Torre
Lapillo
Preoccupazione
per i risultati dei prelievi eseguiti in ristoranti e villaggi turistici
della zona che va da Porto Cesareo a Gallipoli
Allarme-acqua,
altri pozzi inquinati
Dal
sottosuolo sgorgano coliformi fecali
e in un caso pure il batterio della
cancrena
TORRE LAPILLO. I risultati delle
analisi hanno confermato i
sospetti: le acque del sottosuolo lungo le
coste dello Ionio sono a rischio inquinamento. Stando ai risultati delle
indagini microbiotossicologiche effettuate dai laboratori del Presidio
multizonale di prevenzione della Asl Lecce 1 su alcuni campioni di acqua
prelevati in esercizi di ristorazione e di attività turistico-ricreativa
della zona di Porto Cesareo, di Torre Lapillo e in parte anche di
Gallipoli, non c'è da stare tranquilli.
A distanza di 72 ore dal prelievo - riferimento temporale che prescrive la
legge - i risultati hanno confermato la presenza di coliformi totali,
streptococchi ed «escherichia coli». Erano nei campioni di acqua
prelevati da un pozzo artesiano di un noto villaggio turistico di Porto
Cesareo, dal pozzo di un ristorante a nord di Torre
Lapillo e in un camping nei pressi di Gallipoli.
Gli ispettori della Asl hanno prelevato acqua anche dalle cisterne delle
abitazioni di due privati cittadini a Torre Lapillo, ma in questo caso è
risultata conforme. Nella norma pure le acque prelevate dalla rete
dell'Acquedotto che alimenta un villaggio agrituristico alle porte di
Gallipoli e un camping nei pressi di Rivabella.
Buona anche l'acqua di un pozzo artesiano in località Riva
degli Angeli, dove la distribuzione è assicurata
da un impianto trattato con il processo dell'osmosi inversa. In tutti i
casi, la ricerca della salmonella ha dato esiti negativi. Particolare
preoccupazione, però, suscita la presenza, nell'acqua di un villaggio
turistico di Porto Cesareo, la presenza di oltre 400 «pseudomonas
aeruginosa», una varietà di batterio comunemente noto col nome di «piocianeo»,
responsabile del pus e delle cancrene nell'uomo. Nell'acqua che sgorga dai
rubinetti di un ristorante a nord di Torre Lapillo, invece, è rilevante
la presenza di una forte carica batterica: 300 colonie di Agar a 37 ùC e
25 a 20 ùC.
Una buona notizia ha riguardato invece l'assenza di inquinanti nell'acqua
dei pozzi degli altri due villaggi turistici a nord di Torre Lapillo. La
maggior parte dei villeggianti che si erano presentati al pronto soccorso
proveniva proprio da questi due insediamenti. «In ogni caso è bene
ribadire - fanno sapere gli esperti della Asl - che l'acqua di uno di
questi pozzi, anche se nella norma, non è potabile a causa dell'eccessiva
presenza di ferro». Intanto continuano i controlli degli ispettori
dell'Igiene pubblica, del distretto di Copertino, che in questi giorni
hanno puntato l'attenzione sulle autobotti che trasportano e
distribuiscono acqua potabile e comunque destinata al consumo umano.
Molti di questi, stando a quanto dichiarato da qualcuno di loro, si
approvvigionano dai pozzi artesiani, una pratica vietata e pericolosa dal
momento che la legge sull'emungimento delle acque dai pozzi ne vieta
esplicitamente la destinazione al consumo umano.
E adesso c'è chi parla di auspicabile intervento dei carabinieri del Nas.
Cesare Mazzotta
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