Intervista a Realino Mazzotta su Elisa Springer

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da: M. Realino Mazzotta, 02 febbraio 2002

 

Veglieonline:
Maestro Mazzotta, nel maggio del 1999, lei ha diretto un concerto a Lecce nel segno della pace ma, soprattutto "per non dimenticare". Sono stati presentati due valzer di Elkan Bauer, nonno di Elisa Springer. Ci può raccontare come è venuto a conoscenza di queste opere inedite?

M. Mazzotta:
Nell'inverno del 1999 una persona di mia conoscenza abitante a Manduria, mi aveva comunicato, con mia grande sorpresa, che Elisa Springer, celebre scrittrice sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti, di origine viennese e residente nella stessa cittadina tarantina, aveva espresso il desiderio di conoscermi, dopo avermi visto dirigere in un concerto pucciniano  trasmesso da Canale 5.
Sino allora avevo soltanto sentito parlare de "Il silenzio dei vivi", il libro di Elisa Springer che, subito dopo la sua pubblicazione, aveva venduto già migliaia di copie. Decisi pertanto, prima di recarmi in casa della signora Springer, di acquistare il testo per conoscere meglio l'autrice.

Devo ammettere che la lettura di quelle straordinarie pagine avevano suscitato in me un'emozione ancora più grande di quella che provai dopo la conoscenza di "Se questo è un uomo" di Primo Levi. Un'emozione che divenne incontrollabile il giorno della conoscenza di Elisa.

La Sua casa, nel centro storico di Manduria, le foto della Sua famiglia distrutta dall'Olocausto, il Suo viso angelico e rassegnato mi avevano portato indietro nel tempo, descritto minuziosamente nel libro. La Vienna della "Notte dei cristalli" mi fu raccontata direttamente da colei che oggi è considerata la testimone vivente più importante di quelle orrende pagine della storia del novecento.                          Avevamo familiarizzato subito, anche con il figlio Silvio, un medico e ricercatore accanito presso gli archivi e i centri di documentazione polacchi e tedeschi degli esperimenti e dei mezzi di tortura usati dalle famigerate SS hitleriane.
Ora Silvio, purtroppo, ci ha lasciato prematuramente a soli cinquant'anni, figlio unico di una madre il cui dolore continua a non conoscere confini.

Elisa Springer mi fece vedere le foto degli incontri personali che aveva avuto con Giovanni Paolo II, con la moglie del premier israeliano assassinato Rabin, con i Presidenti delle Repubbliche di vari Stati ed eminenti rappresentanti del mondo della cultura.
Mi rendevo conto di trovarmi di fronte ad un personaggio di importanza storica,  ammirata e stimata da tutti. In particolare, la signora Springer, mi aveva fatto notare la foto del Suo nonno materno Elkan Bauer (1852-1942) fatto anch'egli prigioniero dai tedeschi ed ucciso nel campo di concentramento di Terezin (ex Cecoslovacchia) all'età di novant'anni.
Bauer era un musicista viennese contemporaneo ed amico di J. Strauss jn.
I nazisti, dopo che lo fecero prigioniero,  bruciarono tutti i suoi averi: la casa, i documenti, le opere. Miracolosamente, grazie ad un cugino di Elisa fuggito frettolosamente con la famiglia in Inghilterra, si salvarono due partiture musicali inedite di walzer che Elisa aveva avuto in consegna a Vienna, dal suo caro familiare, qualche mese prima della mia visita, durante un Suo soggiorno nella capitale austriaca e che custodiva gelosamente nell'abitazione di Manduria.

Ricordava Elisa, con le lacrime agli occhi, quand'era ancora bambina e si teneva per mano al nonno Elkan che le canticchiava un suo nuovo walzer appena composto, chiedendole se le piaceva.
Elisa espresse la volontà di farmi vedere quei preziosi documenti originali e il desiderio di poterli un giorno ascoltare, eseguiti dal vivo da un'orchestra sinfonica.

Si allontanò per un attimo e ritornò con una cartella contenente i manoscritti.        Onorato dall'inaspettato privilegio, mentre sfogliavo delicatamente quelle pagine, sentivo vibrare dentro di me quelle note di una Vienna asburgica, antica e nostalgica ma, nello stesso tempo, il dolore di Bauer e di tutti quegli artisti ingiustamente e barbaramente assassinati.

Accolsi, naturalmente, con grande entusiasmo la richiesta della signora Springer e feci mio l'impegno di poter realizzare un concerto in memoria di Suo nonno e di tutte le vittime dell'olocausto.

Il nove maggio dello stesso anno, grazie all'impegno dell'Amministrazione Provinciale di Lecce, si tenne presso il teatro Politeama Greco quel Concerto per la pace eseguito dall'Orchestra Sinfonica della Provincia, attualmente Fondazione ICO "T.Schipa", presentato da Corrado Augias e ripreso da RAI Due in presenza dell'ambasciatore d'Austria e di numerose autorità italiane ed ebraiche.

Dopo oltre vent'anni di professione artistica quella è stata la prima volta che provai un'emozione unica ed irripetibile dirigendo quei due walzer di Bauer seguiti dalla Settima Sinfonia di Beethoven e da due mie modeste composizioni per voci liriche ed orchestra su versi di Primo Levi - tratti da "Se questo è un uomo" - e di Silvio Sammarco Springer, scritti durante una visita al campo di Auschwitz e dedicati alla madre sopravvissuta.

Oggi Elisa, dopo la morte del figlio Silvio, continua a percorrere in lungo ed in largo l'Italia e l'Europa, ad ottantacinque anni compiuti, partecipando a conferenze e convegni, ricevendo premi e riconoscimenti internazionali: l'ultimo è quello consegnatole a Saint Vincent dalla principessa Gabriella di Savoia come "Donna dell'anno 2001".
Veglie, febbraio 2002.             
Realino Francesco Mazzotta