intervista a gianni giannoccolo, gia' sindaco di veglie

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da: N. Gennachi, * "Interviste"

 

Abbiamo inviato la presente lettera a Gianni Giannoccolo, già sindaco di Veglie.

Il suo impegno nella veste di Sindaco nel comune di Veglie, nel periodo compreso fra il 1956 e il 1961, oltre ad aver dato una spinta innovativa per quanto concerne le scelte politiche, ha anche lasciato nella mente dei più anziani ricordi così forti che quando vengono raccontati si legge sui loro volti, invecchiati dal tempo, l'entusiasmo e l'orgoglio di aver vissuto un periodo da "protagonisti".

Sembra che il suo lavoro come sindaco abbia fatto comprendere  che si poteva uscire dalla condizione di gente anonima, svilita e sfruttata, condizione alla quale erano stati da sempre abituati.

Lei è stato definito “ Il grande sindaco, il sindaco di tutti”.
Cosa lo ha spinto a lavorare con tanto impegno per un paese che non era il suo?
Quali furono le motivazioni più profonde che lo portarono a fare scelte fortemente innovative per la comunità vegliese?

Per permettere che ciò si sia verificato, non basta fare il politico, ma ci vuole qualcosa di più, quel qualcosa che lei ha avuto e ha condiviso con noi: ci vuole un'anima. 

E' questa particolare bellezza che le appartiene e che ci è stata sempre nascosta che noi vorremmo scoprire  in questa intervista.

E' questo il nostro intento che, se avrà buon fine, servirà per capire ancora di più e fare meglio.

Come fu il primo impatto con i vegliesi?  Cosa attrasse di più la sua attenzione?

L’interesse per un miglioramento delle condizioni sociali del nostro paese, fu prioritario (assistenza gratuita, riduzione del costo dell’energia elettrica, interventi a favore dei disoccupati) ricorda qualche altra problematica vegliese che avrebbe voluto affrontare?

Pensando agli anni in cui è stato sindaco di Veglie, qual è il ricordo che le ritorna in mente frequentemente?

Ha da rimproverarsi qualcosa?

Se chiedessi alla sua saggia esperienza:  “ UN PENSIERO PER IL MIO PAESE”, cosa mi direbbe?

Questa, la risposta che ci è pervenuta da Gianni Giannoccolo.