"l'opposizione mente: il progetto e' necessario"

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da: Gazzetta del Mezzogiorno, 8 gennaio 2003 * "Gazzetta"

 

Ancora polemica sul rischio idrogeologico
«L'opposizione mente
il progetto è necessario»

VEGLIE. Non si placa la polemica sul «canalone». Maggioranza e opposizione continuano a scambiarsi attacchi a «viso aperto». Mentre l'Amministrazione non rinuncia a difendere il suo progetto contro il rischio idrogeologico del territorio, il centrosinistra ormai lavora sull'idea di proporre un referendum popolare sull'opera che ha già definito «inutile e dannosa».
L'assessore ai lavori pubblici e vicesindaco Lorenzo Catamo, dunque, sollecitato dal recente intervento del consigliere di minoranza Alessandro Aprile, torna di nuovo sull'argomento per spiegare le ragioni che hanno portato alla «scelta progettuale» non condivisa dalla minoranza.
«Con amarezza - afferma Catamo - devo rilevare come l'opposizione, oltre a continuare nella sua opera di linciaggio morale pubblicando liste di proscrizione (un manifesto con i nomi dei consiglieri che hanno approvato il progetto, ndr.), tenti di distorcere la realtà progettuale di quello che essa ha ribattezzato "canalone". Esso - spiega - è un canale interrato destinato a costituire un argine contro le acque esterne. Furono queste, infatti, che originarono l'alluvione che colpì Veglie nel 1996. Il canale, peraltro, servirà anche a convogliare le acque della fognatura bianca cittadina. Quest'ultima, infatti, appaltata secondo il progetto della passata amministrazione, non può essere completata perché è priva, appunto, di scarico finale. Modificando il progetto come vorrebbe l'opposizione, inoltre, c'è il rischio di uscire fuori dalla misura Por con prevedibili conseguenze negative».
Catamo, che non ha accolto positivamente l'«esortazione» ad avere il «coraggio di porre la questione del canalone al giudizio di un referendum popolare», riprende poi la polemica diretta con Alessandro Aprile.
«Aprile - continua il vicesindaco - ha la capacità di distorcere le parole e di fare il processo alle intenzioni. Nel mio precedente intervento, infatti, mi sono limitato a constatare la mancanza assoluta di mobilitazione popolare, verificata in più occasioni e più clamorosamente nell'ultima, ma non mi sono mai sognato di dire altro. Quanto alla sfida ad avere il coraggio di porre la questione al giudizio dei cittadini, preciso che non è mio potere porre a referendum alcunché; il referendum lo chieda chi vuole chiederlo secondo le regole che dovrebbe conoscere.
Per quanto riguarda il coraggio - conclude Catamo - penso di averne sempre dimostrato abbastanza in oltre trent'anni di scomoda militanza nella destra nazionale e sociale».

Rosario Faggiano