Veglieonline, La politica/La cultura

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da: Dania, 21 settembre 2001 * "Liberi Pensieri"

 

Grazie a Dio e agli uomini di buona volontà, Veglie è un paese libero.

Dove è possibile affiggere manifesti, sia della maggioranza che dell’opposizione, vuol dire che là esiste la libertà di parola, di opinione, di critica e di confronto.

(Certamente sarebbe auspicabile che i manifesti fossero affissi negli spazi autorizzati: è la colla che sporca, che imbratta, non le notizie riportate, se non bugiarde e infamanti).

Se Veglieonline, quale canale d’informazione, trova spazio per l’una e per l’altra fazione, altro non esercita che l’imparzialità. Perché accusarlo di svolgere attività politica da periferia?

La realtà di Veglie è quella che è, con pregi e difetti.  Esiste il problema della pulizia dei cassonetti dell’immondizia, quello del traffico caotico e dei semafori che non sempre funzionano. Ci sono i ragazzini che scorazzano col monopattino.  C’è il problema dei cani randagi.  C’è la doppia curva della Zanzara, dove si susseguono incidenti.  Ci sono vigneti che producono buona uva e altri che piangono… A volte i cittadini si pongono, ed è più che lecito, domande su come l’amministrazione gestisce progetti, finanziamenti, commissioni e appalti.

Altre volte s’ interessano al comportamento, nell’ambito della loro carica pubblica, dei singoli personaggi politici.  Si sono svolte buone attività, altre sono auspicabili…

Veglieonline non ha avuto timori ad accogliere e pubblicare denunce o difese, diversi punti di vista e persino battibecchi, perché dai confronti può sempre scaturire qualche idea nuova, qualche proposta interessante o qualche chiarimento, sempre con la speranza che il tutto potesse giungere “a chi di dovere”. (Difficilmente chi si occupa attivamente di politica si lascia sfuggire pagine dove si parla del loro operare).

Veglieonline s’è sempre dichiarato aperto a chiunque voglia collaborare. Quel chiunque comprende chi invierebbe un intervento al giorno e chi, al contrario, benché pieno di buone intenzioni, fatica ad esporsi in prima persona.

Se la Redazione ben fa a selezionare i lavori dei primi, secondo il mio punto di vista, sbaglierebbe ora a scoraggiare gli approcci di chi, timidamente, si avvicina portando notizie interessanti, ma trovate su manifesti murali o su qualche rivista: potrebbe perdere un potenziale collaboratore.

Veglieonline è nato per far conoscere Veglie in rete? Svolge egregiamente questo compito... Dovessi un giorno visitare questo paese, sarebbe come far ritorno a casa. Saprei dove dirigermi per toccare dal vivo i luoghi che hanno saputo emozionare e far vibrare la mia anima. Saprei dove recarmi per ammirare, gioire o piangere. Saprei anche chi cercare, per scusarmi o per congratularmi.

Dovessi scoprirlo, nei particolari, ancora più bello di come l’ immagino, non potrei che esserne felice, mentre non correrei il rischio di rimanere delusa da eventuali punti deboli, perché Veglie mi è stato presentato nella sua realtà quotidiana e non con una patina di vernice, applicata per nascondere le magagne.

La cultura, che parolona!  Mette soggezione, è vero, ma altro non è che conoscenza. Il miglior modo per divulgarla ce lo insegnano Marta Gennachi e Chiara Patera con il loro “Dalla Preistoria -i Dolmen e i Menhir- ”: un fresco e brioso invito verso una loro nuova conoscenza, che le ha riempite d’esuberante entusiasmo, tanto da non desiderare altro che farne partecipi tutti i visitatori di Veglieonline ed invogliarli così a ripetere la loro esperienza.

Non è cultura un invito alla scoperta delle ricchezze, nuove o remote, della propria terra?

E i disegni di Leo, cos’altro sono se non pagine della storia di Veglie?

Ho scelto questi due, fra i tanti esempi, per dire che si può far cultura anche in semplicità.

Amo Veglieonline. Lo si è capito, vero? L’ho definito un “Pozzo di San Patrizio”, questo sito, perché ogni volta che lo visito riesco a “rubare” qualcosa. E sempre qualcosa di bello e di pulito che mi arricchisce.  Sono sicura diventerà più grande, anche con la collaborazione di Alex!

Ma cos’è poi la politica da periferia? Ho letto sul fascicolo “Milano” del Corriere della Sera di lunedì 10 settembre 2001 una lettera dalle vacanze. Gallipoli la località. L’autrice, ha approfittato di una giornata di vento per un’escursione nell’entroterra, ricavandone una gran delusione.

Forse, dico io, prendendo per vero quel che viene raccontato, se vi fosse stata una frenetica attività di politica da periferia, in quel paese non avrebbero lasciato andare in decadenza l’unico stabile della “zona industriale”, né lasciati vuoti e inutilizzati gli edifici, terminati due anni fa, che avrebbero dovuto ospitare la caserma dei vigili del fuoco e il mercato del pesce. E neppure lasciato inattivo il depuratore consortile di Gallipoli/Alezio/San Nicola/Tuglie.

Già: sono convinta che, a volte, la politica di seconda categoria sappia fare miracoli!

Dania