A MISURA DEI CITTADINI
C. Penna * 20 luglio 2004 * ___Chiudimi |x|__
Dvogliamo una città a misura dei cittadini
E' tutto interessante il piano dell'A.C.; il periodico “Veglie” intende informare la popolazione e renderla “soggetto attivo a partecipe delle scelte e delle attività svolte dal Comune”. Se, ovviamente, non si tratta di parole di cortesia accettiamo l'invito e rendiamoci partecipi e attivi (anche se il piatto è ormai quasi del tutto completato).
E' bello pensare ad una città a misura d'uomo ed è bello pensare che gli amministratori abbiano chiare le idee sugli uomini di Veglie, sulle loro idee, sulle loro aspettative, sulle loro esigenze e quindi sono in grado di realizzare una città a misura d'uomo, non d'uomo ideale, ma d'uomo vegliese, di questo contesto storico, sociale, culturale.
Ma una città a misura di cittadini è forse preferibile a quella a misura d'uomo. La Riforma Moratti per la scuola ci tiene molto a precisare continuamente gli “studenti” e le “studentesse”, i “bambini” e le “bambine”, “alunni” e “alunne” e non credo in modo pleonastico. Forse per rendere meglio l'idea che la scuola non è qualcosa di omogeneo, di indistinto in cui vivono semplicemente gli “alunni”, ma è una realtà molto variegata in cui coesistono molti utenti, molte personalità anche completamente diverse e distanti tra loro... Una cittadina non è diversa dall'ambiente scuola. Anche in una cittadina ci sono persone completamente diverse e distanti tra loro, per età, per esigenze, per sesso, per mentalità, per possibilità economiche.
Proprio
giorni fa discutevamo su questo sito di bambini; un tempo, un po'
prima di Freud, si diceva “in puero homo” pensando
che il bambino fosse l'uomo in miniatura; Freud ha dimostrato il
madornale errore di questa frase: il bambino è un bambino del
tutto differente dall'adulto, è ed ha un mondo a parte, ha
esigenze del tutto differenti.
Nel piano di queste attuali
attività manca l'attenzione ai bambini ed ai ragazzi; si parla
di generiche “attività sportive” che lasciano
supporre tutto e niente. Chi deve scalciare, cioè quasi tutti
i bambini ed i ragazzi, non sa dove andare: lo può fare in
mezzo alla strada? Lo può fare nelle piazzette pubbliche? Non
ci sono spazi per i bambini e per i ragazzi, spazi attrezzati e
pensati per loro. Qualcuno ha affermato che le giostrine messe in
piazza della Costituzione in realtà servivano ad evitare il
passaggio dei motorini e degli scooter, come secondo fine far
divertire anche qualche bambino.
Ottima la prevenzione del disagio
e della devianza giovanile, ma prevenzione è anche dare gli
spazi adatti. Dove andare a suonare un poco, visto che Veglie è
pieno di musicisti in erba? Dove andare a tirare due calci al
pallone? Dove fare attività ricreative durante l'anno? La
maggior parte delle risorse sono investite per rifare il look a
Veglie, per dotarlo di spazi per adulti, vivi e defunti.
Si stanno riqualificando zone ed edifici esistenti, ma sempre con obiettivi mirati ad un'utenza adulta (uffici nella struttura fieristica, ex mercato coperto diventerà centro per la legalità(!)); ci sono in cantiere lavori per ben 23 miliardi e mezzo delle vecchie lire, e pochissimo è impiegato per i giovani/giovanissimi cittadini, questo senza nulla togliere al valore delle opere in programma e in completamento.