PARI OPPORTUNITA'

Comitato di cittadine vegliesi * 13 aprile 2005 *  Torna indietro...  Chiudi la pagina web (politica-cultura)

Un gruppo di donne, comitato di cittadine vegliesi, presenti nelle liste elettorali delle elezioni amministrative dell'aprile 2005, si è riunito il 28 aprile u.s., il tema le "Pari opportunità". Questo il verbale della riunione.

Sono presenti: Dell’Anna, Cirillo, Perrone, Nicolaci e sorella, Patera e Verdesca.

Si discute il decreto sindacale n.11/2005 con cui il sindaco Fai ha nominato la Giunta composta da 7 consiglieri tutti maschi.

Aspetto giuridico: il provvedimento “è viziato da un esercizio illegittimo di potere in quanto realizzato in spregio del criterio legale delle pari opportunità della chiara norma dello Statuto Comunale di Veglie”.

Costituzione Italiana, art. 51: “Tutti i cittadini dell’uno e dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini”. (L’integrazione di questo articolo è stato approvato in prima lettura alla Camera il 7 marzo 2002, con voto quasi unanime -345 favorevoli, 6 contrari, 30 astenuti- e definitivamente approvato con la Legge Costituzionale n.1/2003);

Il Decreto Legislativo 267/2000 all’art. 6 comma 3 recita: “Gli statuti comunali stabiliscono norme per assicurare condizioni di pari opportunità tra uomo e donna ai sensi della legge 10 aprile 1991, n. 125, e per promuovere la presenza di entrambi i sessi nelle giunte e negli organi collegiali del comune, nonché degli enti, aziende ed istituzioni da essi dipendenti”;

Lo Statuto Comunale all’articolo 32 commi 1 e 5 prevede: (comma 1) “La giunta è composta dal sindaco e da un numero massimo di 7 Assessori, due dei quali possono essere esterni al Consiglio con esperienze professionali attinenti all’incarico. Il regolamento consiliare disciplina gli specifici requisiti di eleggibilità degli Assessori esterni al Consiglio; (comma 5) Nella composizione della giunta è garantita la presenza dei rappresentanti di entrambi i sessi.

Da questi testi legislativi si evince che:

-         il Sindaco è obbligato a inserire in Giunta almeno una donna;

-         può sceglierla tra le elette in Consiglio comunale;

-         siccome non si può obbligare nessuno a coprire questo ruolo, se le elette dovessero rifiutare, deve ricorrere a figure esterne al consiglio Comunale;

-         la esclusione di una donna dalla Giunta deve essere adeguatamente motivata.

 

Il provvedimento sindacale n. 11/2005 è senza i requisiti sopra detti e quindi illegittimo.

  Aspetto politico: alla passata tornata elettorale hanno partecipato, divise in quattro liste, 13 donne (compresa una candidato sindaco) e complessivamente hanno riportato 728 preferenze su 5158 donne votanti (6156 sono le donne vegliesi aventi diritto al voto). Si pone un enorme e urgente problema per la politica locale che nella istituzione comunale non sono adeguatamente rappresentate.

Aspetto pratico:

A) dal 93, anno di introduzione della elezione diretta del Sindaco, nelle tre consiliature precedenti all’attuale, si è verificata la seguente situazione:

-         93/97: presenti in giunta due donne, pur non essendo la nomina obbligatoria perché all’epoca la norma era solo indicativo;

-         97/99, mandato conclusosi prima della scadenza naturale, senza presenza femminile in giunta;

-         2000/2004, mandato conclusosi al quarto anno, senza presenza femminile in giunta.

Solo all’inizio di questo mandato si pone con forza il problema della presenza in giunta delle donne. Se passa questo momento in silenzio, il problema femminile in politica è destinato a scomparire dall’agenda vegliese.

B) Il problema non è posto contro Tizio o Caia ma è un problema prima culturale e poi politico che il decreto del Sindaco Fai, con pretesti vari, cerca di nascondere.

C) La delega a Stefania Capoccia comprende anche le “pari opportunità”. Come è possibile sviluppare questo settore della vita politica se poi a monte si viola ciò che la legge prescrive e impone?

D) Perché la consigliera Stefania Capoccia ha accettato di fare l’assessore in una istituzione sovracomunale, l’Union3, distinta e separata dal Comune di Veglie, e non ha accettato di fare l’assessore nel suo Comune dove è stata eletta? La nomina all’Union3 non c’entra nulla con la Giunta Comunale.

E) Non bisogna cadere nella trappola di fare iniziative per ostacolare o condannare Stefania Capoccia o Fernando Fai.

 Iniziative:

-         un incontro, per sabato 30, ore 18, con Stefania Capoccia e con le altre donne presenti nella lista di Fai e in quella di Simone;

-         una proposta e una petizione di iniziativa popolare, secondo l’articolo 47 del Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale che si riporta: “le proposte e le petizioni di iniziativa popolare di cui all’art. 7 comma 1 e ss dello Statuto devono indicare chiaramente l’oggetto su cui si intende promuovere l’intervento della Amministrazione. Quelle presentate direttamente dai cittadini devono recare la firma di almeno n. 200 elettori. Le proposte vanno presentate al sindaco o al Presidente del Consiglio il quale le trasmette alla commissione competente per materia previa sottoposizione all’esame di proponibilità sotto il profilo giuridico-economico da parte degli Uffici comunali interessati. La commissione, verificatane la ammissibilità le istruisce e ne riferisce al consiglio nel termine massimo di trenta giorni. Alla discussione può essere ammessa una delegazione dei presentatori. Il consiglio sentito un oratore per gruppo, ne delibera la presa in considerazione o l’archiviazione. Nel primo caso il consiglio può rimettere la proposta o petizione alla commissione per una valutazione istruttoria o deliberare nel merito o invitare la Giunta o i Direttori Responsabili interessati ad emanare i provvedimenti di competenza. Il presidente del Consiglio comunale è tenuto a dare comunicazione dell’esito ai presentatori.”

 

Leggi il comunicato stampa