Torre
Lapillo
Non c'è più
traccia della tossinfezione alimentare che nei giorni scorsi ha colpito
decine di persone
Tutto
ok, ma i controlli restano
Sotto
osservazione strutture ricettive ed abitazioni private
Tossinfezione
alimentare? Ormai soltanto un ricordo ma
i controlli non si fermano; anzi, vengono estesi a strutture fino ad ora
non interessate dal fenomeno.
Gli episodi di tossinfezione alimentare segnalati nei giorni scorsi nella
zona di Torre Lapillo, dunque, sono del tutto scomparsi. E non è escluso
che si sia trattato - affermano gli esperti - di normale routine
stagionale, ingigantita dall'emotività di qualche operatore sanitario che
ha attribuito subito le cause all'inquinamento di pozzi e reti idriche
della zona. Dopo i risultati tranquillizzanti che hanno accertato
l'assenza di inquinanti nell'acqua prelevata da due pozzi delle strutture
ricettive a nord di Torre Lapillo, il Dipartimento di Prevenzione della
Asl di Lecce e gli stessi amministratori del comune di Porto Cesareo hanno
comunque esteso i controlli ad altre strutture e ad alcune abitazioni
private. «In questa materia non c'è niente di scontato - spiega Alberto
Fedele, responsabile dell'Igiene pubblica della Asl Lecce/1 - anche se le
indagini epidemilogiche che stiamo conducendo ci portano verso conclusioni
molto meno preoccupanti di quello che poteva sembrare in un primo momento;
vogliamo essere certi che le principali regole vengano rispettate da tutti».
Così, nei giorni scorsi, a puro titolo preventivo e senza che vi sia
stato nessun episodio, sono stati prelevati campioni di acqua dalle
cisterne di due abitazioni private di Torre Lapillo; da un pozzo artesiano
in un noto villaggio turistico di Porto Cesareo; dalla rete idrica di un
ristorante-pizzeria nel centro cittadino e dal pozzo di un altrettanto
noto villaggio per vacanze, all'estremo nord della costa ionica. Gli
ispettori sanitari si sono spostati anche nel territorio di Gallipoli e
hanno prelevato l'acqua delle tubazioni dell'Acquedotto, da un Centro
agrituristico in località Torre Sabea, dove lo stesso titolare ogni dieci
giorni fa eseguire le analisi dell'acqua a sue spese. Ancora a Gallipoli,
sono stati imbottigliati e portati al Pmp campioni di acqua della rete
idrica pubblica, di un noto camping e di una struttura ricettiva di
Rivabella.
Nel pomeriggio di ieri il sindaco di Porto Cesareo, Luigi Fanizza, ha
costituito un tavolo tecnico per fare il punto e il monitoraggio della
situazione e per cercare di capire come muoversi anche per il futuro. «Oltre
ai medici dell'Igiene publica e degli alimenti della Asl, ho invitato
anche il Genio civile, i Vigili urbani e l'Ufficio tecnico - riferisce il
primo cittadino - vogliamo capire, insieme, cosa può essere accaduto».
Sembra però che dal Genio civile hanno fatto sapere che la questione non
è di loro competenza. «Da parte nostra stiamo procedendo a un'indagine
epidemiologica, sulla base dei pochi dati acquisiti al Pronto soccorso -
spiega Alberto Fedele - stiamo vagliando sesso, età, provenienza e
dichiarazioni rilasciate. Se i soggetti colpiti sono bambini, per esempio,
si può ricercare la causa nell'eventuale consumo di gelati; mentre se si
tratta di adulti, magari scopriamo che tutti hanno consumato frutti di
mare. In questi casi - osserva il medico - è possibile che si siano
enfatizzati alcuni aspetti. Il fenomeno è stato circoscritto a pochi
giorni di massimo afflusso turistico; giorni durante i quali si registra
sempre un abbassamento della soglia delle corrette abitudini alimentari.
Aspettiamo però i risultati delle altre analisi, che saranno pronti nei
prossimi giorni».
Cesare Mazzotta
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