visita al convento
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da: C. Penna, 17 dicembre 2003 * "Liberi Pensieri"
Una visita al Convento Grazie a Cristiana Tondo si può affrontare, con competenza, il tema dei beni culturali - archeologici del nostro paese. Tra questi beni, un merito a parte lo merita il Convento dei Francescani, ancora fresco di restauri.Il 13 u.s. ho partecipato ad una presentazione del libro "Puglia Il suo cuore" di G. Giacovazzo; nell'attesa io, come molti altri dei presenti, abbiamo nuovamente visitato i locali del Convento. Questa seconda visita, dopo quella dell'inaugurazione del 21.06.03 è stata molto triste per diversi motivi. Tutte le stanze erano completamente vuote, risuonavano soltanto i miei passi e quelli degli altri visitatori per caso. E' stato triste vedere lo stato in cui sta tornando quel Convento. E' una questione anche morale, oltre che amministrativa e politica, vedere che quel bene, privo di manutenzione e chiuso, sta tornando a rovinarsi. In diverse stanze del piano superiore, soprattutto in quelle che danno sul lato esterno, si vedono diverse macchie di umido, si vede la calcina che sta cadendo giù, si vedono diverse crepe ben evidenziate. Non può essere lasciato a se stesso tale bene. So che già qualcuno ha fatto richiesta di utilizzo di quei locali, ma non ha avuto risposta, per motivi a me non noti ma immagino ben importanti. Tutta la parata del 26 giugno a cosa è servita? E' vero che Mirabella ha parlato di un ritorno dell'antico nel nuovo, riferendosi al ritorno dei frati, situazione improponibile per la semplice mancanza di frati, ma da lì a lasciarlo abbandonato a se stesso mi sembra un po' troppo. Tutto l'interesse si è riversato solo nell'appaltare i lavori? Nell'inaugurare e nel far eseguire lavori intrapresi da altri? Ormai i soldi che arrivano dall'esterno (se esterno si può comunque chiamare) sono davvero pochini, gran parte pesa sul bilancio cittadino, non possiamo permetterci il lusso di sprecare denaro pubblico evitando di far marcire qualcosa che è costato alla collettività un mucchio di denaro. Troviamo qualche idea attraverso qualche iniziativa (un concorso di idee, una pubblica e serena discussione...). Giustamente il sen. Giacovazzo parlava di essere soggetti di storia, una soggettività che può e deve partire anche dal basso.
C. Penna - Veglieonline.it |