Ancora
polemica sul rischio idrogeologico
«L'opposizione
mente
il progetto è necessario»
VEGLIE. Non si
placa la polemica sul «canalone». Maggioranza e opposizione continuano a
scambiarsi attacchi a «viso aperto». Mentre l'Amministrazione non
rinuncia a difendere il suo progetto contro il rischio idrogeologico del
territorio, il centrosinistra ormai lavora sull'idea di proporre un
referendum popolare sull'opera che ha già definito «inutile e dannosa».
L'assessore ai lavori pubblici e vicesindaco Lorenzo Catamo, dunque,
sollecitato dal recente intervento del consigliere di minoranza Alessandro
Aprile, torna di nuovo sull'argomento per spiegare le ragioni che hanno
portato alla «scelta progettuale» non condivisa dalla minoranza.
«Con amarezza - afferma Catamo - devo rilevare come l'opposizione, oltre
a continuare nella sua opera di linciaggio morale pubblicando liste di
proscrizione (un manifesto con i nomi dei consiglieri che hanno approvato
il progetto, ndr.), tenti di distorcere la realtà progettuale di quello
che essa ha ribattezzato "canalone". Esso - spiega - è un
canale interrato destinato a costituire un argine contro le acque esterne.
Furono queste, infatti, che originarono l'alluvione che colpì Veglie nel
1996. Il canale, peraltro, servirà anche a convogliare le acque della
fognatura bianca cittadina. Quest'ultima, infatti, appaltata secondo il
progetto della passata amministrazione, non può essere completata perché
è priva, appunto, di scarico finale. Modificando il progetto come
vorrebbe l'opposizione, inoltre, c'è il rischio di uscire fuori dalla
misura Por con prevedibili conseguenze negative».
Catamo, che non ha accolto positivamente l'«esortazione» ad avere il «coraggio
di porre la questione del canalone al giudizio di un referendum popolare»,
riprende poi la polemica diretta con Alessandro Aprile.
«Aprile - continua il vicesindaco - ha la capacità di distorcere le
parole e di fare il processo alle intenzioni. Nel mio precedente
intervento, infatti, mi sono limitato a constatare la mancanza assoluta di
mobilitazione popolare, verificata in più occasioni e più clamorosamente
nell'ultima, ma non mi sono mai sognato di dire altro. Quanto alla sfida
ad avere il coraggio di porre la questione al giudizio dei cittadini,
preciso che non è mio potere porre a referendum alcunché; il referendum
lo chieda chi vuole chiederlo secondo le regole che dovrebbe conoscere.
Per quanto riguarda il coraggio - conclude Catamo - penso di averne sempre
dimostrato abbastanza in oltre trent'anni di scomoda militanza nella
destra nazionale e sociale».
Rosario Faggiano
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