i diversi volti della polITICA

stampa - torna - chiudi...

da: AC. Penna, 05 dicembre 2003 * "Liberi Pensieri"

 

I diversi volti della politica

Claudio mi tira in ballo a proposito di un mio intervento, nel quale dissentivo garbatamente dalle posizioni del dott. Gennachi e afferma: " il prof. Caputo parla di una politica che io non mi sento di definire tale". Ora è vero che il lettore può leggere quanto sostenevo in quell'occasione e trovare la mia definizione di politica, ma l'argomentare di Claudio lascia ampi spazi di ambiguità, che mi preme chiarire. Premetto che concordo ampiamente con lui, quando afferma che "tenere aperto un fronte giudiziario con la minaccia di licenziamenti" (come ha fatto un noto imprenditore locale) " in italiano ha anche altri termini quale "ricatto" ....e "chiedere voti in cambio dell'eventuale mantenimento di certe situazioni,... è minacciare". Il responsabile di Veglieonline, però, non può negare che a Veglie, come in qualsiasi altra parte del mondo, ieri ed ancora oggi, il ricatto e le minacce sono strumenti abbondantemente usati dalla politica. Se poi ci capita di sfogliare un testo di storia, avremo modo di notare che, dall'assassinio di Cesare a quello di Matteotti, dallo sterminio delle civiltà precolombiane ai forni crematoi di Hitler, dai desasparecidos argentini a piazza Tienammen, da Pol-Pot a Saddam, la politica è stata e continua ad essere non solo ricatto e minaccia ma eliminazione fisica ed annientamento di massa. Una costante della storia è la guerra, con tutti gli aggettivi con cui nelle diverse occasioni si è accompagnata: "persiana" , "punica", "civile", "santa", "mondiale", "preventiva", la politica l'ha sempre usata e continua ad usarla per affermare la supremazia di un popolo, di una religione, di una civiltà su un'altra. Per quanto riguarda poi le maiuscole o le minuscole non mi riesce di seguire il ragionamento del mio interlocutore.

Pertanto provo a ragionare ad alta voce:

* la legge sulla depenalizzazione del falso in bilancio,

* la legge che detassa le donazioni e le successioni dei grandi patrimoni,

* la legge sulle rogatorie internazionali,

* la legge Cirami sul legittimo sospetto, per cui l'imputato può chiedere la ricusazione del giudice,

* il lodo Schifani sulla impunibilità delle alte cariche dello Stato,

* la legge Gasparri che aggira le sentenze della Corte Costituzionale e dell'Antitrust bisogna considerarle politica con la P maiuscola o con la minuscola? Non si tratta di essere d'accordo o in disaccordo con chicchessia ma di guardare la realtà per come si presenta davanti ai nostri occhi e scegliere da che parte stare, senza "se" e senza "ma"; il resto è solo neoqualunquismo, altro aspetto della politica di cui bisogna tener conto. Giovanni Caputo

Giovanni Caputo

Mi permetto di aggiungere qui in calcio un mio breve intervento.
La mai riflessione è nata dalle idee espresse da A.B. e vuole essere un appoggio a quelle riflessioni, vuole anche essere un provare accordo con le opinioni espresse da G. Caputo nel citato articolo, ma vuole anche essere un modo per dire che dobbiamo parlare di politica quando si tratta di politica e chiamare diversamente ciò che è diverso. Sono d'accordo con te, Giovanni, su ciò che hai citato qui sopra, e sicuramente non si tratta di Politica né di politica. Credo quindi che la politica sia una cosa seria, il politichese ed i politicanti sono invece tutt'altra cosa. Io spero che a Veglie si faccia politica, sempre il bene pubblico, senza adottare altri mezzi. So che il ricatto e la minaccia, putroppo, continuano ad essere a Veglie ed ovunque, strumenti che affiancano i politichesi, non li condivido, per questa ragione sono da abbattere (non fisicamente, ovviamente) questi politichesi che usano tali sistemi ed anche tutti coloro che pretendono qualcosa in cambio del loro voto e della loro dignità. Per il resto - ma, se non ci siamo fraintesi, anche in questo - continuo a concordare pienamente con te. 
Claudio Penna