progetto "mai piu' schiave"

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segnalato da: Veglieonline.it, 19 giugno 2002 * "Articoli Vari"

 

Nel progetto "Mai più schiave" anche l'Ambasciata di Taiwan

Il progetto "Mai più schiave" promosso dalla Caritas dell'arcidiocesi di Brindisi-Ostuni e dalla Caritas di Valona per il tramite della Suore "Serve di Maria riparatrici" aumenta di consistenza grazie all'impegno della Repubblica di Cina presso la Santa Sede, che ha deciso di condividerlo dopo l'impegno annunciato e reso visibile da parte dell'Ambasciata degli Usa presso la Santa Sede. E così, il 19 aprile scorso in episcopio, alla presenza delle massime autorità locali, S.E. Raymond R.M. Tai, ambasciatore di quella repubblica ha incontrato il nostro Padre arcivescovo, mons. Rocco Talucci, il direttore della Caritas Diocesana, le Suore impegnate in Albania a difesa della dignità delle tante ragazze destinate a diventare schiave sui marciapiedi dell'Occidente.

Essendo un ambasciatore presso la Santa Sede - ha detto l'ambasciatore Tai -, sono fermamente convinto che la mia missione sia volte all'ottenimento dell'amore, della carità e della pace. Tutte le volte che Sua Santità Giovanni Paolo II chiede aiuto per i poveri, i bisognosi e i sofferenti, io cerco di fare del mio meglio per rispondere ai suoi appelli. Mi ricordo bene - ha aggiunto - quando, nel 1998, il Papa disse a noi ambasciatori: "... gli sforzi a contrastare tutte le forme di spregevole traffico di esseri umani dimostrano che, con determinazione politica, è possibile debellare le cause dei disordini che troppo spesso deturpano le persone". E dunque la mia Ambasciata - ha proseguito - è felice di poter portare il proprio contributo, in collaborazione con l'Ambasciata degli Stati Uniti d'America presso la Santa Sede, al lodevole progetto "Mai Più Schiave" promosso dalla Caritas di Brindisi-Ostuni".

Ma in quale maniera concreta giunge tale aiuto? Sono state le stesse successive parole di S.E. Tai a farlo intendere. "Sono felice - ha proseguito - di essere qui oggi per presentare un veicolo fuoristrada alle Suore "Serve di Maria Riparatrici" presenti a Valona, Albania. Come si può leggere sulla fiancata del mezzo, esso viene donato dal "Popolo di Taiwan, Repubblica di Cina". Con questo dono i miei connazionali desiderano esprimere la loro solidarietà al tormentato popolo albanese, in particolare a quelle donne intrappolate nei traffici di persone dopo aver creduto alle false promesse di chi prospetta loro una nuova vita e un lavoro stabile. Spero che quest'automobile assista la brave Sorelle nei loro spostamenti nei villaggi situati in zone remote dell'Albania in modo che esse possano impartire i loro insegnamenti volti a prevenire il traffico umano e la schiavitù, allo steso tempo promovendo lo sviluppo delle donne albanesi".
Non un discorso di mera circostanza, quindi, soprattutto se si pensa che S.E. Tai ha detto ancora: "Forse sapete che la libertà e i diritti umani sono altamente rispettati nel mio paese. Per questo motivo, la mia Ambasciata ha molto a cuore la prevenzione di tutte le forme di schiavitù. Come mi disse saggiamente una volta il qui presente dr. Mitrugno, "la promozione delle donne e la lotta contro la schiavitù sono obiettivi senza limiti che dovrebbero essere sostenuti da tutti i paesi del mondo in comunione l'uno con l'altro". Sono certo - ha concluso - che vi unirete a me nella preghiera affinché la dignità della persona prevalga in Albania così come nel resto del mondo".

E così dicendo ha posto in evidenza tutte le dimensioni dell'impegno sociale del cristiano che qui ed ora è chiamato a dare gambe e corpo al Vangelo ed agli insegnamenti del magistero.
da FERMENTO, Agenzia di orientamenti pastorali - Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni, Anno XXV - n. 5 - 31 maggio 2002.