Canalone, bloccate quel piano

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da: Gazzetta del Mezzogiorno, 06 aprile 2002 * "Gazzetta"

 

Una lettera aperta di 27 proprietari di terreni all'amministrazione comunale
«Canalone, bloccate quel piano»
Secondo i firmatari del documento si farebbe scempio del paesaggio
«Si apriranno centinaia di contenziosi contro il Comune»

«Bloccate il progetto del canalone e ripensate il tutto!» E' questo l'appello contenuto in una «lettera aperta» sottoscritta da ventisette cittadini che si oppongono alla realizzazione dell'opera.
Il documento è indirizzato a tutti gli assessori che, nell'aprile 2001, approvarono il progetto e ai consiglieri comunali di maggioranza che hanno votato la relativa delibera di adozione in variante al Piano regolatore generale.
«Siamo proprietari - scrive il gruppo di cittadini - dei fondi rustici sui quali dovrà essere realizzata l'opera e vi chiediamo che il progetto sia fermato. Un canale sei metri largo e lungo sei chilometri, che per essere realizzato necessita di una fascia di esproprio larga trenta metri, determina uno scempio non solo a danno delle nostre proprietà ma dell'intero paese, del suo paesaggio rurale e del suo eco-sistema».
«Per la nostra esperienza di contadini - continuano i firmatari - riteniamo che lo smaltimento delle acque possa essere assolto in maniera efficace dal pozzo di assorbimento esistente. La zona interessata alla realizzazione del progetto, inoltre, non si è mai allagata. Nell'arco del secolo scorso - spiegano - solo due sono stati gli episodi alluvionali e l'ultimo, del 1996, è da addebitarsi alla soppressione delle scoline, alle costruzioni di muri di recinzione, alla realizzazione di case abusive e alla scarsa manutenzione delle vore».
Secondo questo gruppo di proprietari, dunque, la soluzione più semplice, e «meno costosa», per risolvere il rischio idrogeologico del territorio, sarebbe quella di «ripristinare le scoline e di tenere pulite le vore».
«Oliveti secolari - affermano - vigneti pregiati, aziende valorizzate da pozzi e da impianti irrigui, attività di trasformazione e imprese agro-turistiche che stanno per nascere, sarebbero stroncate per far posto ad un'opera inutile e sbagliata».
«Portare avanti il progetto del canalone - concludono - significherebbe aprire centinaia di contenziosi legali costosi e senza precedenti.
I cittadini si troverebbero costretti a chiamare in causa il comune per essere risarciti dei danni subiti».
Rosario Faggiano