RISPOSTA AL SIG. GENNACHI
C.
Buccarella
* 10
nvembre
2005 *
(pensieri)*
Caratteri grandi-medi-normali *
Accessibilità
Gent.mo
Sig.
Gennachi,
personalmente non ho mai messo in dubbio la necessità di
mantenere vive le proprie tradizioni e le memorie della propria
provenienza storica, salvo poi la decisione di ognuno di rimuovere le
proprie radici per trapiantarle in un luogo più consono.
Spesso piccoli alberi morenti ripiantati in un’altra terra
divengono maestose quercie.
Probabilmente, da come mi viene da pensare leggendo la sua risposta
alla mia lettera, lei si è fatta di me l’idea di
un “Globalizzatore ad ogni costo”, che non
riconosce l’italia come stato a sé in quanto non
riconosce l’esistenza mondiale di nessuno stato.
Ebbene il mio pensiero riguardo l’italia è quello
di uno stato quasi fantoccio, governato indipendentemente dai colori
della propria bandiera, da uomini che hanno come fine ultimo
l’arricchimento personale e il potere e in secondo piano
pongono i bisogni di un intero popolo, ma la mia protesta ortografica
scaturisce dal mio ritenere questa nazione ormai l’unica nel
mondo occidentale che esso stesso ama definire
“sviluppato”, succube dello stato della
città del vaticano, pertanto non in pieno possesso dei
propri poteri decisionali e costituzionali.
Nel corso della storia più e più volte questo
piccolo stato interno al territorio italiano, ha violato la
costituzione stessa dell’italia, rendendola spesso un
“prolungamento” dei propri tentacoli.
Da questo pensiero assolutamente PERSONALE, non riconosco (per segno di
opposizione totale) lo stato italiano degno della nobile e sacrosanta
lettera maiuscola.
Questo mi sentivo di specificarLe
distinti saluti
Cosimo
Buccarella