spazi per attivita' culturali

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da: R. De Luca, 10 gennaio 2003 * "Liberi Pensieri"

 
Spazi per attività culturali

Ho letto le considerazioni di Sabrina Lezzi sulla partecipazione e il "fallimento" delle iniziative natalizie, anche perché non esistono spazi opportuni.
Vorrei entrare in punta di piedi nel dibattito che si sta aprendo a Veglie per la creazione di uno spazio "culturale" a disposizione dei cittadini, semplicemente perché non vivo a Veglie e con quanto affermo potrebbe sembrare una intrusione abusiva nella quotidianità vegliese. 
Spero anche di non essere troppo lungo nell'esposizione, ma devo partire da lontano.
La struttura del paese testimonia la storia di uno sviluppo legato all'agricoltura ed al piccolo artigianato: case costruite a ridosso una dell'altra, pochi spazi comuni se non la piazza, centro degli affari, degli incontri, delle comunicazioni... Poi lo sviluppo ha fatto sì che il paese diventasse una cittadina, molto esteso, con uno sviluppo asimmetrico rispetto al centro... ma il piano regolatore e gli aggiornamenti ad esso hanno ancora troppo poco speso per la creazione degli spazi riservati ai servizi e all'aggregazione, quasi che la casa di proprietà (con giardino, nanetti e recinzione) sia più che sufficiente allo sviluppo della famiglia e alla soddisfazione delle proprie esigenze e alle relazioni sociali; se questo va bene per un paesino non può più bastare per una cittadina, che è la giusta attribuzione per un centro abitato poco sotto i 15 mila abitanti. 

Il piano regolatore non deve essere solo uno strumento tecnico, ma alla base deve esserci una visione "filosofica" della vita e il P.R. diventa lo strumento con cui orientare i rapporti dei concittadini, la loro crescita armonica, lo sviluppo sociale. Purtroppo gli spazi oggetto nella petizione sono previsti, ma solo sulla carta, i giardini e le piazze sono concepite più come plateatico per l'esercizio dei commerci che punti di aggregazione. 
Inoltre se un P.R. vede la stesura oggi, i primi risultati non si vedranno prima di un decennio, occorre quindi ancora molto tempo prima che si possa avere qualche risultato, che comunque sarà scarso, perché concepito per meri interessi economici finalizzati all'edilizia e alla valorizzazione della terra.
L'altra premessa è che, secondo me, gli spazi polivalenti non funzionano perché non sono identificabili dal potenziale utente.
Quindi un suggerimento in punta di piedi: recuperare ciò che esiste fintanto non vengano realizzate le strutture previste dal P.R.
Un primo recupero, che poi diventa lo spazio più naturale di aggregazione, è quello del centro storico, magari con la creazione di un'isola pedonale, panchine, dehors, gazebo e iniziative private commerciali e di intrattenimento, è opportuno orientare l'interesse dell'iniziativa privata per qualcosa che diventa anche utile per i cittadini; recupero delle tradizionali pavimentazioni inopinatamente coperte di asfalto e rifacimento dell'impianto di illuminazione con la posa di pali e lampade in stile: diventerebbe il salotto di casa, cioè del paese. Il centro storico di Torino fino a qualche anno fa era una zona da evitare dopo il tramonto del sole, è diventato un punto di ritrovo vivo e sicuro durante il giorno e pure la notte, cioè si sono creati gli spazi per l'iniziativa privata (economica e culturale), per proposte culturali, per commerci, per vivere all'aperto: tossici, malavitosi e perditempo sono come per incanto spariti (magari!! si sono trasferiti in zone più degradate che saranno da recuperare).
Altro recupero opportuno è quello del cinema teatro, che per dimensione è un ambiente più gestibile, anche economicamente, per le attività culturali, rappresentazioni e proiezioni. 

Lo spazio del mercato coperto rischia di essere troppo grande: una manifestazione con 100 partecipanti se in una sala da ottanta posti è un successone, se in una sala da 500 posti è un flop.
Bisogna far sempre conto dei possibili fruitori e ricordarsi che la crescita culturale viaggia sempre molto più lentamente del progresso economico. Perché no un centro di aggregazione sportiva, uno spazio espositivo, uno spazio per i mercatini dell'antiquariato o delle "pulci"?

Appoggio comunque qualunque iniziativa tesa a rivitalizzare le relazioni sociali, a far uscire le persone dalle case senza o con giardino (con fontane, fiori, piante e nanetti), magari ci saranno meno nanetti, perché è più piacevole incontrare gli amici che sistemare le statuette.
Infine ho imparato, a mie spese (ho fatto politica attiva per diversi anni), una cosa che ritengo importante: prima di mostrare un'insegna, un'etichetta, un'appartenenza è opportuno avvicinarsi alle persone e spiegare loro i progetti o le iniziative, poi, forse e se è il caso, dichiarare la propria appartenenza. Nello specifico: non bisogna dire che il sindaco è un incompetente e che la giunta è una massa di idioti perché non fanno questo o quello... ma parlare alla gente delle iniziative e dei progetti, delle necessità e delle aspirazioni, renderle partecipi, poi forse dichiarare da che parte arriva l'iniziativa, altrimenti viene bocciata a priori da chi ha votato l'«incompetente» di turno... che se sta lì è perché la maggioranza dei cittadini l'ha votato!
Va be' basta, saluto tutti quelli che sono arrivati fin qui.
Roberto De Luca
N.B. Il presente articolo, presente sul FORUM, è stato inserito tra i Liberi Pensieri da Veglieonline.