Il
dottore e la politica
(La circonvallazione e la tutela degli interessi pubblici o di quelli
privati?)
Il dott.
Gennachi interviene a proposito della circonvallazione e articola un
ragionamento al buio, perché mette sullo stesso piano chi continua a
battersi perché l’opera venga realizzata e quanti cercano di ostacolarne
il completamento, chiedendo di modificarne il tracciato.
Il dottore ha
trascorso un’esistenza a dare un colpo al cerchio e uno alla botte
nella pretesa di conservare una sua particolare autonomia. Ma seguiamo
il percorso del suo argomentare, che nasce da una domanda iniziale:
“dov’è la politica vegliese?”
Ma come dottore non si è accorto che la politica
vegliese è scesa in campo con tutto il suo apparato al completo?
-
Il ricorso alla Magistratura per bloccare l’occupazione d’urgenza
ed impedire la realizzazione dell’opera così com’era stata approvata,
non è politica?
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Scavare durante la sospensiva del T. A. R. per rendere impossibile
la realizzazione del progetto così come approvato e costringere la
Provincia a modificare il tracciato, non è politica?
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Non lasciarsi intimidire da queste manovre e difendere le proprie
scelte nei diversi gradi di giudizio, così come ha fatto la Provincia
e la passata Amministrazione, non è politica?
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Investire risorse per la progettazione e la realizzazione di un ponte,
che permetterà il completamento dell’opera, non è politica?
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Tenere aperto il fronte giudiziario e creare l’allarme sociale
attraverso la minaccia dei licenziamenti, non è politica?
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Coinvolgere in questa strategia alcune parti sociali e da queste far
lanciare un attacco al Sindaco di Veglie, che non avrebbe “gli
attributi…...” e al Presidente Ria, colpevole di voler completare
l’opera, non è politica?
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Occupare il Comune, convocare il Consiglio Comunale, coinvolgere la
Prefettura per impedire di fatto lo svolgimento della gara, ormai
aggiudicata all’impresa De Luca, non è politica?
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I partiti che prendono posizione, quando viene superata la soglia di
agibilità ambientale; Rifondazione Comunista e i Democratici di
Sinistra che denunciano l’uso strumentale dei licenziamenti e
sostengono il corretto operato della Provincia e del Presidente Ria;
Alleanza Nazionale che si barcamena alla ricerca di una soluzione
ecumenica per non dispiacere a nessuno; Forza Italia preferisce
tacere; l’assessore Cascione (quello del Canalone) che si sgancia
dalla maggioranza e convoca incontri, riunioni, assemblee, convegni
con lo scopo di modificare il tracciato, perché lo pensa possibile, in
quanto a chi comanda tutto è possibile: non è politica tutto questo?
Le potrà non piacere dottore ma in tutto ciò, c’è
della buona e della cattiva politica. E la confusione di fare di ogni
erba un fascio non giova né alla verità, né al sostegno della causa che
vorrebbe difendere. A Veglie l’attuale maggioranza ha ridotto la
politica solo a questo, questa è la sola politica che da circa tre anni
si fa nel nostro Paese e con questa è stato ed è necessario fare i
conti.
Se lei poi osserva a livello nazionale la realtà
peggiora. I valori condivisi da tutte le forse politiche hanno costruito
e retto le sorti della democrazia e della libertà in Italia sin dal ’48;
con l’avvento del Governo Berlusconi quei valori sono saltati. Lo
scontro politico in atto non mira all’affermazione di un programma di
Governo ma alla tutela degli interessi patrimoniali del “Capo” e alla
gestione aziendalistica della Nazione, questo prevede l’annientamento
dell’avversario e il controllo politico della Magistratura e di tutti
gli organi di controllo dello Stato. “Non faremo prigionieri”sosteneva
l’on. Previti. Mentre chi fa il magistrato è un disturbato mentale
secondo il Presidente del Consiglio.
Il clima è questo, a Roma come a Veglie, ed è un
peccato che lei si sia stancato, perché la battaglia è ancora in corso e
anche lei è chiamato a parteciparvi. Scelga pure da che parte stare e
rinunci alla pretesa di essere al di sopra delle parti. La politica è
scelta e fatica quotidiana, dialogo e confronto sulle proprie e altrui
posizioni, sofferenza e dolore per le sconfitte e le incomprensioni, ma
anche soddisfazione e gioia quando si realizzano i bisogni di una
comunità, e soprattutto coraggio e determinazione quando si tratta di
dover affrontare il prepotente di turno.
Poi vincerà chi gioca meglio le sue carte, chi
crea le alleanze sociali e politiche più ampie, chi riesce ad ottenere
maggiori consensi intorno alla sua proposta.
Con affetto
Giovanni Caputo
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