IL DOTTORE E LA POLITICA

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da: Giovanni Caputo, 14 settembre 2003 * "Liberi Pensieri"

 

Il dottore e la politica
(La circonvallazione e la tutela degli interessi pubblici o di quelli privati?)

Il dott. Gennachi interviene a proposito della circonvallazione e articola un ragionamento al buio, perché mette sullo stesso piano chi continua a battersi perché l’opera venga realizzata e quanti cercano di ostacolarne il completamento, chiedendo di modificarne il tracciato.
Il dottore ha trascorso un’esistenza a dare  un colpo al cerchio e uno alla botte nella pretesa di conservare una sua particolare autonomia. Ma seguiamo il percorso del suo argomentare, che  nasce da una  domanda iniziale: “dov’è la politica vegliese?”

Ma come dottore non si è accorto che la politica vegliese è scesa in campo con tutto il suo apparato  al completo?

  •    Il ricorso alla Magistratura per bloccare l’occupazione d’urgenza ed impedire la realizzazione dell’opera così com’era stata approvata, non è politica?
  •    Scavare durante la sospensiva del T. A. R. per rendere impossibile la realizzazione del progetto così come approvato e costringere la Provincia a modificare il tracciato, non è politica?
  •     Non lasciarsi intimidire da queste manovre e difendere le proprie scelte nei diversi gradi di giudizio, così come ha fatto la Provincia e la passata Amministrazione, non è politica?
  •    Investire risorse per la progettazione e la realizzazione di un ponte, che permetterà il completamento dell’opera, non è politica?
  •     Tenere aperto il fronte giudiziario e creare l’allarme sociale attraverso la minaccia dei licenziamenti, non è politica?
  •     Coinvolgere in questa strategia alcune parti sociali e da queste far lanciare un attacco al Sindaco di Veglie, che non avrebbe “gli attributi…...” e al Presidente Ria, colpevole di voler completare l’opera, non è politica?
  •    Occupare il Comune, convocare il Consiglio Comunale, coinvolgere la Prefettura per impedire di  fatto lo svolgimento della gara, ormai aggiudicata all’impresa De Luca, non è politica?
  •    I partiti che prendono  posizione, quando viene superata la soglia di agibilità ambientale; Rifondazione Comunista e i Democratici di Sinistra  che denunciano l’uso strumentale dei licenziamenti e sostengono il corretto operato della Provincia e del Presidente Ria; Alleanza Nazionale che si barcamena alla ricerca di una soluzione ecumenica per non dispiacere a nessuno; Forza Italia preferisce tacere; l’assessore Cascione (quello del Canalone) che si sgancia dalla maggioranza e convoca incontri, riunioni, assemblee, convegni con lo scopo di modificare il tracciato, perché lo pensa possibile, in quanto a chi comanda tutto è possibile: non è politica tutto questo?
Le potrà non piacere dottore ma in tutto ciò, c’è della buona e della cattiva politica. E la confusione di fare di ogni erba un fascio non giova né alla verità, né al sostegno della causa che vorrebbe difendere. A Veglie l’attuale maggioranza ha ridotto la politica solo a  questo, questa è la sola politica che da circa tre anni si fa nel nostro Paese e con questa è stato ed è necessario fare i conti.
 

Se lei poi osserva a livello nazionale la realtà peggiora. I valori condivisi da tutte le forse politiche hanno costruito e retto le sorti della democrazia e della libertà in Italia sin dal ’48; con l’avvento del Governo Berlusconi quei valori sono saltati. Lo scontro politico in atto non mira  all’affermazione di un programma di Governo ma alla tutela degli interessi patrimoniali del “Capo” e alla gestione aziendalistica della Nazione, questo prevede l’annientamento dell’avversario e il controllo politico della Magistratura e di tutti gli organi di controllo dello Stato. “Non faremo prigionieri”sosteneva l’on. Previti. Mentre chi fa il magistrato è un disturbato mentale secondo il Presidente del Consiglio.
 

Il clima è questo, a Roma come a Veglie, ed è un peccato che lei si sia stancato, perché la battaglia è ancora in corso e anche lei è chiamato a parteciparvi. Scelga pure da che parte stare e  rinunci alla pretesa di essere al di sopra delle parti. La politica è scelta e fatica quotidiana, dialogo e confronto sulle proprie e altrui posizioni, sofferenza e dolore per le sconfitte e le incomprensioni, ma anche soddisfazione e gioia quando si realizzano i bisogni di una comunità, e soprattutto coraggio e determinazione quando si tratta di dover affrontare il prepotente di turno.
 

Poi vincerà chi gioca meglio le sue carte, chi crea le alleanze sociali e politiche più ampie, chi riesce ad ottenere maggiori consensi intorno alla sua proposta.  

Con affetto
Giovanni  Caputo