Risultati della ricerca del Multilab sull'anidride solforosa

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da: Gazzetta del Mezzogiorno, 17 maggio 2002 * "Gazzetta"

 

In quattro grafici rilevata la concentrazione di anidride solforosa in 150 campioni di pioggia caduta in diciassette paesi del Nord Salento
Ecco i risultati della ricerca del Multilab
«Prima delle conclusioni dobbiamo confrontare i dati e fare alcune verifiche»

Quattro grafici, che fotografano la presenza di solfati nelle piogge del Nord Salento. Sono i primi risultati della ricerca del Multilab, l'azienda speciale della Camera di Commercio, che ha monitorato 150 campioni d'acqua, prelevati nei 17 comuni leccesi coinvolti nel progetto della Provincia. Obiettivo dell'indagine: verificare la concentrazione di ioni sciolti di solfato d'ammonio, acido solforico e di altri veleni presenti nell'atmosfera per poi valutare un'eventuale relazione tra inquinamento e patologie cliniche (bronchiti croniche, allergie, tumori).
I tecnici per il momento non si sbilanciano. «E' ancora preso per parlare di allarme piogge acide», dice il direttore del Multilab Giuseppe Potenza, «Dobbiamo confrontare tutti i dati e fare alcune verifiche prima di trarre conclusioni».
Ma già i primi dati portano ad alcune considerazioni. I test, effettuati il 18 dicembre, il 18 gennaio, il 27 febbraio ed il 13 marzo (dopo le principali precipitazioni piovose) hanno rilevato una concentrazione sino a 7 milligrammi di anidride solforosa per litro d'acqua (il livello ideale dovrebbe essere zero dal momento che i solfati non sono normalmente presenti nell'atmosfera se non come conseguenza di combustione da idrocarburi, carbone ed altre reazioni inquinanti). Gennaio e febbraio i mesi con la maggiore concentrazione. I valori più alti, a Melendugno (un picco di circa 7 milligrammi sia a gennaio che a febbraio, concentrazione scesa poi a 4 nella rilevazione di marzo), a Guagnano (i due punti raccolta hanno registrato 6 milligrammi e 0,30 a gennaio, ma il secondo dato potrebbe essere un errore tecnico visto che la rilevazione è stata effettuata lo stesso giorno, 7 milligrammi a febbraio e 4 a marzo), a Vernole (7 a gennaio, circa 6,60 a febbraio). Picchi di 7 milligrammi anche a Surbo (rilevazione di gennaio, manca quella di marzo), Salice (ma solo a febbraio, mentre sono inferiori a 3 negli altri tre mesi), Segue Trepuzzi, che raggiunge 6 milligrammi a gennaio, 6,50 a febbraio e 4 a marzo. Sorprende il dato di Squinzano, comune dove si è registrato un'allarmante incidenza di morti per tumore: le concentrazioni rilevate nei quattro mesi non hanno mai superato i 3 milligrammi. Un'impennata sino a circa 5 milligrammi a Campi nei mesi di gennaio e febbraio e 6 a Cavallino (a gennaio) ed Arnesano (a febbraio).
Quanto è determinante la vicinanza di Cerano?
«Ad una prima analisi non sembra poter parlare di un'allarme inquinamento», dice Salvatore Francioso, chimico della Provincia. «Sette milligrammi di solfati in un litro d'acqua sviluppano un'acidità pari a 6. Il Dpr 236 dell'88, sulla qualità dell'acqua potabile, indica come valori guida per il ph dell'acqua da 6 a 9 e mezzo. Al di sotto o al di sopra di questi valori diventa troppo acida e non può essere bevuta. Quindi la pioggia con un ph 6 si potrebbe bere tranquillamente come acqua lievemente acidula».
Resta però da valutare la presenza di altri agenti inquinanti. Intanto, ai 300 medici dei comuni interessati sarà consegnato un questionario per valutare i possibili effetti dell'inquinamento sulla salute. Il riscontro di tosse cronica o asma, ad esempio, di infiammazioni bronchiali, irritazioni agli occhi o alla gola, l'incidenza di malattie infettive, sino ai casi di tumore ai polmoni ed altre neoplasie. Un'indagine che potrà dare risposte determinanti.
Daniela Pastore