VORREI SCUSARMI...
M.
Spedicato
* 17 febbraio
2006 *
(pensieri)*
Caratteri grandi-medi-normali *
Accessibilità
Vorrei
scusarmi con i gestori e gli utenti di Veglieonline e Veglie News
Non scrivo certamente per essere adulato né per
offendere qualcuno ma nemmeno per essere denunciato o
insultato e minacciato
come è successo con il “signor
minaccia”. Non mi preoccupo neppure di ricercare lo stile o
le citazioni o le “riuscite uscite”
dialettali come dici tu.
Sono cresciuto in una famiglia contadina, come ripete spesso il dott.
Gennachi, di quelle che stavano sedute attorno al braciere a
raccontarsi li fatti e la vita, arricchendo di particolari
più o meno fantasiosi lo stesso fatto a seconda di chi lo
raccontasse.
Ho frequentato bar e sezioni di partito quando in
questi si giocava a tresette, a marianna o scopone, gli
anziani parlavano di guerra e di resistenza, di lotte contadine e di
innesti a spacco o a scudetto. Avevo ed ho
ancora “la”
curiosità di ascoltare per ‘mparare e
quindi passavo le ore a spiare i
“vecchi”… l’aver perso i
genitori quando questi erano ancora giovani, credo mi abbia portato ad
apprezzare maggiormente alcuni ricordi, frasi ed atteggiamenti che
prima mi sembravano banali.
Tutto questo ritengo che conduca poi naturalmente
all’uso delle citazioni di vita vissuta, di classici
studiati, di maestri frequentati. Non lo faccio apposta, è
il mio modo di scrivere fin da quando alla scuola media superiore si
componevano i tanto temuti ed ora rimpianti TEMI. E a questo proposito
voglio raccontare a te e a Dania (che ringrazio per le belle parole di
solidarietà che ha avuto nei miei confronti)
“ricascandoci”, di quando l’insegnante di
lettere al liceo scrisse questo giudizio sul retro di un mio
compito in classe: “il problema non è mai di chi
sa quello che scrive, ma di chi leggendo sbaglia a
interpretare.”. Per quanto riguarda il signor
minaccia non era certamente a lui che mi rivolgevo, ma a chi
rispondendo ai suoi vaneggiamenti arroganti e maleducati gli permetteva
di “esistere”.
Per ciò che riguarda “il canto delle
sirene” chi ha avuto modo di leggerlo ha
interpretato… come dicevo prima; chi non lo ha letto (e da
quel che mi risulta sono in molti) ne ha solo sentito dire e ne
ha parlato e riparlato sminuendo e/o esagerando
ciò che più gli interessava. La realtà
è invece che per formazione ricevuta, cultura e
storia personale credo nell’educazione, nel rispetto delle
idee e della persona e credo nella Politica.
L’ho detto in altre circostanze e
l’ho ripetuto prima: sono cresciuto nella sezione
del P.S.I., ero con De Martino con Nenni e con
Lombardi piuttosto che Craxi. Non ero con Craxi
perché credevo e credo nella politica
“di piazza” e non nella politica dei Media
(è una parola latina quindi non si legge midia) e delle
poltrone… sarò attaccato ai ricordi,ma riesco
ancora ad incazzarmi per la politica. Ed
è quello che mi è successo e continua a
succedermi quando ripenso alla gestione politica
dell’assessorato alla signora Capoccia. Allo stesso modo mi
incazzo per le improvvisazioni della maggioranza o per
l’uso ricattatorio che l’opposizione fa del
Tribunale Amministrativo.
Intendo il politico come colui che si dedica a
questa attività per arricchire e ottimizzare le
risorse di una comunità e non chi si
“’mmesca” nella cosa pubblica
senza avere preparazione. Il politico deve essere tanto umile da
accettare sempre il dialogo e il confronto, specialmente
quando con presunzione arrogante indiscutibilmente certo di
avere ragione
Non accetto l’odio e l’astio che in
quest’ultimo periodo sta caratterizzando la vita politica
Vegliese. Si è sempre litigato per il partito, per
l’amministrazione o per l’opposizione. Si
sono avuti comizi e scazzottate, offese, prese in giro,
metafore (chi ricorda quella del trono di
ghiaccio…) e quanto altro, ma in nessun
caso si era giunti alla minaccia del tribunale, al massimo si gustava
un caffè in uno dei bar in piazza oppure
si andava insieme, maggioranza e opposizione, a cena nella
saletta privata del ristorante la Scogliera o da Franco a
Leverano. Si decideva in che modo operare per il bene della
comunità, poi si tornava in piazza a litigare….
Per concludere vorrei dire che ogni tanto mi faccio prendere
dall’ira e dalla nostalgia e allora scrivo quello che penso
su Veglieonline, forse posso essere frainteso; forse posso essere
capito per ciò che ho scritto; mi può anche
arrivare una querela tra capo e collo come è successo, ma la
paura di tutto questo, credo, non debba impedire alle tre
piazze virtuali di Veglie di far ascoltare la voce dei propri utenti,
e a questo proposito vorrei scusarmi con i gestori e i
fruitori di Veglieonline e Veglie News colpiti dall’ordinanza
di sequestro della pagina “il canto delle sirene”,
per il danno, la seccatura e i grattacapi che vi ho procurato
con il mio scritto.
La conclusione del tuo articolo dice per ogni cosa
si paga un prezzo…
Caro Claudio, per esprimere le mie idee non sono
assolutamente disposto a pagare nemmeno un centesimo di euro, se invece
vogliamo discutere amichevolmente sono pronto a
”pagare” il corroborante caffè
di cui sopra.
Marcello
Spedicato