LA PIAZZA: CREDO CHE ANDASSE PROPRIO RIFATTA
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da: D. Della Bona, 20 settembre 2003 * "Liberi Pensieri"
La piazza: da rifare Ho letto, ieri, l'intervento di due miei cari amici circa la "Chiazza ti eje", e devo dire che, in questo caso, il mio punto di vista è totalmente opposto al loro. Ricordo che, all' incirca 10 anni fa, iniziando a frequentare Veglie e venendovi più volte, ad un certo punto domandai quale fosse la piazza di Veglie (in riferimento alla piazza "principale" di Veglie). Mi fu risposto che la piazza principale era proprio quella da cui passavo tutte le volte che venivo in questo paese. A quel punto non potei fare a meno di pensare che, come piazza principale, quella era tra le più scialbe e trascurate che io avessi mai visto. Da allora mi sono chiesta spesso, passando da lì, perché nessuno si poneva il problema di migliorare l'aspetto della piazza. Ho esclamato: "Era ora!" quando ho appreso che i lavori di sistemazione stavano iniziando. Io non sono vegliese di nascita, vivo a Veglie solo da 6 anni, ed è ovvio che non ho ricordi particolari legati a quella piazza e, probabilmente, non penserò con nostalgia al suo vecchio aspetto una volta terminati i lavori, come potrebbe, invece, accadere ai miei amici, che l' hanno guardata sempre con l'occhio dell'affetto. Forse, se fossi nata e vissuta sempre qui mi sentirei come loro, defraudata dei miei ricordi, del mio passato, di un pezzo importante della mia vita e della mia storia... Ma, provate a riflettere... Giunge sempre il momento in cui bisogna ristrutturare la casa in cui viviamo, ammodernarla, migliorarla, rifare diverse cose, modificarne anche il prospetto... In quel momento non ci poniamo, di certo, il problema di ritrovarci, dopo gli interventi fatti, con una casa diversa da quella che era, da quella che abbiamo amato, da quella che conserva e risveglia i nostri ricordi più lontani... Abbiamo solo la consapevolezza che è necessario intervenire, che non possiamo lasciare che la casa cada a pezzi... E siate certi che, dopo i cambiamenti, continueremo ad amarla allo stesso modo, sarà sempre la nostra casa, anche se con un aspetto differente, un arredamento diverso o una disposizione nuova delle stanze. Le stesse considerazioni valgono per la piazza di Veglie: non poteva stare lì, abbandonata a se stessa ad imbruttirsi all' inverosimile. Mi auguro che da questi lavori ne esca migliorata esteticamente, in modo da lasciare nelle persone di passaggio un' immagine gradevole non solo di se stessa, ma di tutto il paese e in modo tale che nessuno possa transitarvi più, senza accorgersi che quella è "la Piazza" di Veglie, così come è accaduto in passato a me e a tante altre persone, venute a trovarmi da altri paesi. Non credo, poi, che l'immagine del paese venga sminuita da quel "cantiere pieno di fango": infondo, se quel "cantiere" è stato messo sù, lo si è fatto a scopo migliorativo, non certo demolitivo ("la funtana ti la chiazza" è sempre là e sarà sempre al suo posto, come simbolo del paese e di congiunzione tra passato e futuro). E' naturale poi, che dei lavori così complessi comportino disagio, soprattutto per i commercianti e per i nonni, che temporaneamente si vedono sfrattati. Ma se si vuole migliorare, a volte è necessario anche questo! Per quanto riguarda i nuovi sensi di marcia e la viabilità, a parte un momento di smarrimento iniziale, devo dire che, in realtà, non mi hanno cambiato la vita... Per concludere, mi auguro che questi interventi migliorativi a mano a mano coinvolgano tutto il centro storico, affinché non vi sia più quel contrasto stridente tra la periferia, in linea di massima curata e valorizzata, e il centro storico dall'aria così trasandata. Daniela Della Bona |