non abbiamo colpe

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da: Gazzetta del Mezzogiorno, 20 settembre 2002 * "Gazzetta"

 

Catamo sulla vicenda della Materna «Rodari»
«Non abbiamo colpe»
«Il Comune ha fatto ciò che gli è stato chiesto»


VEGLIE. «Muro contro muro tra genitori e Comune? Ma quando mai!». Il vice sindaco Lorenzo Catamo con delega ai Lavori pubblici precisa la posizione della sua amministrazione sulla vicenda relativa alla terza A della scuola materna «Gianni Rodari». La classe, ricordiamo, è stata spostata dalla vecchia aula in una nuova che si trova sottoposta. Esigenza, ha spiegato la direzione della scuola, dovuta al maggior numero di iscrizioni. I genitori degli alunni, però, non hanno accettato la nuova soluzione e hanno protestato in diversi modi.
Per questa ragione l'assessore ai Lavori pubblici ha voluto precisare che i locali in cui sono stati destinati gli alunni della terza A sono perfettamente agibili; che la stessa situazione è stata messa in atto nel plesso speculare alla «Rodari» da dodici anni, senza che ci fosse nessuna lamentela; che la protesta dei genitori, come da dichiarazione verbalizzata nel corso del consiglio di circolo, era indirizza nei confronti del dirigente scolastico e non nei confronti dell'amministrazione. Al Comune, insomma, non è stata rivolta alcuna critica e a Palazzo, pertanto, ritenevano che la vicenda dovesse ritenersi conclusa, appunto nel contrasto tra la dirigenza della scuola e gli stessi genitori.
«Di fronte a questi fatti - dice il vicesindaco - appare evidente il tentativo maldestro di qualcuno di strumentalizzare e gonfiare una vicenda per fini completamente differenti dall'interesse dei bambini che, va detto, vanno in un'aula perfettamente agibile e non in una topaia».
«Per concludere e porre una parola definitiva sulla vicenda - aggiunge l'assessore ai Lavori pubblici Lorenzo Catamo - l'amministrazione comunale non decide nulla a livello scolastico, non fa muro contro muro con i genitori che l'hanno eletta e si limita, forse più del dovuto, a venire incontro ai desideri della scuola ed alle esigenze degli scolari. E se gli organi di dirigenza scolastica, e soltanto loro, vogliono cambiare idea, a noi non importa assolutamente niente».