Commento al Disegno di Legge sullo stato giuridico degli Insegnanti di Religione...
Approvato il 19/07/2000 dalla VII Commissione Senato
di Claudio Penna
23/07/2000
Lo sciopero indetto dallo Snadir, il 24 maggio 2000, ha avuto come risultato la calendarizzazione della discussione in Senato, VII commissione, del disegno di legge sullo stato giuridico degli insegnanti di religione.
Dopo vari rinvii quasi giornalieri, la VII commissione ha approvato il DDL. Questo deve ora passare all'esame della Commissione istruzione della Camera e poi dell'assemblea della Camera. Successivamente tornerà al Senato per la definitiva approvazione.
Come disegno di legge lo ritengo altamente iniquo nei confronti dei docenti di religione. Ricordo che la maggior parte di detti docenti, per poter insegnare, ha affrontato un corso di studi abbastanza complesso: dopo il diploma di maturità o di altra scuola superiore ha frequentato un corso di specializzazione di 5 anni. Dopo il quinto anno di specializzazione si ottiene il "Diploma Accademico di Magistero in Scienze Religiose". Tale diploma è equipollente ad una laurea; lo stesso INPS lo riconosce come una laurea e permette, già dal 1991, di poterlo riscattare come tale.
Per ottenere tale diploma si frequenta un Istituto Superiore di Scienze Religiose che è collegato con una Facoltà di Teologia dell'Università. Si sostengono diversi esami, dai 30 ai 40, si discutono addirittura due tesi: una a conclusione del 4° anno ed un'altra finale a conclusione del 5° anno davanti ad una commissione composta da membri esterni della Facoltà di Teologia.
Tutto questo dimostra che la preparazione dei docenti di Religione non è assolutamente inferiore né a quella dei docenti di scuola elementare (che spesso hanno solo il diploma del 4° anno di scuola superiore, il magistrale) né a quelli di scuola superiore.
Il disegno di legge approvata dalla VII commissione, prevede che l'immissione in ruolo avverrà attraverso un concorso. Al primo concorso che si farà, saranno ammessi:
per la scuola di base: gli insegnanti di religione in servizio nell'anno in cui entrerà in vigore la presente legge, in possesso del riconoscimento dell'idoneità e del diploma di Magistero in Scienze Religiose o i titoli specifici richiesti (4° anno di Istituto di Scienze Religiose e diploma di 4° anno del Magistrale o laurea statale);
per la scuola secondaria: gli insegnanti di religione in servizio nell'anno in cui entrerà in vigore la presente legge, in possesso del riconoscimento dell'idoneità, del diploma di Magistero in Scienze Religiose e di una laurea statale;
inoltre: Al predetto concorso può altresì partecipare il personale docente che abbia prestato effettivo servizio per altro insegnamento nelle scuole statali per almeno quattro anni scolastici e che sia in servizio nell'anno scolastico in corso alla data predetta.
Questo Ddl discrimina i docenti di religione in due categorie, non tiene assolutamente presente che detti insegnanti hanno studiato per ottenere i titoli richiesti dall'Intesa Stato-Chiesa, hanno una preparazione universitaria (dati i corsi di specializzazione frequentati)... ora viene richiesto:
un nuovo concorso senza tener conto degli anni di insegnamento già effettuati (5-10-15-20 ed oltre...)
non c'è il benché minimo paragone tra quanto richiesto agli insegnanti curriculari per continuare ad insegnare o per entrare in ruolo
non c'è il minimo paragone tra quanto richiesto agli insegnanti di sostegno per entrare in ruolo: solo il diploma magistrale ed un corso di specializzazione di 2 o al massimo di tre anni.
Sembra un disegno di legge fatto esclusivamente per tagliare un po' di personale dalla scuola, personale forse un po' scomodo!
Nonostante la maggior parte delle famiglie e/o dei giovani (in media il 90%) richieda l'insegnamento della religione cattolica per i propri figli o per se stessi, c'è qualche frangia politica che continua a far di tutto per espellere dalla scuola la religione cattolica, il Cristianesimo che, lo ribadiamo, non è insegnato in modo catechistico ma culturale.
E' bene ricordare che la nuova intesa dell'84 ha portato delle novità sull'insegnamento della religione cattolica nella scuola. Tale insegnamento si giustifica sia perché si riconosce il valore della cultura religiosa, sia perché la religione cattolica appartiene inscindibilmente alla storia ed alla cultura italiana per cui ha un posto nella scuola, luogo di produzione culturale.
Se entrare in ruolo significa deridere e/o offendere i docenti di religione, ringraziamo la VII Commissione ma preferisco restare un precario a vita!
Claudio Penna