Gemellaggio Veglie-Coussay Les Bois: vorrei capire...

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da : Dania, 25 novembre 2001 * "Eventi"

Scusatemi: vorrei capire

Dopo aver letto e riletto l’articolo-relazione “Missione d’oltralpe”, a firma Rosario Faggiano, pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 2/10/2001 e ripreso da Veglieonline, m’aspettavo di veder apparire una miriade d’interventi da parte degli amici più informati, invece, a meno di una mia grossolana svista, nulla: il silenzio più totale.  Stento a crederci. Possibile che questo articolo abbia suscitato solo a me un’infinità di perplessità e di punti interrogativi?  Tira avanti, mi son detta, ma…

…esistono momenti nella vita in cui leggendo qualche articolo oppure ascoltando o partecipando a conversazioni, ci si sente investiti da strane sensazioni, come se si stessero ripetendo esperienze già vissute. E a nulla vale il voltar pagina o la fuga dal pensiero: quelle sensazioni torneranno ad intermittenza, fino alla rielaborazione del vissuto…

Per cui, lasciatemi esternare, poi contradditemi pure, se vi parrà io abbia percorso un sentiero di pura fantasia. 

1) Due ragazzini, in periodo natalizio, giungono in città per far visita agli zii, i quali decidono di accompagnarli a visitare il reparto giocattoli di un grande magazzino, dove   trascorrono momenti divertenti tra i giochi messi a disposizione del pubblico. Non s’aspettavano tanto, per questo sgranano gli occhi, fino a strabuzzarli, quando viene loro proposto l’acquisto di un regalo.

La commessa confeziona il pacco e i due, felici, se lo contendono, finché giungono all’accordo di portarlo un po’ per uno, per tutto il tragitto.

Alla vista del portone di casa, i ragazzini mostrano una strana irrequietezza: si lanciano messaggi borbottanti, palleggiandosi il pacco, come se, tutto ad un tratto, fosse divenuto pesante, ingombrante e disagevole. Comportamento anomalo questo, che gli zii solo più tardi compresero fino in fondo.

Al secondo piano, i ragazzini si sarebbero trovati di fronte al padre e costretti a fare i conti con la sua rigida severità; avrebbe questi dato credito alla loro parola nel momento in cui avrebbero spiegato di non aver esercitato alcuna pressione sugli zii per indurli a tale acquisto? Ne disperavano!

2)E’ una calda e afosa mattina d’estate. Madame è fisicamente stanca, ha gli occhi gonfi per più notti trascorse insonni e la capacità di tolleranza sempre più affievolita.  E’ impossibilitata a muoversi da casa per un impegno assunto da parecchi mesi. Sta facendo del suo meglio, con la consapevolezza del fallimento annunciato, perché “l’Impegno”, dopo essersi impossessato di tutto il suo tempo, vorrebbe anche il suo respiro, per poi non essere ancora soddisfatto!

E’ in attesa di ospiti che, al contrario e grazie a lei, trovandosi liberi come uccelli, hanno potuto riunirsi e praticare una sorta di escursionismo nostalgico nei luoghi della sua e loro infanzia.  L’ha saputo per vie traverse, loro se n’erano ben guardati dal comunicarglielo: per non sentirsi in colpa nei suoi confronti, oppure, molto semplicemente, per risparmiare i soldi della telefonata.

Arrivano: eleganti, riposati, sorridenti. Lei là a darsi il contegno della perfetta padrona di casa. –Dai, venite avanti, vi aspettavo, state bene? Avete fatto colazione? Ho già preparato per il pranzo! Ecc. ecc.

Loro, trattenendo un sorrisetto soddisfatto, si muovono dentro casa, fuori casa, in cortile, in giardino, sul prato, trattando disparati e banali argomenti, finché, come se fosse ceduto l’argine, con una loquacità inarrestabile iniziano a raccontare: “Sai che siamo stati al paese?” “Davvero?” Lei risponde, poi resta ad ascoltare quel fiume di parole che, ne è certa, si erano ripromessi di non pronunciare, per non farla rimanere male, per non farle assaporare l’amaro sapore della rinuncia.

“Ti sarebbe piaciuto venire con noi?” Le chiedono alla fine.

Per tutta risposta le labbra di Madame si atteggiano a sorriso, mentre la voce scandisce un unico e secco Enne O!

 E invece le sarebbe piaciuto sì andarci, eccome! Per uno e mille altri motivi. Ma, non potendo, sarebbe stata ugualmente felice d’essere informata dell’iniziativa: avrebbe potuto raccomandar loro di guardare, fotografare, salutare anche per lei e li avrebbe poi accompagnati col cuore e col pensiero in questa allegra “rimpatriata”. (Perché si può gioire anche della gioia altrui!) E adesso, invece di starsene in silenzio ad ascoltare, avrebbe potuto sommergerli di domande.

E loro, anziché parlare a vanvera per cercar di non raccontare, avrebbero potuto, con grande entusiasmo, esprimere curiosità, mostrare fotografie, portare i saluti delle persone incontrate e soddisfare tutti gli interrogativi.

1) Una delegazione (due sole persone?) rappresentante il comune di Veglie, guidata dall’assessore Maurizio Spagnolo, parte alla volta di Coussay Les Bois, piccola località francese, per, cito testualmente, “verificare la possibilità di un gemellaggio e per l’attivazione d’iniziative finalizzate alla cooperazione, anche attraverso l’utilizzazione di finanziamenti comunitari”.

Grazie a incontri, privati ed ufficiali, con sindaci e personaggi importanti del posto e delle cittadine limitrofe, la nostra delegazione ottiene di “porre le migliori basi per un futuro sviluppo di rapporti amichevoli e di scambi economici e culturali”.

Un bel pacco regalo da riportare a Veglie, con l’orgoglio di avere ben operato per il vantaggio di tutta la collettività!

Infatti, come dice Antoine De Saint-Exupéry in Terres des hommes « La grandeur d’un métier est peut-être, avant tout, d’unir des hommes : il n’est qu’un luxe véritable, et c’est celui des relations humaines. »  (La grandezza d’un mestiere sta forse prima di tutto nell’avvicinare gli uomini. Il solo vero lusso è quello delle relazioni umane.)

Ma perché, allora, una volta davanti al portone di Veglie questo “regalo” diviene così scottante, ingombrante e disagevole, tanto da sentirsi in dovere di mettere bene in chiaro che “I rappresentanti del comune di Veglie hanno partecipato all’iniziativa a spese proprie, rinunciando a qualsiasi rimborso spese”?

Cosa sarà mai una semplice nota spese al confronto di tutte le opportunità ed i vantaggi, lì pronti, in attesa di essere attivati per il progresso culturale, economico e sociale di tutti, proprio tutti, giovani e anziani, i cittadini del comune di Veglie?

Forse perché i componenti la delegazione temono che la rigida severità dell’opposizione possa accusarli d’essersi concessi una bella vacanza con la scusa del gemellaggio? O forse perché, visti i precedenti, a Veglie non si crede più al buon utilizzo dei finanziamenti comunitari?

2) I cittadini sono stanchi e preoccupati.

Si   sono verificati episodi di delinquenza a scapito   di commercianti e  di coltivatori.

In paese ci si dibatte fra mille problematiche, che vanno dal traffico caotico, ai lavori pubblici che stentano ad essere completati (vedi circonvallazione).   Si è dovuta ingoiare la delusione per la tanto attesa sistemazione delle strade di campagna, progettata prima e non realizzata poi.

Tra i giovani artisti aleggia ancora il rammarico e la delusione, non per non aver ottenuto commissioni, ma per non essere neppure stati presi in considerazione da questa amministrazione, ritenuta matrigna.

L’E.N.P.A. ha reso noto di non essere in grado, per mancanza di fondi, di far fronte al problema dei cani randagi, e i cittadini, temendo i cani e i loro parassiti portatori di malattie, si chiedono se un tale problema debba essere risolto dal volontariato o se in comune dovrebbero esistere uffici preposti.

Alla lista delle tasse da pagare si aggiungono sempre nuove voci e le cartelle, ogni anno, arrivano maggiorate.

Sì, sono stanchi e a volte demoralizzati i cittadini e stanno aspettando risposte concrete, che tardano ad arrivare.

Ma ecco giunger loro la lieta novella che l’assessore Spagnolo, reduce dalla missione oltralpe, (della quale erano stati informati?) dichiara: “Noi abbiamo un positivo e splendido ricordo della Francia, dei suoi rappresentanti e della gente comune. In un prossimo futuro speriamo di poter ricambiare l’ospitalità che abbiamo ricevuto, nello spirito della cooperazione internazionale”.

Come dovrebbe reagire il cittadino, che non è stato invitato e magari neppure informato dell’invio della delegazione - al quale di Coussay Les Bois non si racconta nulla, salvo che si trova da quelli parti là, verso Nantes e che Michel Favrault è il nome del suo primo cittadino - alle parole dell’assessore, se non con una smorfia, mentre, continuando a contare le zecche che si ritrova sulla paletta, vorrebbe gridare: “Sai quanto me ne importa?”

E, invece, gliene importa, eccome! Perché il cittadino Vegliese è intelligente, curioso ed ospitale, ama il suo paese e lo vorrebbe conosciuto in tutto il mondo. Allora, nel silenzio della sua casa aprirà l’atlante, poi passerà all’enciclopedia geografica e poi agli itinerari turistici, per individuare l’ubicazione del paese francese candidato al gemellaggio e cercare, con la tecnica del “fai da te”, di scoprirne bellezze, abitudini e segreti.

Dopo aver perso la vista sulle cartine, sconsolato poserà un dito su Parigi ed uno su Nantes: alla fine, se volgendo lo sguardo verso il basso riuscirà ad individuare Châtellerault, cittadina pure nominata sull’articolo-relazione, si sentirà come Cristoforo Colombo quando scoprì l’America!

Un ultimo, fantasioso pensiero:

L’assessore Spagnolo ha consegnato alle autorità ospitanti alcune lamine d’oro, realizzate da Celestino De Gabriele (lo stesso artista che già aveva avuto l’onore della realizzazione di un monumento in Veglie). 

Ha messo a disposizione degli ospiti anche degli acquerelli: opere anonime, queste? L’autore, o gli autori, non meritavano d’essere citati?

(Come vorrei mi leggesse il Signor Pietro Marino, che mesi indietro –vedi “Sbarchi clandestini”- accusava i giovani artisti meridionali d’essere disposti a farsi strattonare per un rigo di critica!)

Dania