IRONIA INSUPERABILE DI SPEDICATO
C.
Penna
* 08 febbraio
2006 *
(pensieri)*
Caratteri grandi-medi-normali *
Accessibilità
Non è
possibile non sorridere agli interventi del dott. Spedicato. Non, per
il contenuto di ciò che dice, ovviamente, ma per il suo
stile: riesce a dire delle cose molto profonde e interessanti, su vari
argomenti, sempre con uno stile che si fa seguire volentieri, arguto,
con l'uso di una ironia che non è da tutti saper dosare e
usare così bene. Sono molto particolari e azzeccati i
ricordi che utilizza, della sua infanzia e della sua vita personale
attuale, per esplicitare qualche argomento; per non parlare delle
"riuscite uscite" dialettali!
Ciò che dice a minaccia
,è di una chiarezza
lampante, bellissimo il riferimento ai "saggi fanatici" (vediamo oggi
cosa sta succedendo per i saggi fanatici, un po' in tutto il mondo);
ironico e sbellicante il ricordo dello striscione "Curcio libero"!
Però, nonostante questo suo stile abile, che invoglia a
farsi leggere, a volte credo che non sia ben compreso.
A proposito del "signor minaccia", dice chiaramente come si
è caduti nella sua trappola: continuare a far parlare, far
trapelare il dubbio, creare a tutti i costi la discussione su argomenti
così delicati sui quali lo stesso Voltaire (non un qualsiasi
illuminista) è caduto in contraddizione.
Anche nell'ormai famoso "Canto delle sirene" credo che le
incomprensioni non siano state poche... lì c'era
tutto un discorso politico al primo posto: le sirene ammaliavano chi
passava dalle loro parti, i marinai che ne restavano ammaliati
divenivano incapaci di allontanarsi. Nella vita attuale succede che
altre persone, ammaliate da amici (qualunque sia la loro etichetta o
professione) possono andare incontro al suicidio POLITICO.
Lo Spedicato, parla di Stefania Capoccia che - secondo la propria
visione POLITICA - è stata ammaliata dall'avvocato Malerba.
Dov'era l'ammaliatura? Nel fatto che l'avvocato ha patrocinato la
Capoccia enl suo ricorso al Tar per vedersi riconosciuta una carica
assessorile (pur essendo già Vicepresidente dell'Unione dei
Comuni). Lo Spedicato, dal punto di vista sempre politico, ha giudicato
per nulla adatto il consiglio politico di far ricorso al Tar, per il
semplice motivo che, in questo modo, la carriera della Capoccia rischia
una stroncatura, rischia un suidicio politico, rischia la
fine della carriera; mentre, in realtà, avrebbe potuto
rappresentare degnamente le seimila donne vegliesi (da lei
rappresentate!), avrebbe potuto farsi "le ossa" - qualora ne avrebbe
avuto bisogno - proprio in quel consiglio dell'Unione, un consiglio che
adirittura ha una donna come vicesindaco (scusatemi se è
poco!).
E' dispiaciuto vedere l'incomprensione del suo scritto che, secondo la
mia lettura di un non-giurista, non toccava affatto la persona, non
toccava affatto la professione, non toccava affatto la cordata politica
dell'avvocato.
Si parlava solo di "suicidio politico". La sentenza
ovviamente toccherà ai posteri, ma... posteri molto vicini
ai giorni nostri!
Purtroppo,
come tutti coloro che non si fanno i fatti propri, Veglieonline
èanche tra quelli che non se li fa, rischia di cadere in
equivoci o, peggio, forse in querele. Per ogni cosa si paga un prezzo,
l'essenziale è non gettare i propri denari per non far
pagare anche il prezzo della libertà di esporre le proprie
idee (anche contrarie, ovviamente).
Claudio
Penna