLove
Day", che è stato contestato anche negli Stati Uniti: da noi il silenzio».
«Vorrei fare vedere - aggiunge indignato don Di Noto - le tragedie contenute in
foto messe in vendita su Internet che riguardano abusi anche su piccoli neonati,
che sono violentati con oggetti e le mani da pedofili. Scene choc che dovrebbero
svegliare qualsiasi coscienza». La maggior parte delle vittime, secondo uno
studio di Telefono Arcobaleno, sono bianchi e l' 80% di loro vive in un Paese
Occidentale. «Bisogna fermare i pedofili - sollecita don Fortunato - e presto:
bisogna attuare una severa attività repressiva anche nei confronti di chi
acquista materiale pedopornografico. Sono persone malate che agiscono con
estrema lucidità.
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