I piaceri della stupidità
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proposta da: Avv.Bonanno Maurizio, 20 gennaio 2002 * "Articoli Vari"
I PIACERI DELLA STUPIDITA' Parecchie volte, nel
corso dei secoli, gli uomini intelligenti hanno avuto l'idea di scrivere
una storia della Stupidità. Ma l'idea si è alterata e guastata durante
la fatica di attuarla: e invece di una storia della Stupidità, abbiamo
avuto una storia della vitalità-umana, un saggio sopra gli errori degli
antichi, una storia del commercio e delle guerre ecc. E' mancato il
coraggio di attribuire a una qualità negativa il novantanove per cento
delle cose umane. I filosofi, che non sempre hanno messo la propria
intelligenza al servizio dell'Intelligenza, sono intervenuti per dare
alla Stupidità nomi affettuosi: e alcuni, specie nel nostro secolo,
dopo averle attribuito questi nomi di Intuizione, Slancio Vitale,
Vitalità, l'hanno messa al disopra dell'intelligenza stessa. Un delitto
simile meriterebbe il più nero castigo: la Stupidità viene proclamata
fonte di poesia, di vita, di amore, di attività; l'intelligenza,
principio di aridità e di morte. La Stupidità, incoraggiata, adulata,
ingrossata, furiosa, si getta su tutti coloro che non le somigliano,
anche su quelli che l'hanno aizzata in simile modo, come una bestia
fuori di sé che divori perfino colui che l'ha allevata. E' inutile ingannare
noi stessi col dare bei nomi a una qualità così semplice e comune. Il
fatto che essa si trovi su quasi tutta la terra, non deve farei
smarrire. E' proprio vero che gli uomini intelligenti, nel corso dei
secoli, sono stati pochissimi, e che la storia (almeno la più
appariscente e vistosa, perché della vera pochi si occupano), si è
fatta senza di loro. Dar ragione al
numero, non osando dichiarare inferiore un esemplare umano, per il fatto
che esso è ripetuto in milioni e milioni di copie, mi sembra l'errore
più funesto della nostra epoca. No, la Stupidità
non ha nulla di sacro, e non può confondersi né con la Vita, né con
lo Slancio, né Sentimento ecc. Essa è la Stupidità pura e semplice. Molte guerre, le ha
fatte lei; molte navigazioni, molte imprese. Non lasciamoci
impressionare! Queste guerre, navigazioni, imprese hanno in verità
acquistato un senso soltanto quando sono entrate o nel cervello di un
uomo intelligente o nella sua vita intima. Il mondo è fatto di buoni
libri: senza di essi, dietro di noi non ci sarebbe nulla; il mondo
comincerebbe ogni mattina per finire la sera. Purtroppo gli
uomini, in massima parte, non solo sono stupidi, ma vogliono con tutte
le forze rimanere stupidi; ne sono prova l'ammirazione universale e
l'applauso con cui ripagano colui che difende, perpetua e accresce la
loro stupidità, e le persecuzioni e condanne a morte che hanno sempre
riserbato a colui che tentava di renderli intelligenti. Il caso dei
grandi artisti, ammirati dai loro contemporanei, non può farci pentire
di quello che abbiamo detto. La Stupidità trae partito da ogni cosa: e
anche nell'arte più grande, trova di che nutrirsi e rafforzarsi. In
questo caso, però, l'ammirazione non va alla poesia, ma alle sue scorie
peggiori. Tutti sanno che l'arte più ammirata è la musica. In questa,
infatti, la Stupidità trova, al di fuori dell'arte, qualcosa che spinge
al vago, al piacere, al sonno. "Tutte le arti tendono a raggiungere
la condizione di musica " scrisse un romantico. Ed è vero; ma ciò
vuol dire che tutte le arti non rimangono sempre sublimi, ma tendono a
degradarsi e a blandire la Stupidità. Accanto alle chiare parole che
dice, e alle quali pochi prestano orecchio, la musica ha un potere
animalesco che addormenta i bambini e tiene ritte le vipere. Gli evviva
dei teatri vanno unicamente a questo potere... Ma coloro che non diedero
alla Stupidità il modo di prenderli per il suo verso, ebbero una sorte
iniqua (Socrate, Gesù Cristo, Campanella, Gandhi ecc.). Fortunatamente
gli equivoci sulla Stupidità, le difese, le adulazioni di cui è pieno
il principio del nostro secolo, vanno cadendo in modo buffo o tragico,
uno dopo l'altro sotto i nostri occhi. La stupidità è una qualità
disgustosa. Non si riesce più a sopportarla né a compatirla, anche se
mescolata con la Bellezza, con la Forza, e con l'Amore. Quella della
"donna tutta natura e istinto" è una favola insensata. Non c'è
bella donna che non finisca col diventare ripugnante, anche fisicamente,
se nei suoi occhi regna la Stupidità. Questa rende le più armoniose e
perfette membra come torpide e unte di perpetuo sonno. Essere amati da
una creatura sciocca non lusinga per nulla. Ha un bel dire Tolstoi:
"Amare è comprendere." Si può amare senza comprendere,
gettando un fascio di rozzi sentimenti attraverso la nebbia della
stupidità. Ma l'amore non è nulla o è una cosa ben miserabile, se
privo d'intelligenza. Occhi pieni di bellezza, d'amore e di stupidità
possono risparmiarsi dal guardarci. In realtà, le parole di Tolstoi
dovrebbero suonare diversamente: "Non si può amare se non si ha
intelligenza!" Gesù Cristo disse: "Beati i poveri di
spirito!" ma intendeva parlare dei poveri di malizia, non dei
poveri d'intelligenza. A questi ultimi non è riservata alcuna
beatitudine, se si toglie il piacere di dormire. La disperazione di
Leopardi (d'altronde tutta apparente) per non essere un focoso e vitale
Stupido, se commuoverà sempre, convince sempre di più. L'uomo di vera
intelligenza, se pure gli viene a mancare un occhio, vedrà, con quello
che gli resta, meglio dello stupido che guarda con due; e se li perde
tutti e due, spenderà, attraverso l'udito, una somma di vita maggiore
di quella che lo stupido spende attraverso l'udito e la vista insieme; e
se perderà anche l'udito, finché avrà un senso, una particella del
suo corpo, che si muova e senta, nel buio, nel silenzio, chiuso in se
stesso come in una tomba, vivrà sempre di una vita ben forte e degna. "Il
Tempo", 24 febbraio 1948 |