Diseducativo il videogioco?

stampa - torna - chiudi...

da: Dania, 05 novembre 2001 * "Liberi pensieri"

Diseducativo il videogioco?

 Suvvia, Claudio Penna: basta! Dacci un taglio. Sei il solito pessimista, un pignolo che guarda con la lente d’ingrandimento quanto di negativo passa davanti ai propri occhi per farlo divenire ancora peggiore, se possibile, e poi gridare al lupo, al lupo!

 Perché demonizzare tutto? Perché prendersela anche con i videogiochi, quei benedetti e innocui supporti che concedono alle mamme stanche tante ore di serenità, di complicità, di compiacimento?

 Regalagli un bel videogioco e gli irrequieti figlioli diverranno ubbidienti, silenziosi, e puliti anche. Vuoi mettere, invece, il costo in lavoro dello stesso tempo trascorso a giocare a pallone sul terreno bagnato, che inzacchera fino alle ginocchia, senza contare le scivolate sull’erba che rendono gli indumenti impresentabili?

 Tutto quel tempo le mamme potranno impegnarlo a tenere linda la casa, tirare i pavimenti a cera, tenere i cuscini gonfi e ben ordinati sul divano, spolverare, oliare e lucidare i mobili.

 Oppure - e cosa ci sarebbe di male - farsi domestiche a ore, per arrotondare il bilancio familiare, per essere alla pari, per dare ai figli un vivere dignitoso. Mica vorrai farci caso se poi, all’inizio della stagione fredda, tutte queste buone intenzioni prenderanno consistenza nella tanto desiderata pelliccetta in rat-musqué, capace di regalare una, seppure effimera, sensazione di conquista sociale, di signorilità.

 Ammettilo, Claudio Penna, un videogioco, quello è: un videogioco, un passatempo. Nulla di più.  Non può che lasciare il tempo che trova. Come un gioco enigmistico: completate le caselle, chi lo ricorda più?

 

La vita non è un gioco!

 

- Sul bordo della strada che percorro per rientrare in città, qualche anima pia ha piantato una rude croce di legno e vi ha posto accanto un mazzo di variopinti fiori di plastica. Se ne vedono tanti di questi rustici “monumenti alla memoria” lungo le nostre strade: se non conosci la loro storia neppure soffermi il pensiero.

- Per me, questo è diverso. So che in quel punto ha perso la vita, per un disgraziato incidente, un Giovanissimo Albanese, forse clandestino.

- Con la sua bicicletta era uscito, improvvisamente, dalla penombra di una stradina laterale, per immettersi sulla carreggiata della provinciale proprio nel momento in cui transitava un’auto: l’autista nulla ha potuto per evitare l’impatto, che scaraventava il giovane sulla corsia opposta, mentre scorrevano veloci altre auto.

- Inutili i soccorsi. Inutile la corsa al vicino ospedale.

No, qui non c’entrano i videogiochi!

 

Il punteggio

 

- Un gruppo di bravi giovani s’incontra per una pizza. Stanno percorrendo, in auto, un tratto di strada urbana quando, in prossimità delle strisce pedonali, sono costretti a rallentare per un vecchio signore che sta attraversando.

 - “Dai, investilo! 100 punti! 100 punti!” Grida ridendo un giovane!

 Lo si sa. Lo sappiamo tutti che quel ragazzo voleva solo fare lo spiritoso, per strappare una risata agli altri occupanti l’auto. Peccato si trattasse della stessa persona che disgraziatamente, qualche giorno prima, aveva investito l’invisibile e sfortunato Ragazzo Albanese!

 Ecco, qui c’entrano, amaramente, i videogiochi: nel loro scellerato punteggio, quanto sarà valutata l’eliminazione di un giovane clandestino?

 Inutili i commenti. Si fa, invece, impellente la domanda: “Dove potranno trovare aiuto e sostegno quei ragazzi, sicuramente bravi ragazzi, utenti instancabili di videogiochi, per riuscire a scrollarsi di dosso tutta l’imbecillità accumulata, loro malgrado, nelle tante ore di forzata solitudine?”

 C’erano una volta, e ci sono ancora, le associazioni sportive, frequentate sempre con entusiasmo dai ragazzini, se non costretti alla panchina ad augurarsi che un loro compagno di squadra si rompa un braccio, per poter entrare in campo al suo posto.

 C’erano una volta, e ci sono ancora, bravi genitori, capaci d’enormi sacrifici che, nonostante il lavoro fuori casa sanno trovare il tempo da dedicare ai propri figli ed anche ai loro amici.

 C’erano una volta, e ci sono ancora oggi, bravi professori, capaci d’unire amore all’insegnamento: non potranno tutto, ma sicuramente molto… E non lo faranno per il punteggio. Buon lavoro, Claudio Penna!

Dania